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“Heroes”, proprio come Bowie e Sukita tra musica ed immagine

focus_BowieSukita_IMG0_201503All’ombra delle due torri, dal 5 Marzo al 10 Maggio 2015 è possibile visitare la mostra Heroes. Allestita presso la Galleria Ono Arte Contemporanea di Via Santa Margherita, l’esposizione consiste in una quarantina di fotografie ad opera di Masayoshi Sukita. Disposte all’interno degli ambienti della galleria, le fotografie diventano un corpo unico con il luogo che le ospita; a metà tra spazio espositivo e negozio di dischi, la ONO vuole essere un faro nella città di Bologna per ciò che riguarda la musica e la fotografia.
Con la mostra Heroes la galleria bolognese fa nuovamente centro consentendo agli appassionati di ammirare gratuitamente alcuni scatti di unica bellezza ed intensità.
Sukita, fotografo giapponese nato in una piccola città mineraria nel 1938, è colui che maggiormente ha contribuito alla realizzazione del mito iconico di Bowie. L’immagine e la musica non avevano mai giocato così tanto a sedursi e possedersi prima dell’arrivo di Bowie e della sua immagine. Un uomo in carne ed ossa, un nastro magnetico, una pellicola fotografica (e poi persino cinematografica). Tutto completamente avviluppato ed inscindibile, tuttora. La mostra, infatti, proprio su questo offre più spunti di riflessioni che fotografie:  indubbiamente un pregio raro.
Ad inizio degli anni ’70 il fotografo giapponese Sukita frequentava la febbricitante New York. Da lì a pochissimo tutto sarebbe cambiato. La Factory di Andy Warhol era il baricentro di una rivoluzione diffusa dalla quale sarebbe stato impossibile tornare indietro: Sukita ebbe modo di conoscere quegli ambienti folli e visionari, potendo avere anche il privilegio di fotografare Jimi Hendrix, nei mesi appena precedenti la sua tragica morte.
Qualche anno più tardi, a Londra nel 1972, Sukita rimase affascinato dalla locandina di un concerto: si trattava di un cantante a lui sconosciuto, un tale David Bowie (che appena qualche anno dopo avrebbe frequentato proprio lo stesso ambiente newyorkese che Sukita aveva appena lasciato). David Bowie era un personaggio come mai il fotografo giapponese ne aveva visti prima: un fascino androgino fuori dal comune, sessualità ambigua, con vestiti e pose dai rimandi preraffaelliti, surreale ed enigmatico. Glam, ma ancora non lo sapeva.
focus_BowieSukita_IMG2_201503Il fotografo assistette al concerto senza poter scattare alcuna foto; rimanendo folgorato, contattò il manager di Bowie per richiedere la possibilità di realizzare un set fotografico. Sukita, esperto specialmente di fotografia di moda maschile, impressionò il manager dell’artista inglese con il suo portfolio rendendo così possibile l’incontro con Bowie.
Sukita e Bowie entrarono in una simbiosi professionale ed artistica molto intensa. Complici gli abiti creati dallo stilista Kansai Yamamoto con evidenti richiami al teatro Kabuki che tanto affascinava Bowie, Sukita immortalò un essere umano unico nella sua teatralità. In pieno periodo Ziggy Stardust la libertà espressiva era assoluta, i colori sgargianti, le pose plastiche nella loro dinamicità.
Era un momento incredibile per l’arte: quando oltreoceano Warhol dava sfogo alla pop art ed al mito dell’immagine in tutte le sue forme, Bowie oltremanica univa in sé il rock, il teatro, la moda (ispirata anche dall’architettura), la critica sociale, l’arte fotografica, ad incarnare il mito della star a tutto tondo. Probabilmente la prima vera e propria star: multiforme, indecifrabile, discutibile, da amare o odiare.
Nel 1973 Bowie fu accolto in Giappone da Sukita, poi visse il periodo americano con Lou Reed, e la rinascita berlinese con Brian Eno, Iggy Pop e Robert Fripp. Da Ziggy Stardust a produttore dell’”iguana”, per poi passare all’immagine pulita del Duca Bianco: sempre diverso.
Per un periodo di oltre quarant’anni Sukita ebbe modo di incontrare Bowie e svelarne le tante personalità, attraverso il corpo che era definitivamente diventato il più efficace mezzo di comunicazione possibile. Uomo, artista, merce, immagine. Pop.
Lo scatto più famoso di Sukita che ritrae Bowie è sicuramente la copertina di Heroes. Perfetta nella sua essenza, plastica ed inusuale, figlia di un movimento testimoniato da una improbabile immobilità del ciuffo di capelli. Lo sguardo è fisso, ambiguo ed affascinante come sempre anche grazie alla particolarità della pupilla iperdilatata dell’occhio sinistro del Duca Bianco.
Non è un caso che sia proprio quella immagine a farci balzare in avanti di 37 anni: un immagine immortale più di molte altre. Stiamo guardando la copertina di The Next Day, l’ultimo album di David Bowie. Proprio la famosa copertina di Heroes”viene modifica in modo grossolano: un tratto a penna sul titolo del vecchio disco e un quadrato bianco a nascondere il volto dell’artista. E’ proprio il brano scelto come singolo, Where are we now?, a ripercorrere con le parole le strade di quella Berlino che non c’è più. Bowie si chiede dove si trovi ora, e dove si trovi ora quella società, e forse, chissà, anche quel modo unico ed inconfondibile di essere star.
focus_BowieSukita_IMG3_201503Non basta una mostra, non basta nemmeno il bel volume realizzato ad hoc (ed. Auditorium Edizioni, a cura di Claudio Chianura). Non basta una vita intera a comprendere ciò che è stato Bowie, cosa è ancora, e come ha contribuito a cambiare il mondo dell’arte, della musica in particolare. E non basteranno nemmeno le sue canzoni ed i suoi occhi per capire “Where are we now?”. Noi comunque rimaniamo sempre dell’idea che perdersi e poi ritrovarsi sia bellissimo, magari appigliandoci a ciò che è fermo ed immobile appeso ad una parete, giusto un attimo dopo aver premuto PLAY. Nel paesaggio creato dalla musica, per definire un luogo nello spazio occorrono almeno tre coordinate: la fotografia ne offre proprio tre nello sguardo di chi è fotografato, di chi ha scattato e di chi sta guardando. Buon viaggio.

DAVID BOWIE “HEROES”: fotografie di Masayoshi Sukita | 5 marzo – 10 maggio 2015 |
Con il patrocinio del Comune di Bologna, British Council, Università di Bologna, Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione. Con la collaborazione di NipPop. Sponsor: Gas.
Catalogo della mostra: DAVID BOWIE – HEROES by MASAYOSHI SUKITA, Auditorium Edizioni, 140 pp., ill., 16 €.

Link: Galleria Ono Arte Contemporanea, evento facebook

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