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The New Sound – Geordie Greep

Geordie GreepCantante, chitarrista e principale autore dei Black Midi, Geordie Greep mette in pausa il trio dopo tre album per un esordio solista travolgente, realizzato con la produzione del compagno di band Seth Evans e inciso tra Londra e San Paolo in Brasile, dove l’autore ha reclutato una nutrita squadra di turnisti locali per appena due giorni di registrazioni all’insegna dell’improvvisazione e della massima spontaneità: nessuno di loro aveva mai ascoltato prima Greep o i Black Midi, né sapeva granché del progetto dell’album. Circostanza che sembra davvero incredibile ascoltando la perfetta esecuzione dei complicatissimi brani architettati da Geordie, mescolando stili agli antipodi, rivelandosi uno dei migliori discepoli di Zappa attualmente in circolazione. Ma è proprio questa la cifra di questo New sound, che tanto nuovo non è se confrontato con la produzione dei Black Midi, la novità di questo suono sta proprio nel flusso libero di energia, scatenata dall’autore in perfetta sintonia coi suoi collaboratori di ieri e di oggi. A partire dall’iniziale Blues col suo riff iper accelerato, un pendolo impazzito sparato in un frullatore nevrotico preso in prestito dalla trilogia dei King Crimson, rosso, blu e giallo. Una scorribanda in continuo confronto tra vocalità graffiante e drumming forsennato, interrotto solo in un punto (comunque sostenuto da corde in ebollizione), per poco meno di sei minuti di acida e devastante improvvisazione alla quale ci si può solo abbandonare per lasciarsi travolgere dalla corrente impetuosa, passando di quadro in quadro nelle evoluzioni esasperate di Greep e soci, che giocano a tendere la corda fino allo spasimo, riuscendo con foga e virtuosismo a evitare che si spezzi. Terra è di tutt’altro avviso e conduce al mondo delle grandi orchestre da night club, condito di sapore retrò anche un po’ patinato reso vivo da coretti stile Manhattan Transfer e acuti ululanti del cantante. Pazze scosse terzinate all’unisono chitarra e batteria, ritmiche ska, assoli che graffiano e scorticano la pelle, introducono alle atmosfere caraibiche di Holy, Holy, alla sua grandeur da spettacoli del Tropicana a La Havana, piume di boa e luccichii di salseri per una sfrenata festa danzante, al ritmo martellante dei timbales, e come in un variopinto musical hollywoodiano Greep s’invola cantando verso un modo di fantasia pura in cui la voce scorre creando nuovi ambiziosi orizzonti di narrazioni urticanti e melodiose a un tempo. La title track The New Sound parte su ritmo tribale degno di Santana con una pulita chitarra africana, interrotta da citazioni spassose del verso di Woody Woodpecker imitato e poi modulato con la sei corde alla maniera di Zappa, corde che virano poi negli acuti sanguigni dell’Allan Holdsworth di Bundles dei Soft Machine, ma poi un break da disco black anni ’80 apre i cancelli dorati di una coda di jazz rock grandiosa, a metà tra Weather Report e King Crimson, sospinta da fiati vaporosi da cui colano le note di un contrabasso mellifluo raccolte da un caleidoscopio di note divergenti. L’hard rock dei seventies irrompe nei bassi stoppati di Walk Up con le vocalità suadenti del glam, ma quelle cadenze sinuose vengono squarciate da un sax free jazz che versa gasolio su una vettura in fiamme lanciata verso l’ignoto. Ma dopo lo schianto inevitabile uno strampalato siparietto country, con la sua grottesca parodia, riporta tutto nei confini del divertissement, smorzando la retorica dell’autodistruzione rock. Una brass session degna dei Blood Sweat & Tears apre il ritmo sincopato di Through a War che scuote le tavole di un palco di Broadway con ritmo travolgente, ma poi ancora svolta su una cadenza di calypso aperta da costruzioni armoniche affini al prog d’albione, incrociando nel mezzo una sortita vocale tolta dalla grinta di Stephen Stills, che dilaga in fraseggio di chitarra ascendente e ipnotico. Bongo Season è uno spumeggiante jazz latino, di ritmo eccitato, piano luminoso e chitarre che giocano su accordi spezzati e cascate di note intrecciate, mentre un’acustica pizzicata in progressione calante regge la tetra ballad Motorbike, trasfigurata in ruvidi pestaggi rock col contributo al piano di Seth Evans dei Black Midi che ne è coautore, tenendo il filo conduttore di un canto tutto su lugubre registro basso e incrociando a mezza via le nevrosi su di giri dei King Crimson degli episodi più dissonanti di Lizard e poi chiudere con un gran finale zappiano. Un arpeggio sincopato all’elettrica che non dispiacerebbe a Andy Summers conduce le strofe new wave di As If Waltz a un intermezzo di romanticherie acustiche e orchestrali sulle rive della Senna, in variopinto e teatrale citazionismo classico spazzato da un assolo di carta abrasiva. Le acustiche ondeggianti all’inizio di The Magician, composizione dei Black Midi che coi suoi 12 minuti è l’episodio più lungo dell’album, rimandano ai Led Zeppelin del III volume, ma è solo uno dei tantissimi riferimenti che guidano le evoluzioni armoniche e vocali di Greep, prima voce di un musical arioso e potente che guadagna la ribalta sulle note di un piano placido, preparando un crescendo d’amore disperato tra sibili d’arpa e violini, drumming possente, chitarre psichedeliche, venti maestosi e fischi incendiari. E come nei migliori musical un’ultima canzone di pace, If You Are But a Dream, viene ad accompagnare i titoli di coda. Si tratta di un popolare motivo del 1942 composto da Nat Bonx, Jack Fulton e Moe Jaffe, ispirato alla Romanza in Mi maggiore di Anton Rubinstein e divenuto uno standard jazz negli anni ’60. Guardare al passato per proiettarsi nel futuro, una formula nota nel mondo dell’arte che si traduce qui in un’ora di musica ai limiti estremi nelle mani di un impavido esploratore.

Credits

Label: Rough Trade Records – 2024

Line-up: Geordie Greep (vocals, 1–7, 9–11; backing vocals, 3; electric guitar, 2, 4–7, 9, 10; acoustic guitar, 2, 4–6, 9, 10; piano, 5, 6, 9, 10; keyboards, 5, 6; synthesizer, 1–3, 5, 6, 8–10; accordion, 2, 9, 10; fretless bass, 3; organ, 4, 5; electric piano, 7, 10; bass, 10) – Seth Evans (vocals,8; backing vocals, 3; electric and upright bass, 1, 5, 8, 10; piano, 8, 10; talk box, 5; oboe, 9; percussion, 10) – Fabio Sá (electric and upright bass, 2, 3, 6, 9) – Michael Dunlop (electric and upright bass, 4, 7) – John Jones (double bass, 4, 11) – Deschanel Gordon (piano, 1–3, 5, 6, 8) – Diarra Walcott–Ivanhoe (piano, 2, 3, 7, 11) – Chicao Montorfano (electric piano, 3, 6, 9) – Dennys Silva (percussion, 2, 3, 9) – Adé Eggún Crispin Robinson (percussion, 1, 4, 5, 7, 8) – Daniel Rogerson (electric guitar, 4, 7) – Paul Jones (electric and acoustic guitar, 9) – Felix Gonzalez (backing vocals, 3) – Thiaguinho Silva (drums, 2, 3, 6, 9; percussion, 6) – Andrei Martynchyk (drums, 10) – Morgan Simpson (drums, 1, 5, 8) – Giles King–Ashong (drums, 4, 7) – Deji Ijishakin (saxophone, 3, 5, 6, 8) – Nina Lim, Kuari May (violin, 9, 10) – Freya Hicks (viola, 9, 10) – Felix Stephens (cello, 2, 9, 10) – Billy Rowlatt (trumpet, 1–4, 6) – Richard Leigh (trumpet, 11) – Freddie Wordsworth (trumpet, 1–4, 6, 11) – Joe Bristow (trombone, 1–4, 6, 11) – Matt Seddon (trombone, 1–4, 6, 11)

Tracklist:

  1. Blues
  2. Terra
  3. Holy, Holy
  4. The New Sound
  5. Walk Up
  6. Through a War
  7. Bongo Season
  8. Motorbike
  9. As If Waltz
  10. The Magician
  11. If You Are But a Dream


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