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A living dog is better than a dead lion: Intervista a Nicola (CaneBagnato records)

Circa un anno fa nasceva un’etichetta discografica con l’unico intento di produrre opere che, nonostante il loro valore, avrebbero rischierato di non trovare lo spazio dovuto. Una filosofia affatto lontana dagli obiettivi di LostHighways. La Canebagnato è una piccola sfida come questo webmagazine che crede nei valori, mentre altri seppelliscono. Nel suo roster ci sono musicisti dall’incantevole e originale ispirazione, già protagonisti di nostre intense recensioni come Don Quiból, Mauve, Gabriel Sternberg o di interessanti interviste come a Paolo Saporiti. LostHighways ha voluto celebrare un anno di questa etichetta con un’ intervista a Nicola, il deus ex-machina della Canebagnato in occasione dell’uscita della compilation Canebagnato music 06-07.

Circa un anno fa è nata la Canebagnato records… un’etichetta orgogliosamente fatta in casa. Si può dire che l’essenza della musica deve nascere da atmosfere, da suggestioni dettate per lo più dal puro istinto verso il bello emozionale?
Guarda, quello che ti posso dire è che, da ascoltatore, ho sempre pensato che la musica sia una cosa molto intima e personale in quanto dipendente da tanti e tali fattori per cui risulta difficilissimo (ad eccezione di rari casi) determinare in modo più o meno generale cosa sia bello e cosa no… (in fondo è molto più facile dire cosa sia brutto!)
Sono convinto che alcuni album che ho amato follemente li avrei considerati e giudicati in modo completamente diverso se li avessi ascoltati in un altro momento e in una situazione differente, così come mi capita di riascoltare e apprezzare dopo molto tempo dischi che ad un primo ascolto non mi avevano convinto per niente.
Gli album che ho preferito sono quelli che mi sono capitati per caso (magari acquistati in qualche negozio dell’usato perché mi piaceva la copertina, cose così…), per cui credo che i lavori migliori siano quelli, appunto, che non ti aspetti, che ti sorprendono… La stessa cosa mi auguro per i nostri dischi, che capitino inaspettati a qualcuno, che diventino la loro scoperta, il “loro” album… questa sarebbe la mia più grande soddisfazione! Lo stesso principio lo applichiamo poi nel fare le nostre scelte. Dopo una prima, naturale selezione dovuta al nostro “gusto personale” ce n’è una seconda, molto più complessa, dovuta alle condizioni che si vengono a creare e al tipo di persone che troviamo “oltre” la musica… Si può definire istinto, oppure si può pensare, come sostiene Elda (batterista dei Mauve), che certi incontri era semplicemente destino che accadessero…

l nome dell’etichetta è fantastico, com’è nato? Soprattutto è indicativo lo slogan della compilation promozionale-celebrativa “a living dog is better than a dead lion”?
Il nome dell’etichetta nasce in realtà dal logo, che era a sua volta stato ideato da Caterina, nostra (geniale) grafica, nonché seconda “testa” dell’etichetta, per un laboratorio video mai nato… Cercavamo un nome da accostare a quell’immagine e “Canebagnato” ci è sembrato azzeccato, ed effettivamente si è rivelata una buona scelta perché se lo ricordano tutti (anche perché tantissimi ci vedono il loro cane). Che poi alla fine non è altro che il nostro di cane! Anche lo slogan è venuto fuori per caso. Sfogliando una serie di citazioni raccolte da Christian Alati abbiamo trovato questa frase di Thoreau che ci è subito sembrata perfetta per descrivere quello che facciamo… Ci piace pensare di far parte di quelle realtà che pur piccole sono vive, vivaci e creative rispetto a etichette con strutture immensamente più grosse della nostra che però sembrano appiattite, replicanti all’infinito modelli ormai superati (e morti) da tempo… Un po’ ci dispiace per il leone però!

Brevemente svelaci le perle di questa compilation dal prezzo irrisorio ma dal valore inestimabile?
L’aspetto più riuscito di questa raccolta è che le canzoni, pur con provenienze molto diverse (sia territorialmente che temporalmente) e appartenendo a generi e atmosfere molto distanti, conservano uno “spirito” comune che le lega così da farsi ascoltare piacevolmente una dietro l’altra (cosa non sempre così scontata nelle compilation). Per questo non saprei indicare una canzone rispetto alle altre… perché ognuna ha il suo senso e il suo ruolo all’interno della raccolta… Anche dai giudizi raccolti in giro mi sono accorto di come ognuno abbia apprezzato (o apprezzato meno) canzoni diverse… E’ normale e giusto (e bello) che sia così. Ovviamente, e non per campanilismo, quelle a cui sono più legato sono gli interventi degli artisti della nostra etichetta, a partire dai Don Quibòl con Please don’t wake me up (canzone da cui, per vie traverse, è nato tutto il progetto della Canebagnato e che, non a caso, è stata messa in apertura), la bellissima Com’for(t)me di Paolo Saporiti, che pur con la sua scrittura delicata e “silenziosa”, riesce ad emergere e distinguersi dal resto, poi All I can see is you di Gabriel Sternberg, che è nata magicamente in una serata dall’incontro “perfetto” tra la sensibilità creativa di Gabriel e il genio “visionario” di Christian Alati, e infine Electronic Scales dei Mauve, che è una canzone “strana” perché melanconica e affascinante insieme, molto sofferta e molto vera… un pezzo che considero davvero speciale…

Don QuibólDifficile realizzare un’etichetta discografica indipendente di qualità in Italia, vero?
Potrei mettermi a fare il solito discorso sul fatto che la situazione della musica è difficile, che va sempre peggio e che l’atmosfera in Italia è ancora più triste e mediocre… tutto vero, però credo che sia una questione ormai scontata e accettata… Secondo me, come ogni progetto, dipende da quali obbiettivi ti poni. Per come è nata la Canebagnato le quattro uscite (più la compilation) realizzate in poco più di un anno, e le due uscite previste a breve (album dei Mauve e ep di Paolo Saporiti) sono un successo davvero inaspettato e non possiamo che esserne estremamente soddisfatti e orgogliosi. Credo che la difficoltà maggiore per realtà come la nostra sia conquistarsi credibilità e attenzione, senza avere gli strumenti “promozionali” ed economici di realtà più grosse e consolidate. Quello che altri ottengono in maniera abbastanza automatica, noi dobbiamo costruircelo con il tempo e tanta pazienza… Questo discorso vale soprattutto per gli artisti con cui collaboriamo, che sono convinto meriterebbero molto di più di quello che faticosamente riescono ad ottenere. Per quanto riguarda noi, a dire la verità, questa condizione di semiclandestinità un po’ ci piace, in qualche modo ci appartiene…

MauveQual è l’artista che ami di più del vostra scuderia e quale artista italiano avresti il piacere di produrre?
Come ho detto a proposito della compilation, anche per quanto riguarda i “nostri” artisti ogni progetto ha una storia a sé, con il suo particolare senso e significato, per cui non potrei mai scegliere. E’ davvero così, non lo dico per diplomazia! La cosa bella e a suo modo inaspettata è che con ognuno si è costruito man mano un forte rispetto reciproco e con ognuno è nata una bella e particolare amicizia… alla fine la Canebagnato è soprattutto un ottimo argomento di conversazione! Per quanto riguarda gli artisti che mi piacerebbe produrre… seguo molto la “scena indipendente” e ho apprezzato molti degli album che sono usciti recentemente (così al volo mi vengono in mente i Toys Orchestra e Beatrice Antolini ma ce ne sono molti altri)… però mi risulterebbe difficile accostarli alla Canebagnato. Diciamo che ci sono realtà, più vicine alla nostra, che ho scoperto da poco e apprezzo molto, sia per roster che per atteggiamento e spirito, come la Ribess records di Santarcangelo di Romagna (da cui abbiamo preso “in prestito” i Jewels for a Caribou per la nostra compilation) o gli svizzeri della Onthecamper records, la Tafuzzy, o ancora collettivi di artisti come la Uglydogs e Trydoglab (chissà perché c’è sempre un cane in mezzo!?!) e tante altre… Sono tutte realtà che fanno cose davvero eccellenti e con una personalità ben marcata. Sarebbe interessante creare una rete reale tra questi progetti più o meno sotterranei ma temo sia davvero impraticabile…

Quanto devi al web (es. myspace, peer to peer, lastfm) in termini di promozione della vostra musica?
Per noi il web è fondamentale, soprattutto come strumento di contatto e promozione. Myspace è una grande invenzione e ci ha permesso di entrare in contatto con tante realtà di cui altrimenti non saremmo nemmeno venuti a conoscenza… Il mio rammarico è che il tempo è purtroppo poco, non si riesce a sfruttare al massimo gli strumenti che la rete offre… Ma contiamo di rimediare in futuro, intanto stiamo lavorando a un restyling del nostro sito, dove apriremo una sezione download e sarà possibile scaricare alcune canzoni e la versione digitale degli album che abbiamo esaurito e a breve partirà una trasmissione settimanale curata da noi sulla webradio romana Radio Gagarin (www.radiogagarin.eu)… insomma, ci stiamo attrezzando!

Canebagnato music 06-07- Preview



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Un solo commento

  1. Insomma si intervista la “mia” canebagnato e nessuno mi dice niente? Bravi…

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