Tutte le foto sono di Carmen Sigillo
Reinventarsi è impresa molto ardua. Porta con sè le insidie dell’ignoto ma anche la magia del cambiamento. A Manuel Agnelli non è mai mancato il coraggio per questo tipo di sfide. Nel corso della lunga vita degli Afterhours ci sono state tante rivoluzioni di line-up, ma è sempre stato saldo un certo quid a rendere il progetto originale e sperimentale, sia a livello di suono che testuale, imprimendo un marchio di unicità rispetto alle altre proposte del panorama del rock italico. Da cosa proveniva quel quid creativo fuori dalle regole che ogni volta sorprendeva e faceva sopravvivere il progetto? Questa sera al Duel Club di Napoli la risposta definitiva: Manuel è sempre stato il motore primario degli Afterhours! Sì, perchè questa sera con una band completamente sdoganata e ringiovanita nei membri e nelle attitudini lui è stato il vero trascinatore, il vero regista di uno show dalle tinte rock coinvolgente ed imprevedibile. La nuova combo, allestita per questo suo tour solista, rimpiazza l’assenza del violino e della terza chitarra (cifre stilistica del sound After) con un muro di suono basato sull’uso sapiente dei synth di Beatrice Antolini, l’inventiva rumorista del chitarrista Frankie (Little Pieces Of Marmelade) e la robusta e imponente base ritmica affidata al batterista DD (Little Pieces Of Marmelade) ed al bassista Giacomo Rosseti “Rost” (Negrita). Questa nuova direzione del suono è evidente sin dall’inizio del live. Sin da Severodonetsk è chiara questa volontà di ispessimento della base ritmica. Beatrice nel corso del live accentua e incendia il tempo di batteria di DD; Rost maneggia invece le catene sbattute sui bidoni in Signorina Mani Avanti. Nessun tassello lascia vuoti al muro, tutto si incastra alla perfezione per una resa incalzante, è una marcia che sa divita che si impone e urla il suo diritto ad essere ancora una volta protagonista. Poi è un susseguirsi di passato e presente, una scaletta ghiotta che rimbalza nei capisaldi della discografia degli Afterhours, con la giusta luce puntata sui brani di Ama il prossimo tuo come te stesso, l’album solista che perentorio presta il nome a questo tour. In brani come Veleno, Non si esce vivi dagli anni ottanta, Bungee jumping Manuel emerge nella sua vis più pura ed energica, nessuno può rubargli la scena, perché cosi deve essere, perché spetta a lui che ha partorito quelle intuizioni dietro i brani che hanno fatto la storia di una generazione. I brani dell’album solista esaltano la sua dote di cantautore sui generis, capace di un’interpretazione struggente e devastante, come accade in Milano con la peste, La profondità degli abissi e Ama il tuo prossimo tuo come te stesso o nell’impetuosa esecuzione di Proci dove si fa affiancare al piano da una super Beatrice Antolini, che brilla nel duetto vocale della ballad pop Lo Sposo sulla torta. Nei due encore c’è spazio per brani storici rivestiti di impeto e assalto: Bye Bye Bombay, 1996, DEA e Lasciami leccare l’adrenalina incendiano il pubblico finalmente sfamato da un Manuel portentoso che a lungo era stato atteso. La dimensione intima del club ha creato un’immersione live unica. Un’esperienza possibile a Napoli grazie a quei pochi promoter locali rimasti che credono ancora nella diffusione culturale. Menzione speciale dunque per il Duel Club, la Kundali Production e Peppe Guarino, anima pulsante del Rockalvi.