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L’intensità, per esempio: Selezione Italia Wave w/ Paolo Benvegnù @ Kalinka (Carpi-MO) 11/04/08

Oggi è una giornata speciale al Kalinka di Carpi: finale regionale per le selezioni dell’Italia Wave che quest’anno avrà luogo a Livorno.
Tre giovani band si esibiscono prima dell’headliner della serata, che forse non è stato scelto a caso: Paolo Benvegnù e la sua band.
Un grande artista di indiscussa professionalità ed esperienza a coronare una serata dove l’inesperienza e la gioventù, per una volta, sono una virtù da mostrare con disinvoltura, perchè forse non è importante “quello che si è” ma bensì il “potenziale” che si ha dentro.

E non solo per il potenziale impressionano tutti e tre i gruppi che si esibiscono uno dopo l’altro in rapidi passaggi del testimone sul palco.
Per primi, i bolognesi Pin Cushion Queen con il loro sound graffiante e potente fanno tremare i divanetti e i bicchieri di birra sui tavolini. A cavallo tra rock e stoner con una vivace attitudine grunge. Stupisce l’alternanza di forti distorsioni a tratti più soffici: pur se la voce è molto diversa, i Pin Cushion Queen potrebbero essere cugini di un italico Josh Homme.
La seconda band che si esibisce è composta da un trio di giovanissimi. Gli Heike has the Giggles portano sul palco un suono fresco e straordinariamente pulito, senza, come si suol dire, “buttarla in caciara”. Batteria puntuale, basso frenetico e la sorprendente voce di Emanuela che è bene ricordare, è pure l’unica chitarra sul palco! I pezzi si susseguono con il loro rock che cerca melodie pop orecchiabili senza scadere nel banale. Il canto ricorda Patti Smith e Pj Harvey mentre i suoni si avvicinano a quelli dei dei tanti e famosi gruppi che hanno un “The…” all’inizio del nome: non per niente hanno vinto e si esibiranno sul palco dell’Italia Wave facendo saltare tanta gente.
Per ultimi, tra i giovani, salgono sul palco gli italo-inglesi Silvia’s magic hands, un duo composto da poliedrici musicisti che però nel live si avvalgono anche di un batterista. Il gruppo sembra raccogliere ispirazione da talmente tanti altri artisti che, nell’insieme il risultato diventa estremamente originale e sincero. Il cantante pare il sosia di Bob Dylan, in certi pezzi sembra spuntare Jeff Buckley mentre in altri sembra di tornare agli anni 90 in cui gruppi come gli Alice in chains, Mother Love Bone e Mad Season (insieme a tutta la “cricca di Seattle”) giocavano con splendide ballate acustiche.
A questo punto però le selezioni per l’Italia Wave sono concluse: il gruppo vincitore per l’Emilia-Romagna è stato stabilito, e tra i brindisi gli Heike has the Giggles impressionano per la loro pacatissima gioia solita a gruppi affermati e a non giovanissimi emergenti che si trovano sulla rampa di lancio. Sinceri “in bocca al lupo” a tutti… e ora si lascia spazio a Paolo Benvegnù.
Il pubblico si ricompatta avvicinandosi al palco: c’è chi si siede in terra, chi sta in piedi, fotografi e appassionati, giovanissimi e non meno per assaporare le note e le parole.
La scaletta pare essere più o meno la stessa per tutto il tour, ma si sa che le sorprese non mancano mai.
Si incomincia con l’immancabile La schiena in cui tutta l’energia musicale e la potenza vocale vengono condensate in circa cinque minuti di intensità impareggiabile.
Sul palco sembrano esserci alcuni problemi con le spie e i microfoni delle seconde voci di Luca Baldini e Andrea Franchi (che anche da sotto il palco si sentono appena), ma per il resto il suono è ottimo e permette di godere a pieno del concerto.
Tra un pezzo e l’altro ci sono solo brevissime pause che non lasciano nemmeno il tempo agli applausi di esaurirsi naturalmente: c’è tensione nel gruppo, c’è concentrazione vera.
Si evitano parole, battute e quant’altro, proseguendo il concerto con una esibizione energica come non mai.
Nella scaletta viene dedicato molto spazio alle canzoni dell’ultimo album Le Labbra, con i suoi complessi arrangiamenti e continui sbalzi emozionali. E’ ipnotico osservare i musicisti scambiarsi di posto passando dalla viola alla chitarra alla tastiera al basso. Questa interazione assoluta tra i componenti del gruppo è sintomo di immenso affiatamento e vera passione musicale indirizzata verso il solo obiettivo che è l’Arte. Non c’è protagonismo ed esibizionismo egocentrico: tutti al servizio di tutti; tutti al servizio dell’opera musicale.
La band riesce a trasmettere questa sinergia che si legge negli sguardi che sul palco vengono scambiati tra di loro, ed è testimoniata dalle espressioni perse e sognanti di buona parte del pubblico. Tra questi ultimi sono presenti anche gli stessi gruppi esibitisi precedentemente; i giovani che osservano e scrutano all’inseguimento del segreto, dell’insegnamento.
I passati successi di Benvegnù vengono affiancati ai più recenti: Piccoli fragilissimi film rivive anche questa sera, ma con nuove gradazioni di colore. Cerchi nell’acqua, Il mare verticale, Suggestionabili vengono reinventate e riproposte più accattivanti e provocanti.
Tutte le energie dispensate dal gruppo sono racchiuse in due immagini fisse nella mia mente: il riflesso delle luci sulla corda rotta che pende dalla chitarra di Paolo, e le bacchette che per due volte scappano dalle mani di Andrea Franchi, volteggiando nell’aria. I cerotti sulle dita delle sue mani sono l’emblema della fisicità di questa esibizione.
Ad un certo punto, tutto si avvicina e assume nuove forme mentre Paolo Benvegnù intona la dolcissima Quando passa lei. Il pubblico canta e si respira la magia.
Anche la musica degli Scisma continua ad essere applaudita ed invocata a gran voce: Troppo poco intelligente e Simmetrie donano le ultime grandi emozioni che si esauriscono tra i tanti applausi.
E’ ora di tornare a casa, con qualcosa in più.
E dato che non mi accontento mai, ancora Benvegnù nel lettore cd della macchina, mentre il paesaggio e le luci mutano al mio fianco mentre l’autostrada scorre sotto di me. (Lost Gallery)

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