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Nella memoria del cuore: Intervista agli After Crash

aftercrash_in1Ci ha colpito la nostalgia elettronica di questo progetto nativo di Bologna. Ancora una nuova creatura del Collettivo HCMF. Francesco Cassino e Nicola Nesi fanno parte di questa nuova scena basata su un sound denso di elettronica moderna e introspettiva ai limiti del dance-floor. Abbiamo voluto intervistare gli After Crash perché abbiamo voluto approfondire queste loro #Lost memories.

Da dove arriva il nome del progetto?
F: L’origine del nome va molto indietro nel tempo, quando Nicola ed io iniziammo a conoscerci al liceo. Oltre alla musica condividevamo un profondo e sincero amore per la filosofia e proprio per questo, oltre che a suonare, passavamo intere giornate a teorizzare e filosofeggiare con la leggerezza di cuore che si ha a quell’età. Un giorno, non ricordo bene come, ci fissammo sul concetto di After Crash ovvero quello stato psico-emotivo che succede immediatamente ad un forte shock. Sia esso di natura fisica, psicologica o di qualsiasi altro tipo. Non è quello che lo shock provoca in noi, bensì quella zona grigia che precede la consapevolezza di ciò che ci è appena capitato. Una sorta di limbo che sta fra causa ed effetto. Ne scrivemmo addirittura un trattato. Un bel trip insomma.

Quali sono le vostre Lost Memories?
F: Le LostMemories per come la vediamo noi sono tutte quelle cose che abbiamo ben scolpite nella memoria del cuore, che non dimentichiamo mai, e che formano in toto le persone che siamo ora. Il nostro disco è una sorta di ode, di celebrazione a questo tipo di ricordi.

Il vostro sound ha un respiro internazionale, in esso albergano diverse anime dai Radiohead di Kid A agli M83, passando per suggestioni post-rock e approcci dance alla Chemical Brothers, per intenderci. Quali sono stati i progetti che vi hanno più influenzato nel vostro modo di comporre musica?
F: Abbiamo un’infinita varietà di stimoli, non necessariamente musicali. Ok, ci sono i Radiohead, James Blake, Boards of Canada, Explosion in The Sky, Beatles, Flying Lotus, Telefon Tel Aviv, ma sento di dire che la nostra musica viene alimentata da tanto altro: vuoi il cinema, la filosofia, i racconti dei nostri amici e i gin tonic preparati per bene.

Cos’è il colletivo HMCF? Si puoò iniziare a parlare di una scena elettronica bolognese pensando anche ad un altro progetto come Osc2x, sempre proveniente dal vostro collettivo, o ai JoyCut?
N: Il collettivo HMCF è un gruppo di ragazzi giovanissimi, una piccola etichetta che sta cercando di inserirsi nel panorama nostrano con prodotti validi. Conoscersi è stato semplice, essendo tutti di Bologna. L’approccio simile alle cose ha fatto il resto, e per quel che li riguarda i dischi che hanno prodotto in questi due anni parlano abbastanza chiaramente.

Qual è il brano del disco a cui vi sentite più legati?
N: Probabilmente We Leave, l’ultimo brano composto del disco. Perché lo ricolleghiamo ad una determinata fase delle nostre vite dove abbiamo deciso di prendere strade diverse, in cittaà diverse. Allo stesso tempo peroò abbiamo capito di voler continuare a condividere un qualcosa che si stava avverando e di valore molto simbolico per una band, ovvero la stesura di un album intero.

Dal punto di vista cinematico cosa permette in più l’utilizzo dell’elettronica rispetto all’uso esclusivo di strumenti classici nella scrittura di un brano?
N: Dipende tutto dalla natura del brano in sè,  dalla sua composizione, non credo che l’utilizzo dell’elettronica permetta di più, anzi in certi casi può anche compromettere l’anima di una canzone. Nel nostro disco l’elettronica è sempre presente ma in una chiave più di decoro.

Per voi è più importante sfondare attraverso un talent-show (uniformandosi un po’ alle linee mainstream) o girando in lungo e largo migliaia di locali all’estero, dove il vostro sound sarebbe sicuramente apprezzato?
N: L’obiettivo nostro non è quello di sfondare a tutti i costi ma continuare a scrivere musica che ci rappresenti. Se seguiamo i talent lo facciamo principalmente per divertimento, o per curiosità.

#Lostmemories potrebbe essere la colonna sonora in un film? Se sì, quale?
N: Sicuramente qualcosa della filmografia di Lars Von Trier.

Cinque canzoni che hanno significato tanto nella vostra formazione musicale?
Radiohead – How To Disappear Completely
Four Tet – My Angel Rocks Bsck And Forth
Telefon Tel Aviv – John Thomas On The Inside Is Nothing But Foam
Marta Sui Tubi – Via Dante
Vasco Rossi – Colpa D’Alfredo

#Lost memories – Streaming

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