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No middle ground – Rubacava sessions

Rubacava sessionsIl West e l’Italia, un legame che risale agli spaghetti western, versione nostrana del mito della Frontiera, talvolta più tagliente, più ardita e appassionante dell’originale, grazie al contributo di maestri indiscussi come Leone e Morricone. Su quella linea si muove No middle ground, prodotto da Francesco Giampaoli (già attivo con i Sacri Cuori e la Classica Orchestra Afrobeat), che non a caso presenta nel mezzo una personalissima cover di Per un pugno di dollari. Introdotto da un ipnotico arpeggio, il celebre tema dell’omonimo film viene riletto da basse note elettriche dal riverbero sixties (che si riascoltano pure in Shaman’s remedy), raddoppiate da una ruvida tromba rovente che conferisce all’insieme un tono quasi jazz, mentre i dosati interventi di chitarra virano verso piacevoli tinte psichedeliche, ancor più vive di quelle dichiarate nel titolo di Western psichedelico, che suona invece più convenzionalmente tex-mex. E infatti la band si cimenta in un campionario di stili, dall’americana di grana grossa della title-track al country di  Electric horse (che avrebbe galoppato al meglio con in groppa Johnny Cash), dal torrido western di Skeleton song, che una fisarmonica insolità riempie di ardente malinconia, fino a slow blues di misurate note slide come Mayor’s last stand (dove la prova vocale è più naturale che altrove) o di ruvidi graffi come Rubacava blues che un accordo inatteso, spuntato tra un basso clarinetto e un gorgolio cavernoso, tramuta in una dolce ballata, tanto avvolgente quanto è corale e glissata We have come this far. Ma la veste migliore dell’album è quella strumentale più immaginifica e cinefila, dall’incipit di Adios greytown, un gruppo di fuorilegge che fa perdere le proprie tracce tra sentieri nascosti dalle ombre della sera, a Rope of sand, che inizia con l’arpeggio luminoso di una passeggiata in una bella giornata: ma il sole si fa presto caldo nel deserto, si respira a fatica, e il passo diventa pesante, il calore assale le membra, si cerca ristoro, un riparo, al sicuro da un serpente insidioso, per l’atteso riposo. Per chiudere i conti, con Ghost track i nostri tornano al trotto nella polverosa e grigia città da cui sono fuggiti, un luogo caldo e spettrale a un tempo, dove un breve canto di fluide braci lascia il campo a una coda dalle tensioni pulsanti, come una versione desertica di Rock Bottom di Robert Wyatt.

Credits

Label: Lostunes Records

Line-up: J. Giovannercole (Electric guitar, banjo, vocals) – Carlo Mazzoli (Vocals, 12-string acoustic & electric guitar) – Leonardo Olivelli (tromba) – Rocco Pascale (Bass, organ)

Tracklist:

  1. Adios greytown
  2. Electric horse
  3. Shaman’s ready
  4. Per un pugno di dollari
  5. Western psichedelico
  6. No middle ground
  7. Skeleton song
  8. Mayor’s last stand
  9. Rope of sand
  10. Rubacava blues
  11. We have come this far
  12. Ghost track

Link: Facebook

Western Psichedelico– Video

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