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La verità delle cose: Giuliano Dottori @ S.O.P. Suoni di Origine Protetta (MO) 31/08/14

live_giulianodottori@SOP_IMG1_201409Ultimo giorno di Agosto, per di più una domenica. Un velo di tristezza scivola su di noi con il calare del sole nella campagna intorno a Modena. La linea dell’orizzonte, interrotta solamente dai canali rialzati, si tinge di uno splendido rosso così come un le nuvole in direzione nord.
L’Agriturismo Cantoni ha ospitato la rassegna estiva che si chiude questa sera, S.O.P. Suoni di Origine Protetta. Musica indipendente selezionata con cura, cibo buono e sano, un luogo immerso nel verde, tra una piscina ed un paio di bellissimi pony che allungano i loro musi tra i legni di una staccionata. Questa è l’ambientazione che accoglierà il live di Giuliano Dottori e la sua band.
Prima di loro, di fronte alle tavole all’aperto dove mangiamo crescentine, tigelle, affettati, birra e buon vino, suonano i giovani Fakir Thongs. La band modenese, prossima all’esordio discografico, propone un’accattivante miscela di rock, blues e psichedelia. Composti nella loro esecuzione, i modenesi stupiscono con i loro brani che sgomitano tra Queens of the stone age, qualcosa dei Tool e del sano hard rock di stampo seventies. La miscela è efficace, migliorabile nella resa e nella fluidità di certe incursioni elettroniche (per nulla sgradite), elettrizzante negli assoli di chitarra e nella forza del basso.
Finito il loro set ed un veloce aggiustamento della strumentazione sul palco, Giuliano Dottori imbraccia la sua chitarra affiancato da Marco Ferrara al basso, Mauro Sansone alla batteria e Francesco Campanozzi alla chitarra elettrica.
La musica di Giuliano Dottori è caratterizzata da una profonda delicatezza melodica e testuale che ha trovato il suo apice di raffinatezza pop nell’ultimo album L’arte della guerra – Vol.1. Proprio da questo lavoro sono estratti la maggior parte dei brani presentati in questo live, come Quando tornerai a casa con la sua lunga coda liberatoria, lo splendido brano strumentale (La nave), Il mondo dalla nostra parte  (il nuovo singolo), Estate #1107,  che è stato invece uno dei brani di lancio del disco.
Alcune canzoni dei precedenti lavori di Dottori riescono ad inserirsi perfettamente nella scaletta. Fortemente riarrangiato, Tenerti stretto un ricordo (Temporali e rivoluzioni – 2009) è un brano che non smette mai di incantare e stupire mentre Chiudi l’emergenza nello specchio è uno dei pezzi che meglio rappresentano la qualità compositiva del cantautore milanese, sempre alla ricerca del dettaglio melodico, dell’incontro di due note che al solo sfiorarsi creano una scintilla capace di elevare un’ intera canzone.
L’emozione più grande, però, giunge da un brano ancor più vecchio: da Lucida (2007) l’atmosfera creata con Nel cuore del vulcano è qualcosa di fortemente toccante. Cupa, dall’animo blues e sofferto, con un canto quasi sussurrato, cresce per poi scendere, tra le affascinanti note del basso di Marco Ferrara e le sensuali percussioni di Mauro Sansone. È’ una scalata o forse una frana verso gli inferi; il calore aumenta in digressioni blues, in assoli e momenti di pura estesi rock, dove l’anima impazza ed il sangue bolle come lava mentre intorno a noi si alza il vento. Emozioni vere che solo una grande band può offrire.
Sempre da Lucida, in questo concerto c’è spazio anche per l’intima E’ stato come per poi lasciare spazio alla più corale (e recente) Le vite degli altri.
A chiudere il concerto, con allegria, spensieratezza e sorrisi sulle labbra: Forever giovane. Il brano viene eseguito come bis perchè secondo la band non era venuto un granchè bene poco prima, e per noi è un piacere ascoltarlo nuovamente. Dal piglio folk, con il ritmo saltellante, Forever giovane vuole essere un omaggio a Bob Dylan e sarà presente nel Vol.2 de L’arte della guerra, disco che uscirà nel 2015.
Dopo il concerto seguono le chiacchiere, i calci ad un pallone sul prato, i sorrisi, le rivelazioni inaspettate, gli abbracci, e quella cordialità che si sposa con l’umiltà caratteristica dei puri.
Questa è stata la serata di chiusura del S.O.P., ed ora che è giunta l’ora di tornare a casa ricompare un po’ quella sensazione provata qualche ora prima al tramonto. Rimane però in me il ricordo di una bella serata. Una serata di musica che merita di guadagnare un’attenzione maggiore.

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