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Tre – Ismael

recensione_Ismael-tre_IMG_201408Agosto è ormai agli sgoccioli così come questa strana estate. Per farvi ricominciare con la giusta carica vogliamo parlarvi di un disco uscito lo scorso giugno ma dalle atmosfere e dai colori decisamente autunnali, scuri, notturni . Guardiamo la copertina: un intricato paesaggio alberato, con un unico angolo fortemente illuminato dai fari di un’auto. Un posto che può essere un qualsiasi posto, un pezzo di mondo che può essere ovunque così come i pezzi di storie che ci vengono raccontati in questo disco. Personali e universali.
Loro sono gli Ismael e Tre è il terzo album di questa band che arriva dall’Emilia, così come tre sono i libri fin qui pubblicati dal frontman Sandro Campani.
Non è un caso dunque che la componente testuale e narrativa sia fondamentale in questo disco, sicuramente la prima cosa che colpisce ma che non prevarica mai una struttura musicale e melodica ricca e coesa che spazia dal rock puro, all’elettronica al post punk. L’impronta cantautorale di Campani si unisce ad un suono semplice, minimale, immediato ma teso, spesso incalzante a sottolineare testi che raccontano prevalentemente storie d’amore.
E, come spesso accade, delle relazioni si racconta la fine, si descrive il dolore, i sensi di colpa, le domande che ci si porterà dietro per sempre.
Palinka ad esempio, primo singolo estratto dal disco è la descrizione lucidissima di una fine già scritta: “Quando ci guarderemo in faccia e ci diremo è tardi, sarà qualcosa di già visto e risaputo, qualcosa che scopriremo di esserci detti da anni e avremmo potuto e voluto tacere. Affezionati vigliacchi ai nostri sogni perfett”.
Scava un solco con le sue parole Campani e con il suo accento gucciniano, mentre le batteria di Luigi del Villano spinge il ritmo verso il climax finale sottolineato dai fiati di Piwy del Villano, new entry nella band reggiana che ha seguito anche gli arrangiamenti dell’album, assicurando una grande coerenza.
Quando guardi in faccia la fine di un amore, quando ne hai acquisito consapevolezza, passata la rabbia arriva la nostalgia, quella nostalgia che ti fa ricordare dell’atmosfera che c’era… quel pomeriggio, dopo le tre.
Se Palinka ti sbatte in faccia il dolore, lo urla, Le tre te lo fa arrivare piano piano, attraverso le corde della chitarra elettrica e del basso e attraverso quel bellissimo, dolentissimo sax. Se Palinka rimandava al sound de Il teatro degli Orrori, Le tre è invece più vicina alla canzone d’autore italiana, al cantautorato “storico” a cui si avvicinano anche Canzone del cigno (molto molto De Gregori) e San Giovanni di Querciola.
C’è un profondo legame con le proprie radici da parte degli Ismael con il proprio territorio sia geograficamente (San Giavanni di Querciola), sia musicalmente: ho già citato il Teatro degli Orrori, ma come non riconoscere i Giardini di Mirò dietro il pezzo strumentale Tema di Irene?
Avere ben presenti le proprie radici vuol dire avere una forte identità. E infatti gli Ismael si impongono fin dai primi ascolti con una personalità davvero notevole.
Tre è un disco forte, consapevole, coerente. E soprattutto è un disco bello.

Credits

Label: Autoprodotto – 2014

Line-up: Sandro Campani (Voce e Chitarra) – Giulia Manenti (chitarra elettrica) – Luigi Del Villano(Batteria) – Barbara Morini ( basso) – Piwy Del Villan ( sax, clarinetto, cori)

Tracklist:

  1. Palinka
  2. La canzone della volpe
  3. Le tre
  4. Andiamo
  5. Canzone del cigno
  6. Se non a te
  7. Canzone per quello
  8. Canzone del bisonte
  9. Tema di Irene
  10. S’ arrampicavano
  11. San Giovanni di Querciola

Link: Bandcamp, Facebook

Palinka – YouTube

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