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Sensazioni forti che colpiscono: Stefano “Edda” Rampoldi @Rock’n’Rosta (RE) 12/07/2012

L’estate in una città come Reggio Emilia da qualche anno è resa davvero interessante da concerti che animano le varie piazze e parchi cittadini. A dimostrazione che la città è viva, sempre più spesso vengono chiamati artisti che escono dagli schemi canonici e il 12 luglio è toccato a Stefano “Edda” Rampoldi esibirsi. Lo scenario è un parchetto spuntato tra i condomini: un circolo, un paio di bancarelle e un cinema completano il tutto. Il suo ultimo album, Odio i vivi, mi ha colpita particolarmente. E quando m’innamoro della musica la voglia di goderla pure dal vivo è tanta. I tempi in cui era leader dei Ritmo Tribale sono ormai lontani anni luce e non solo anagraficamente: Edda è cambiato, la sua musica è cambiata. Gran parte del set è dedicata ai brani dell’ultimo album: Emma, Topazio, Io e te, Anna, Marika, Laura, Omino nero… tanti nomi, tante storie raccontate con l’ironia che caratterizzato l’intera performance dell’artista. Odio i vivi è un album sofferto, dai testi difficili e spiazzanti. Dal vivo Edda, coadiuvato dalla chitarra di Alessandro Grazian, si conferma come uno dei personaggi più significativi e peculiari della musica contemporanea. Un artista che sputa verità, che tocca l’anima di chi l’ascolta andando oltre l’immagine, oltre le apparenze. Parole pesanti, che arrivano come pugni nello stomaco raccontando la vita con le sue brutture senza troppi giri di parole. Nel set non mancano anche brani del primo album solista, quel Semper Biot che nel 2009 ha caratterizzato l’atteso ritorno di Rampoldi sulle scene (L’innamorato, Semper Biot, Fango di Dio). Sul finale arrivano Suprema (cover del brano di Moltheni) e a grande richiesta Milano e Snigdellina.
Un’ora o poco più di musica, di sensazioni forti che colpiscono. Un set che dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, che Edda è un artista davvero unico.

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