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Ultrarapid – Villebrad

villebradAlle prese con il secondo album, la band svedese ha deciso di deviare il proprio percorso. Nati con lo spirito di realizzare brani dall’essenza pop impreziositi da divagazioni progressive, gli svedesi Villebråd con il loro Ultrarapid continuano a seguire l’obiettivo pop, ma questa volta con l’ausilio dell’elettronica.
In questo disco, algido per natura e volontà, si respira aria new wave, con divagazioni dark ed electro. A tratti affascinante e ricco di spunti stimolanti la curiosità di un ascoltatore non propriamente avvezzo al genere, il disco non è privo di momenti piatti e faticosi.
La voce di  Påhl Sundström è protagonista dell’intero album, posta sempre in primo piano per la sua particolarità e per il canto in lingua svedese, eccelle nel fascino ma non spicca in versatilità.
Sembra proprio una scelta della band quella di seguire strade fredde e spoglie, che non vuol significare abbandonate a se stesse: tutto l’album è curato, e anche dove pare mancare qualcosa, comunque si giunge al pensiero che sia stata proprio la band a volere così, tagliando, tagliando e ritagliando ancora.
Come un albero che in inverno si ritrova senza foglie, esponendo al meglio i suoi rami ed il suo corpo, così Ultrarapid mostra le nudità, con pregi e difetti.
Bellissima l’apertura con Stygen, brano etereo e psichedelico; interessanti i cambi di tempo di stampo prog di Älskade maskin che però non riescono a legarsi al canto. La strumentale Amerika è capace di trasmettere emozioni glaciali nascondendo le chitarre, mentre la successiva Vaknar aldrig si dilunga per ben sei minuti e mezzo senza colpire al cuore. Graffiante e più rapido, Ultrarapid è un brano che convince e che forse cantato in inglese suonerebbe molto più “facile”. Verso la fine del disco (Tusen sätt att förklara) c’è anche spazio per uno splendido organo Hammond, esploratore in lande desolate ben lontane dal calore dei ’70, che sa farsi apprezzare ed è capace di spiazzare l’ascoltato.
I Villebråd sono una band complessa, che rielabora in modo personale molti clichè della musica. Tutto questo è sicuramente apprezzabile, ma forse una strada più definita permetterebbe di renderli di più facile ascolto pur senza perdere in qualità.

Credits

Label: Transubstans – 2009

Line-up: Påhl Sundström (chitarre, voce) – David Hallberg (chitarre, tastiere) – Petter Broman (basso) – Erik Sundström (batteria, percussioni, tastiere, programming, cori) – Christian Broberg (piano) – Andreas Hellkvist (organo Hammond)

Tracklist:

  1. Stygnen
  2. Du är svag
  3. Skjuten i hjärtat
  4. Älskade maskin
  5. Amerika
  6. Vaknar aldrig
  7. Dom har förstört dig
  8. Feberdröm
  9. Ljus från innanmätet
  10. Neandertal
  11. Ultrarapid
  12. Tusen sätt att förklara
  13. Slutet

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