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Fantasy Beat ovvero il nuovo orizzonte della musica strumentale: intervista a Richard Pike (Pivot)

Dopo Vangelis e Brian Eno un nuovo orizzonte della musica strumentale sta invadendo il pianeta Terra. Ha un solo prepotente nome: Pivot. Questo trio australiano sta entusiasmando le platee di mezzo mondo. Il loro ultimo lavoro O soundtrack My heart è un distillato di atmosfere scure e nostalgiche. In questo nuovo universo parallelo emozionarsi senza cantato è la parola d’ordine. I circuiti elettronici diventano vene che pulsano tuoni di armonia notturna. La ritmica che non si frena, che cerca la tela della follia creativa ed innovativa. Oltre i Kraftwerk, tra i Justice e i Faithless, inseguendo il suono che porta alla trascendenza. Si può essere strumentali ma essere di attitudine spaventosa.
I Pivot toccheranno l’Italia con molte date e LostHighways non poteva non approfondire un grandioso progetto e scandagliarne i segreti intervistando una delle principali menti del gruppo, il polistrumentista e produttore Richard Pike.

Chitarre anni ottanta e post-rock sembrano essere Ie principali chiavi di lettura del vostro sound, ma ascoltando O Soundtrack My Heart si percepisce un progetto che mira a raggiungere nuovi orizzonti nella musica strumentale. Mi sbaglio?
Non penso che le chitarre anni ottanta ed il post-rock siano le nostre principali chiavi di lettura. Non mi piace il termine post-rock. Quando Brain Eno registrò musica strumentale, negli anni settanta ,nessuno la etichettò  come post-rock. Si trattava semplicemente di un giusto modo di muoversi nella direzione della “thinking music”. C’è molto di più nella nostra musica rispetto ad un’etichetta di genere, almeno spero. Il termine post-rock è troppo svilente nei nostri confronti. Preferisco “Fantasy Beat” che può significare un nuovo orizzonte per il rock strumentale.

Puoi spiegarci il significato che si nasconde dietro il titolo dell’album O soundtrack My heart?
E’ concessa una libera interpretazione. Letteralmente non significa niente in inglese. E’ frutto di un cut-up. E’ una frase destrutturata. Per me ha un senso di nostalgia e di futuristico, emozionalmente carico e anche un po’ umoristico.

La vostra musica è veramente suggestiva. Credo possa essere una fantastica colonna sonora per un film. Cosa ne pensi?
Mi piace tanto creare colonne sonore di film. Stiamo cercando il giusto film e il regista. Prima di diventare una band a tempo pieno come i Pivot abbiamo realizzato molti lavori per commerciali per la TV, cosi fare musica per il linguaggio visivo è qualcosa di abituale per noi.

Fool In Rain è un brano favoloso. Da dove arriva?
Laurence ed io andammo nella nostra sala prove e mettemo su una drum machine e due vintage keyboards. La scrittura della struttura del brano fu ideata in un’intera giornata. Poi inviamo la registrazione a Dave, che era a Londra a quel tempo, e ci “consegnò” un flusso di suoni digitali, qualche campione vocale immerso nei beats. Funzionava parecchio e fu il cambiamentio d’ambiente di cui avevamo  per la registrazione, lontano dalle tracce strutturate su chitarre pesanti.

Ho notato che sul sito avete il vostro podcast. Cosa ne pensi del podcasting? Può aiutare la musica?
Ci divertiamo realizzando podcast, è un buon modo per comunciare con il nostri fans. Ci piace scoprire nuova e vecchia musica e aggiungerla nelle playlists. Ci piace la storia della musica. Penso che sia un  modo valido per aiutare la nostra stessa musica: la gente può capire da dove proviene. C’è la possibilità di scovare e verificare le nostre influenze.

Nei prossimi mesi il vostro tour mondiale toccherà anche l’Italia. Qualche descrizione del vostro live show?
Sì, saremo in Italia a Novembre. Realizzeremo energici e coinvolgenti live.  Proporremo un organico mix di suoni basati su PC e strumenti suonati.

Vangelis, Brian Eno… quali di questi artisti consideri fondamentale per il vostro concetto di musica?
IPenso ci siano molti artisti fondamentali per quello che creiamo. Direi che su tutti Eno è la principale influenza in questo momento. I suoi album da solista e quelli realizzati per Bowie e Talking Heads sono un esempio per noi.

Cosa ne pensi di internet come canale alternativo di promozione? Tu credi nel free-download?
E’ probabilmente non un’alternativa , ora è la vera promozione mainstream. Non pensi? Non riesco ad immaginare quale notorietà i Pivot avrebberò raggiunto senza internet. Nello stesso tempo nternet è anche una wasteland. Ci sono molte persone con MySpace e band schifose. Molta dell’informazione va passata al setaccio.

In the blood – Preview

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