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Siamo in due, due giocatori, due player: intervista agli Atari

Losthighways ha scambiato quattro chiacchiere con  gli Atari, dopo la loro esibizione all’Atellana Festival. Il duo napoletano il prossimo novembre al M.E.I di Faenza riceverà il premio Rivelazione indie-pop dell’anno. Dopo un tour che ha li ha visti salire su numerosi palchi, è tempo di svelare qualche anticipazione sui progetti futuri e le intenzioni. Minimalismo, semplicità, divertimento alla base di un progetto che ha un appeal sui generis.
Player 1 e Player 2 ovvero i componenti degli Atari, come la famosa casa di produzione di videogiochi, ci raccontano un progetto che ha riscosso un notevole consenso di pubblico. (Foto by Rosa D’Ettore)

La nascita degli Atari e la scelta di essere un duo.
Player 1: Il progetto nasce per due persone. Entrambi abbiamo già condiviso altre esperienze musicali in passato, ci siamo rincontrati e abbiamo iniziato a suonare per il progetto Atari. Non è stata una vera e propria scelta. In effetti è stata una condizione: noi avevamo quegli strumenti ed un posto per suonare, quindi abbiamo cominciato in due, con basso, batteria e un organo vintage degli anni 60. Poi il setup si è evoluto fino ad inserire un computer che in alcuni casi va a compensare delle carenze sonore inevitabilmente dovute al fatto che manca un elemento come una chitarra. Manca quel quid che dia nell’insieme corpo al sound, quindi il computer, i campionatori vanno ad inserirsi per completare.

Il nome Atari rimanda a quello della casa di produzione dei giochi elettronici degli anni Settanta. Che rapporto avete con i videogiochi e cosa si nasconde dietro il vostro nome?
Player 2: Giocatori lo siamo stati e lo siamo ancora. Diciamo proprio spudoratamente che ci piacciono molto più i giochi vecchi, quelli veramente genuini anziché questi moderni che sono soltanto ammazza cervelli, se vogliamo. Il gioco è importante nel progetto perché il nome non può prescindere dal videogioco. Ma è un orizzonte estetico più che altro. La scelta del nome Atari è un approccio più nostalgico alla cosa, non deve avere per forza un’affinità con i videogiochi.
Player 1: Atari rievoca tutta una serie di cose che non è solo il mondo dei videogame. Atari in termini di videogame è la nascita, e quindi come tutte le cose che nascono hanno in sé quella genuinità espressiva che è fatta di semplicità, un linguaggio molto elementare. Se guardi i giochi dell’epoca vedi delle asticelle molto minimali che danno l’idea di un gioco, ma  paragonati alla grafica dei giochi contemporanei non sono altro che pixel. Allo stesso modo più che le sonorità, che comunque fanno parte del nostro campionario di suoni, ci interessa quell’approccio minimale che ha avuto l’Atari in quegli anni rapportandosi al mondo dei videogame. Anche per questo siamo in due, due giocatori, due player.

Un bilancio del vostro disco Sexy Games For Happy Families.
Player 2: Il disco ci ha portato veramente grandi soddisfazioni. Abbiamo vissuto un tour da far invidia a star di calibro mondiale! Almeno 40 concerti  in giro per l’Italia, la Francia. Il disco è stata  una bella botta!

A proposito del vostro tour, c’è un immagine alla quale siete più legati?
Player 2: Un’immagine del tour a cui siamo legati? Sì, penso a diversi personaggi bizzarri che ci siamo trovati ad incontrare. Sicuramente potremmo fare un elenco infinito di personaggi, promoter, locali.
Player 1: E’ ovvio che suonando si incontra tanta gente, spesso folle perché il solo fatto di stare dietro alla musica in Italia già denota qualche segno di follia! Non è retorica, però si sa che la musica in Italia viene dopo il calcio. In ogni caso il nostro progetto vede due fasi parallele: una è quella di promozione attraverso i mezzi di comunicazione attuali (internet, e quindi MySpace), la seconda è quella assoluta dei live, il momento di ricongiungimento con il pubblico.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Player 2: I progetti per il futuro ci sono ovviamente, già stiamo definendo nuove direzioni per un possibile prossimo album.
Player 1: In realtà le nuove direzioni ci sono da un bel po’ di tempo, infatti spesso ci tormenta questa cosa di vivere la differita con la creatività. La tua creatività viene fuori cioè con l’uscita del disco! Purtroppo le tempistiche per un gruppo, una band emergente e indipendente, sono ben più lunghe. E poi budget relativamente ridotti rispetto alle grandi produzioni. Non puoi permetterti di scrivere dei pezzi e dopo un mese andare in studio, registrare e far uscire il disco. Non è così. Anche perché i tempi di promozione si dilatano, sono di conseguenza più lunghi.
Player 2: Esce il disco con i pezzi che sono già vecchi.

Per concludere, cosa pensano gli Atari della musica in rete (peer to peer, Creative Commons, MySpace)?
Player 2: Sicuramente è importante perché penso che già cinque anni fa tanti gruppi non sarebbero nati. L’importante è non perdere di vista l’impatto ravvicinato con la band, il gruppo. Perché  un pezzo in rete registrato lo può mettere chiunque, però bisogna vedere sempre quanto vale nel momento in cui il gruppo si incontra con il pubblico.
Player 1: Sarebbe opportuno comprare più cd per il bene di se stessi. Perché si scarica anche per fare una prima selezione di quello si vuole comprare. Visto che oggi escono 80milioni dischi all’anno, in qualche modo bisogna pur fare una selezione oppure vado su last fm a sentirmi l’anteprima di un brano. Non c’è niente di sbagliato nel far girare la musica in questo senso. Una marea di artisti stanno facendo girare la musica regalando i pezzi. È’ importante anche avere, in futuro, qualcosa tra le mani da dare ai tuoi figli. Cosa fai vedere ai tuoi figli se non hai niente in mano? A volte scaricando la musica si rischia di dare poca importanza a tutto quello che c’è dietro a un disco, perché un disco non nasce da solo, c’è una fase creativa, una fase produttiva. In realtà ci sono infiniti processi prima di arrivare al disco finito. Scaricando la musica tutti questi processi vanno a finire nella spazzatura.
Player 2: Prima o poi si perderà questa mania ossessiva di scaricare, perché ci si ritroverà con una marea di hard disk intasati. Scaricare diventerà solo un processo di collezione, di feticismo più che di appassionati di musica.

Grazie.
Grazie a te

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