In quest’era di sfrenata velocità e di insensata voracità poco resta, poco si ferma, poco conquista profondamente. Eppure, raramente, il miracolo della Bellezza accade. Così un disco si distingue tra gli altri, si svela, poco a poco, nel nome di quella magia che si chiama lentezza. Si svela a piccoli indizi, dal titolo, dagli angoli dei suoni e dell’intepretazione, dai segreti dei versi, dal fascino delle pause e dall’irruenza di una grazia elettrica che manda in cortocircuito etichette e classificazioni.
Accade questo con Cosa siamo diventati di Diodato. Accade la meraviglia di un disco che sa chiedere attenzione, sa prendersi il suo spazio e dilatarsi nei luoghi dell’anima in un gioco di riflessi. Diodato è in perfetto equilibrio tra classico e moderno, con il lieve guizzo dei veri talenti. La tradizione della canzone d’autore viene mescolata al rock con istinto e consapevolezza insieme.
Sofisticato, senza risultare criptico. Elegante, senza risultare elitario. In continuo movimento tra sussurri e splendide altezze. Il suo cantato disarma, tra tecnica ed emotività, in un gioco di continua tensione che solo a pochi è davvero concesso. A tratti la sua estensione vocale e la fragilità che i suoi versi rivelano ricordano i voli magnifici di Jeff Buckley. Forse perché è questione della stessa grazia.
Uomo fragile è il manifesto del disco, mette subito le carte in tavola e svela un cantautore che non teme la confessione schietta, diretta, così diretta da farla esplodere in un crescendo dal forte impatto emotivo. Colpevoli e Cosa siamo diventati sono perfetti per l’inquietudine e i contrasti in cui si svolgono. Fiori immaginari e Mi si scioglie la bocca raccontano la dedizione, la promessa e il desiderio. L’energia e l’impeto de La verità sembrano poter duellare alla pari con l’estro di Manuel Agnelli. Si potrebbe ancora continuare, citandoli tutti i capitoli di quest’opera del cuore, perché non se ne può escludere alcuno. Tutti hanno lo stesso peso nella dinamica maestosa e delicata di questo disco che scardina ogni aspettativa durante l’ascolto, tanta e tale è la trasparenza del talento di Diodato.
Non si può ignorare il miracolo della Bellezza, e Diodato lo è… un miracolo da cui farsi all’improvviso, finalmente, sorprendere… con tutto il suo indifeso immaginario struggente.
Credits
Label: Carosello Records – 2017
Testi e musica di Diodato, eccetto Paralisi, testo di Diodato, musica di Diodato, Fiaschi e Galioto e Di questa felicità, testo di Diodato, musica di Diodato e Galioto.
Arrangiamenti di Diodato, Daniele Fiaschi, Duilio Galioto, Alessandro Pizzonia, Danilo Bigioni, Daniele “ilmafio” Tortora e Fabio Rondanini.
Produzione artistica di Daniele “ilmafio” Tortora.
Registrato da Daniele “ilmafio” Tortora presso Verde Studio (Roma).
Missato da Daniele “ilmafio” Tortora presso il Terminal 2 Studio (Roma).
Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio – Tredozio (FC)
Artwork di Alessandro Vitti.
Prodotto da Carosello Records
Tracklist:
- Uomo fragile
- Colpevoli
- Paralisi
- Fiori immaginari
- Guai
- Cosa siamo diventati
- Mi si scioglie la bocca
- La verità
- Un po’ più facile
- Di questa felicità
- Per la prima volta
- La luce di questa stanza
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