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s/t- Paolo Saporiti

recensione_psaporiti_IMG_201404Quinto disco per Paolo Saporiti, stavolta scritto interamente in italiano. Paolo Saporiti è il titolo del lavoro: esplicito, un mettersi in chiaro. Dodici brani di un folk rock che abbraccia il contributo artistico di Xabier Iriondo con i suoi virtuosismi sperimentali. Una collaborazione nata in modo spontaneo e che regala alle sonorità del disco bruciature sintetiche con rumorismi affettati in grado di rendere bellicosi voce e strumenti a corde. Quella di Saporiti è una carriera da musicista nata già tempo, che vanta anche di un disco con i Don Quibol, eppure rimane lontana dalle esplosioni modaiole dell’indie. Di certo non è questo il cruccio del cantautore che è più interessato a parlarci del suo mondo, avvicinandoci alle sue melodie distorte, spezzate, melanconiche. Come venire al mondo è una bruciante confessione di “mille ragioni” di lotta, o meglio “spallate” quotidiane a cose o umori. Si cammina su un filo finissimo, col cielo coperto/variabile, incontrando pezzi come l’estrema Io non ho pietà: amore e odio sulla stessa bilancia che come ago ha una voce urlata e roca, oscillante tra una chitarra acustica e archi protagonisti di virate a coltello. Ci sono, poi, gemme silenziose e sussurrate come Cenere e Sangue dove si rimane nudi di fronte alla bellezza dell’arrendevolezza. Come Hitler mostra l’ironia dei testi allacciata ad arrangiamenti ricercati che azzardano assaggi jazz, il tutto fatto crepitare su un tappeto noise “xaberiano” appena accennato. “Erica come posso riuscire ad amare se sei ancora qui?”: lirica, evocativa, una richiesta di spazio, di respiro agitando mantello prima tra corde di violino dolenti e sognanti, poi con viola e chitarra mentre il ritmo s’affretta, infine incespicando sopra manipolazioni sintetiche che sfumano il brano. Quella di Saporiti è una voce potente che sa trovare le sue sfumature per adattarle alle movenze ritmiche. Bestemmie e illusioni da scartare. Un Dio rincorso spesso che si presta per metafore aspre. Un menestrello con la sua poesia di giochi di parole. A voi, Paolo Saporiti.

Credits

Label: 2014

Line-up: Paolo Saporiti (voce, chitarra baritono acustica e acustica standard), Xabier Iriondo (basso fuzz, mahai metak, waraku, field recordings, elettronica), Cristiano Calcagnile (batteria), Luca D’Alberto (viola, violino e violectra), Stefano Ferrian (sassofoni), Roberto Zanisi (bouzouki)

Tracklist:

  1. Come venire al mondo
  2. Io non ho pietà
  3. Cenere
  4. Sangue
  5. Come Hitler
  6. L’effetto indesiderato
  7. Ho bisogno di te
  8. Erica
  9. In un mondo migliore
  10. Caro Presidente
  11. Il vento che dice addio alla luna
  12. P.s.

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Paolo Saporiti – video teaser

Paolo Saporiti – streaming

 

 

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