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A bunch of love songs and zombies – Lava Lava Love

“Amore e zombie: non scherziamo dai, certe cose le può fare solo Dylan Dog!”. Questo è il primo pensiero che è balenato nella mia mente non appena ho avuto tra le mani il disco dei Lava Lava Love. L’artwork (di Serena Micieli) ci narra di un giovane e tenero amore disteso sull’erba, proiettato tra le nuvole. Poi giri e sul retro appaiono degli zombie che avanzano, e l’interno del cd prende le sembianze di un sanguinolento cervello; i brani iniziano a suonare e scopri del colorato pop. Qualcosa non va, eppure…
Per i Lava Lava Love è un esordio, ma non è altrettanto per i singoli componenti della band, tutti musicisti con esperienze alle spalle (tra le quali i Canadians di Massimo Fiorio e Vittorio Pozzato). A bunch of love songs and zombies, però, riesce davvero a portare in sé quella freschezza classica del “primo disco” dove si suona con uno spirito a metà tra la temerarietà e l’insicurezza. Si parla di amore, ma più che altro di delusioni d’amore, di ferite d’amore, di cinismo cresciuto come un fungo sulla pelle, sempre e dannatamente a causa dell’amore. Gli zombie rappresentano questo: forse i ricordi che possono tornare, sporchi ed insanguinati, oppure quella parte di ogni persona lasciata, che irreparabilmente muore insieme ad una storia che non può proseguire.
La musica viaggia tra il più semplice ed immediato pop, alcune divagazioni si potrebbero definire dream-pop, fino alle più classiche e leggere ballate rock. Un disco che riesce ad essere vario pur muovendosi in uno spazio stretto che lo porta ad apparire come una sorta di concept album.
C’è semplicità nei testi dei Lava Lava Love, spesso quasi adolescenziali (che tu abbia trent’anni o quindici, quando perdi o rompi un legame d’amore, piangi per gli stessi motivi e non ci sono parole molto differenti per descrivere gli eventi). Questo romanticismo, sofferto e cinico, si scontra con una forma estremamente solare, del canto e della musica. Questa combinazione suona come un esorcismo, come un fare spallucce alla vita. Suona come questo sole che non se ne va, nonostante Ottobre.

Credits

Label: The Prisoners Records – 2011

Line-up: Florencia Di Stefano (voce, tamburelli) – Oliviero Farneti (piano, synth, basso, chitarra) – Massimo Fiorio (basso, programmi) – Vittorio Pozzato (voce, chitarra, basso, mandolino) – Luca Valentini (batteria, chitarra, banjo); hanno partecipato Matteo Cantaluppi – Matias Di Stefano

Tracklist:

  1. Another happy song
  2. Dry tongue lies
  3. An invitation
  4. Nothing special
  5. Your lite
  6. Last night
  7. The grey lines
  8. Tomorrow will be the wors day of my life
  9. Kenosis
  10. Sparkling wine
  11. Morning dew

Link: BandCamp

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