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Tourist History – Two Door Cinema Club

two_door_cinema_club_tourist_historySolitamente si sa, it’s a long way to the top! A loro invece è bastato un remix di un brano dei Phoenix e qualche singolo per finire sulle prime pagine delle maggiori riviste inglesi e sul blog di uno che di nome fa Kanye West. Sarà un caso, ma i tre giovincelli provenienti dall’Irlanda del Nord, al loro esordio su disco con questo Tourist History, sembrano avere davvero tutte le carte in regola per diventare un nuovo tormentone. Il loro sound electro pop non può non richiamare alla mente fortunatissime band quali Bloc Party, Arctic Monkeys, Death Cab for Cutie e chi più ne ha più ne metta. Ma al di là degli sterili paragoni, i Two Door Cinema Club sembrano mostrare una personalità forte già da questa prima release. Ciò che è davvero notevole, e che probabilmente innalza i TDCC ad un livello superiore rispetto a quello delle moltissime band che si prodigano in questo genere, è il fattore ritmico. Se la pur ottima e sviluppatissima capacità melodica potrebbe non bastare, da sola, a renderli speciali, può farlo di certo la propensione ritmica davvero accentuata che mostra questa band. Altro elemento che diviene inconfondibile nei brani dei TDCC è l’incredibile maturità e perizia mostrata per la cura dei suoni, soprattutto quelli elettronici, e per la creazione di un sound generale davvero compatto. E se ci si aggiunge la dimestichezza e la cura in fase di scrittura e strutturazione degli stessi brani, la cosa diventa stupefacente per una band così giovane e, per di più, all’esordio discografico. Così, se la drum machine ed il basso sono destinati a farti ballare dall’inizio alla fine, la chitarra, i synth e le linee vocali risvegliano la voglia di cantare. Ritmo trascinante, groove coinvolgente che spesso ammicca alla vecchia e amata dancefloor, melodie così semplici e così immediate che ti si piantano in testa che nemmeno un lavaggio del cervello riuscirebbe a cancellarle. Un misto davvero micidiale ed irresistibile. Ed è quasi impossibile citare dei brani in particolare poiché nessuno cala rispetto  al tono generale del disco e tutti sembrano dover trovare un’ulteriore perfezione in sede live. E come un ottimo esordio del genere il disco dura poco più di mezz’ora, tempo più che sufficiente per colpire dritto nel segno. La domanda dunque sorge spontanea: ennesima band di casti giovincelli che si diverte a mettere in fila singoloni accattivanti nella più scontata tradizione del pop d’oltremanica? Noi scommettiamo di no. E anche se così fosse, ci hanno colpito sul nostro lato debole, non possiamo fare altro che lasciarci andare.

Credits

Label: Kitsuné – 2010

Line-up: Alex Trimble (vocals, guitar, synth) – Kev Baird (bass and vocals) – Sam Halliday (guitar and vocals)

Tracklist:

  1. Cigarettes In The Theatre
  2. Come Back Home
  3. Do You Want It All?
  4. This Is The Life
  5. Something Good Can Work
  6. I Can Talk
  7. Undercover Martyn
  8. What You Know
  9. Eat That Up, It’s Good For You
  10. You’re Not Stubborn

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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