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Midnight Talks – A Toys Orchestra

midnight-talksParliamoci chiaro, gli A Toys Orchestra sono probabilmente la miglior band che l’Italia abbia sfornato nell’ultimo decennio. Dopo il successo ottenuto col precedente e splendido Technicolor Dreams, il tour europeo, l’utilizzo di alcuni dei loro brani per la colonna sonora di un film americano, l’attenzione della stampa straniera, ci si aspettava una conferma dell’alto livello della loro personalità compositiva o comunque una dimostrazione ulteriore della maturità raggiunta. Alla luce del loro quarto disco, non so se il passo in avanti sia stato compiuto o meno. La cosa che appare certa sin da subito è che questo Midnight Talks è sicuramente diverso dai lavori precedenti, pur se legato sempre e inconfondibilmente a ciò che ci saremmo potuti aspettare dagli A Toys Orchestra. Un cambiamento però c’è stato e ha portato verso un consolidamento del loro songwriting nella direzione più esclusivamente pop, già presente nella loro musica, quella dei Beatles per intenderci, piuttosto che sviluppare le altre molteplici matrici che ci avevano mostrato nei dischi precedenti. E mai quanto questa volta è così evidente il debito che le canzoni di Enzo Moretto nutrono nei confronti della più famosa pop band di tutti i tempi. Lo si percepisce con chiarezza da brani quali The Golden Calf, Red Alert o Plastic Romance, in cui la citazione dei Beatles e a Rubber Soul è esplicita.  Anche se il lavoro in generale suona più duro, più carnale e viscerale, per non dire più “rock”, non manca in questo Midnight Talks quella poliedricità che i quattro giovincelli di Liverpool ci avevano mostrato nei brevissimi anni della loro folgorante carriera, soprattutto in dischi quali Abbey Road e White Album, e che gli stessi A Toys Orchestra hanno reso parte inseparabile del loro carattere musicale sin dagli esordi.  Eclettismo che si mostra ancora una volta in tutte le sue tinte emozionali (ripescando sempre nell’ambito del rock e del pop britannico dei seventies) nei brani di questo nuovo Midnight Talks, senza mai correre il rischio del “troppo che stona”. Ecco allora le ballad piano e voce (Sunny Days, Somedoby Else), il divertissement spensierato (Red Alert, Frankie Pyroman), l’inconfondibile romanticismo da colonna sonora (Plastic Romance pt. Two, Pills on My Bill), il pop molleggiato e visionario (Celentano), le suggestioni bluesy (Backbone Blues). La vena pop domina ancora una volta, l’amore per la melodia traspare sempre pur all’interno di brani che questa volta sono molto ritmici; è il caso di Mystical Mistake, con un riff incalzante di tastiere che batteria,  basso e piano seguono all’unisono prima di sfociare in una tenue melodia replicata dolcemente dal moog, o di  Look in your Eyes col suo groove corposo. Se per Technicolor Dreams c’era un maetro del pop quale Dustin O’Halloran alla produzione, questa volta lui non c’è e i ragazzi campani mostrano di aver appreso la lezione e di essere cresciuti, continuando su quello stesso percorso e sviluppando ancora un tipo di scrittura di grande livello. La novità che stupisce di più è probabilmente l’utilizzo di archi e fiati arrangiati con grande maestria dall’onnipresente Enrico Gabrielli. Da sottolineare anche le collaborazioni importanti con protagonisti della scena indie nostrana quali Rodrigo D’Erasmo e Alessandro “Asso” Stefana. Probabilmente sarà soltanto il tempo a dirci se di passo in avanti si sia trattato o meno ma ciò che è certo è che per personalità e qualità gli Toys Orchestra continuano ad essere tra i migliori prodotti della nostra Italia odierna. Da esserne orgogliosi.

Credits

Label: Urtovox – 2010

Line-up: Enzo Moretto (vocals, guitar, piano) – Ilaria D’Angelis (piano, vocal, guitars, synth, bass) – Raffaele Benevento (bass, guitar, vocals), Andrea Perillo (drums)

Tracklist:

  1. Sunny Days
  2. Red Alert
  3. Mystical Mistake
  4. The Day Of The Bluff
  5. Celentano
  6. Plastic Romance
  7. Plastic Romance part two
  8. Pills On My Bill
  9. Frankie Pyroman
  10. Blackbone Blues
  11. Look In Your Eyes
  12. Summer
  13. The Golden Calf
  14. Somebody Else

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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