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Secondi fini per fare le ore piccole – Nolan

nolan“C’è un oltre in tutto. Voi non volete o non sapete vederlo. Ma appena quest’oltre baleni negli occhi di un ozioso come me, che si metta a osservarvi, ecco, vi smarrite, vi turbate o irritate” (Luigi Pirandello). Dialoghi del Se e dell’Attraverso, appunti dell’Io, monologhi della mezza stagione che è il viversi accanto. Una stanza, uno specchio, fotografie di volti, dettagli di volti, occhi soprattutto: sguardi fissati alla pellicola, alla memoria, alla ritmica dei lemmi mentre si snodano lungo binari di note che conducono Dentro, nei luoghi letterari dei battiti e dei perdoni, geografia d’argini e conflitti del respiro. Teatro ad personam, spicchi di vissuto, licenze spazio-temporali: Secondi fini per fare le ore piccole è significato, suono, interpretazione, è poesia-teatro, ironia del bello nella sua accezione filmica, nell’eccezione dei contrari, di accenti inconsueti posati sul ricordo, sul rumore del resistere al mondo. Vitangelo Moscarda sui generis, che appare a se stesso in forme distorte, manipolate dalla voracità dei modi del sentire, Nolan (Gipo Gurrado, polistrumentista e compositore, già autore con Aldilàdidalì, attivo nell’ambiente della danza e del teatro, direttore musicale della compagnia Quelli Di Grock) propone un lavoro eclettico, inconsueto, poliedrico, colto, elegante dell’eleganza sobria propria della sperimentazione che non ostenta ma ottiene, risarcendo la manipolazione dei mezzi con la poesia del fine. Strappi di chitarra, virate funky, plot pop rock, atmosfere evanescenti, minimalismi di battuta, accelerazioni, amnios jazz: nove brani d’autore, giocati fra la simmetria melodica del puro cantautorato, il pathos degli arpeggi e certe asimmetrie elettro-acustiche. Testi che meritano l’appunto, la trascrizione a bordo pagina, che l’ascolto sottolinea a matita e poi ripassa; testi da leggere, rileggere, usare al modo di certa poesia che ti indovina, ti scalda, ti ferisce, lascia che, infine, tu possa riemergere. C’è un Oltre in tutto e Nolan lo indovina, complice l’ottimo lavoro di strumentisti dai percorsi eterogenei e dall’enorme talento; lo anagramma sobriamente e lo disseta, al di là di ogni prudenza, con il garbo gaberiano dei moniti, la stridente intelligenza di Neve ridens, certa fluidità alla Spirit of Eden. Un disco che pare attenderti, quasi ti avesse già incontrato, un po’ meno sogno di quanto potrebbe sembrare, un po’ più vero di certe storie, non solo d’amore.

Credits

Label: Totally Unnecessary Records – 2009

Line-up: Gipo Gurrado (voice, guitars, keyboards, electronics, programming); Stefano Risso (doublebass), Lucio Sagone(drums), Mell Morcone (piano), Lorenzo Mondinari (bass), Attila Faravelli (programming, electronics), Mauro Sansone (drums), Alessandro Sicardi (guitars), Marco Ricci

Tracklist:

  1. Inverno Veritas
  2. Calcolo preciso
  3. Il succo
  4. Non torno
  5. La pazienza
  6. La strada opposta
  7. Pedalo seduto
  8. Bugie
  9. Maremosso

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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