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Wild nights, quiet dreams – Hollowblue

wildnightquitedreamsA volte ci si trova investiti dalle emozioni, ci si sente sbatutti al tappeto o contro un muro, pressati da mancare il fiato. Altre volte, invece, le emozioni sono in grado di innalzare, fino a provocare delle vertigini dolci, piacevoli ed inebrianti. La musica degli Hollowblue è capace di fare prima una e poi l’altra cosa. Il merito va alle capacità di Gianluca Sorace, prolifica mente di una band composta da validi musicisti affiatati ed in continua ricerca di crescita.
Wild nights, quiet dreams è il secondo album della band (escludendo l’ep d’esordio What you left behind datato 2004), è prodotto da A cup in the garden (libero contenitore artistico nelle mani del chitarrista Marco Calderisi e dello stesso Sorace). Si tratta di un disco bellissimo (e quest’ultima affermazione è tutt’altro che banale). La bellezza è sì un concetto soggettivo ed opinabile, ma quando il lato estetico dell’arte è simbiotico a professionalità e qualità, allora la soggettività si annulla.
Atmosfere calde e desertiche continuano a caratterizzare il sound della band toscana, ma rispetto al precedente Stars are crashing (in my backyard) le novità sono molteplici. La cura per i dettagli è quasi maniacale, simile all’attenzione di uno scrittore nello scegliere ogni singola parola e la sintassi migliore. Per questo Wild nights, quiet dreams risulta essere un’opera organica estremamente solida, perchè coerente e stilisticamente matura, fluida come un romanzo suonato. Archi ed ottoni vengono usati per dare spessore alle emozioni e non solo per riempire il suono, la voce è usata con intelligenza e passione, il ritmo e la melodia trovano equilibrio passando dal rock, al pop, a sonorità jazzy e folk-rock.
Trama del tessuto di note che compone questo album è la narrazione di storie selvagge di amore, morte, speranza, redenzione. L’essenza dell’uomo è celata nella propria primordiale bestialità, in tutte le sue declinazioni negative e positive: su questo gli Hollowblue pongono il proprio sguardo offrendoci spaccati di vite assurde e normali, ma tutte degne di essere raccontate con la propria adeguata colonna sonora.
Con la fondamentale partecipazione di Sukie Smith (aka Madam) nel brano Wild dogs run, gli Hollowblue, grazie a questo nuovo album, hanno dimostrato ancora di essere uno tra i gruppi più validi dell’attuale panorama musicale italiano, distinguendosi per eleganza, composizione ed originalità. In Wild nights, quiet dreams il profilo artistico e poetico della band diviene altissimo. Lasciatevi investire, sollevare ed ubriacare dalla bellezza, qui ce n’è davvero a fiumi.

Credits

Label: A cup in the garden – 2009

Line-up: Gianluca Maria Sorace (voce, cori, piano, timpani, chitarra elettrica ed acustica, elettronica) – Marco Calderisi (chitarre elettriche, basso baritono) – Giancarlo Russo (basso e cori) – Federico Moi (batteria). Hanno inoltre partecipato: Filippo Ceccarini (tromba) – Andrea Cattani (viola) – Ellie Young (violoncello) – Sukie Smith (voce e testo in Wild dogs run)

Tracklist:

  1. Wild & scary
  2. You cannot stop
  3. Forgot to say I still love you
  4. Sigma
  5. I’ve go the key to change the world
  6. Honeymoon
  7. Wild dogs run
  8. Green eyes
  9. The last day
  10. Shout
  11. Cry Hell!

Links:Sito Ufficiale,MySpace

Hollowblue – Wild nights quiet dreams – Preview

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