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Un mondo astratto, allucinato: Beatrice Antolini @ Circolo degli Artisti (RM) 12/12/08

antolini_rm003Il Circolo degli Artisti ospita il concerto di Beatrice Antolini in una serata in cui il freddo pungente ti entra nelle ossa ricordandoti l’inesorabile incedere dell’inverno. Nella mia mente riprendono vita le immagini e le emozioni di diversi mesi fa quando, in un clima decisamente più estivo, Beatrice aprì il concerto di The Niro al Circolo. Non la conoscevo. Rimasi talmente rapito dalla sincerità e dall’intensità della sua esibizione che lo show del bravissimo cantautore romano passò nettamente in secondo piano. Beatrice Antolini è così! Semplicemente spontanea. E’ una spontaneità che ti regala emozioni ogni qualvolta sali su un palco e guardi la gente davanti a te; la stessa spontaneità che ti dipinge un sorriso sulle labbra ogni qualvolta scatta un applauso; la spontaneità che ti fa ringraziare con un esile filo di voce e le pur poche persone che sono venute stasera, perché sono venute lì per te.

La spontaneità che ti fa ammettere con un po’ di imbarazzo di aver potuto provare Riule Ule soltanto una volta, scusandosi, alla fine del brano, per la riuscita non perfetta. Ma c’è anche la musica! Le luci si spengono e due tizi dall’aspetto stravagante calcano il palco, si posizionano uno dietro la batteria e l’altro alle percussioni e fanno partire un ritmo trascinante che si trasforma lentamente in forma canzone man mano che si aggiungono progressivamente il basso, la chitarra, la tromba e poi lei, Beatrice con le sue tastiere. Parte A New Room for a quiet life dal nuovo disco, A due. La funambolica danza nel mondo incantato e variegato di Beatrice ha inizio al ritmo di una bossanova che sa farsi ora tetra, ora brillante grazie agli inserti di tromba e alle tastiere suonate in modo percussivo. Il bislacco caleidoscopio di Beatrice sa produrre mille suggestioni tra i diversi brani arrangiati in maniera burlesca e sorprendente. I ritmi esotici ed il tango di Pop Goes To Saint Peter si fondono con il grottesco musical alla antolini_rm004Broadway di Sugarise. Le surreali colorazioni jazz di inizio novecento di Lazy Jazy che si ritrovano nell’atonale umorismo di Michael Night ben sposano la lenta Morbidalga e la commovente ballata Clear my eyes. Le digressioni pianistiche di Bread and Puppets bilanciano la melodia della movimentata e nevrotica Funky Show. La stupenda New Manner mostra ancora una volta tutto l’immaginario dello sterminato mondo di Beatrice Antolini. Un mondo astratto, allucinato, in cui domina l’imprevisto; un mondo eccentrico, farsesco, frenetico, aggressivo ma allo stesso tempo intimo e raccolto. Un mondo profondo e vero, che è fuori dal tempo, in grado di racchiuderti tra le sue braccia per un’ora e più di onirica avventura. Ed è ancora la spontaneità a scrivere la parola “fine”.La spontaneità che fa annunciare l’ultimo pezzo come fosse la cosa più normale del mondo, lasciandoti così, senza bis. Perso, continui a guardare nel vuoto mentre il palco si svuota, assorto in quell’alone di candida purezza. (Foto by Emanuele Gessi)

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