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A Milano non fa freddo: La Crus @ Teatro degli Arcimboldi (MI) 04/12/08

lacrus_milano001Prendimi per mano e portami con te per quest’ ultima serata insieme. Prendimi per mano e portami con te in quest’ultima tappa del nostro lungo viaggio. Prendimi per mano e portami con te alla fine di questa strada e all’inizio di un’altra. Prendimi per mano e portami con te… Ci lasceremo prendere per mano dalla musica per festeggiare e salutare un gruppo di musicisti che stasera ci offre un ultimo concerto prima di sciogliersi. È l’ultima volta dei La Crus a Milano ed è l’ultima volta che Milano può ascoltarli in una cornice magica e simbolica come il Teatro degli Arcimboldi. Tutto esaurito, siamo tutti lì per loro, per farci regalare emozioni che sanno di malinconia ma anche per ringraziarli di questi lunghi anni insieme. Il sipario si apre e al centro del palcoscenico c’è la Musica, ci sono la chitarra di Cesare Malfatti e la tromba di Paolo Milanese per l’intro strumentale Da un’altra parte: la melodia è calda e avvolgente, invita all’attenzione, all’intimità, all’ascolto silenzioso.

Una perfetta introduzione per Mauro Ermanno Giovanardi che ci regala due splendidi brani: Nera signora e Soltanto Amore. La prima sembra la colonna sonora perfetta per questa serata nel suo raccontare un amore finito di cui si cerca di godere gli ultimi istanti: “balliamo balliamo / la nera signora, / balliamo balliamo /  finché venga sera”.
Colpisce fin dal primo istante sul palco Mauro Giò Giovanardi, non solo per la sua camaleontica voce ma per il suo rapporto con il pubblico: così istrionico e folle nel fare gli onori di casa, così concentrato e carismatico nelle canzoni, sempre emozionante e coinvolgente. E stasera Giò ha invitato tanti amici a dividere il palco e la prima è Cristina Donà, sublime interprete di Ad occhi chiusi. E’ un bell’incontro tra due voci forti e attraenti, dalla straordinaria capacità evocativa ed interpretativa: le canzoni ti arrivano alla pancia prima ancora che alla testa, le parole sono suoni interiori prima che insieme di sillabe. Il pubblico resta sempre in silenzio, per fortuna. C’è quasi il timore di rovinare tutto, di spezzare l’intensità dell’atmosfera nel susseguirsi di alcune tra le canzoni più note dei La Crus, come Dentro me (con Pino Marino) e Come ogni volta (con Cristiano Godano e Riccardo Tesio). C’è spazio per la leggerezza di Syria, ospite in Come una nube e per la carica di Rachele Bastreghi nel duetto di Mentimi.
Forse l’eccezionalità dell’evento, il sapere che non ci sarà più un’altra occasione ha reso tutto più magico o forse è solo che in alcuni momenti l’intensità dell’esecuzione è stata enorme, ma so che a volte l’emozione si trasforma in pelle d’oca, diventa commozione, come accade sulle note di Infinite possibilità: le parole sono dure, durissime ma altrettanto reali. lacrus_milano002Rappresentano un fantasma di cui hai molta paura, qualcosa che vuoi fuggire a tutti i costi: “se chiudo gli occhi il tuo sangue si gela all’istante / vedo il ghiaccio che cola dentro la tua bocca / ancora dentro la tua bocca ancora”.
Il concerto si chiude con due duetti importanti, quello con l’amico di una vita Manuel Agnelli in Ricordare e quello con un’altra straordinaria interprete, Nada ne Il vino, perfetta conclusione. Una canzone che dietro l’apparente banalità del testo, dietro lo stornello nasconde una grandissima malinconia. E la voce di Nada fa venire i brividi per come sa trasmettertela.
Prendimi per mano e portami con te verso le infinite possibilità del futuro perché oggi è solo un ricordo di ieri. (Foto by Alessandra Gabola)

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