Home / Recensioni / Album / Al Mio Risveglio – Greenhouse Effect

Al Mio Risveglio – Greenhouse Effect

E’ notte. Silenzio e pensieri. Auricolari nelle orecchie. Un piano ed un basso girano intorno ad una melodia ammaliante e tensiva nella sua insistente ripetitività. Una voce distante, come proveniente da un tubo catodico, scandisce le parole. “La tecnologia può essere un male per il cattivo uso che se ne può fare e non il male in quanto tale. Effetti paradossali e non il male in quanto tale”. La tensione si scioglie, i sensi iniziano a distendersi dilatando lo spazio d’azione dei pensieri e delle sensazioni accompagnati da un placido arpeggio di chitarra (Il male in quanto tale). Stiamo già sognando, volando sulle morbide ali di una musica che si rivela pian piano. Evolve trasformando gli eterei arpeggi solitari in flusso sonoro nel quale basso e batteria sostengono tastiera e chitarre. Poi la voce. Sospiri che di tanto in tanto ci riportano con dolcezza ai Colori accesi della realtà. Ma il sostrato strumentale è il vero punto di forza. Castore vs. Polluce, a imitazione dei Diòscuri figli di Zeus e Leda patroni dell’arte poetica, della danza e della musica[, sa creare un suono che gli arpeggi di piano e di chitarra rendono spensierato e cupo al tempo stesso. Il vocoder e il basso ci introducono nel tunnel dell’ansia che cresce sempre più man mano che si aggiungono chitarra elettrica e tastiere fino all’urlo liberatorio finale. Avenue ci rasserena. L’aria si imprime ancora una volta della polvere magica di dimensione onirica e commovente che soltanto la dimensione live può restituire. Melodia che nasce dalle viscere di se stessa, fino a dominare per poi svanire ancora su se stessa nell’impercettibilità. La voce ritorna a scaldarci solo con Parigi. Brano più quadrato che nel finale sfocia in un vero e proprio sfogo in cui la voce e le chitarre distorte urlano con rabbia a liberare tutta l’ansia claustrofobica accumulata. Al risveglio, coi suoi quasi dodici minuti di durata, racchiude in sé un po’ tutte le caratteristiche del sogno sperimentate dall’incipit. “Di tutte le cose che ho visto io non potrò sorridere / Al mio risveglio troverò luoghi per sopravvivere”. La tensione cresce man mano che ci si avvia verso il risveglio. Le dissonanze sembrano debbano lasciarci con l’amaro in bocca ma ecco, sullo sfondo, in lontananza, la stessa melodia di piano che ci aveva aperto le porte del sogno (Reprise). Ma adesso abbiamo gli occhi aperti.

Credits

Label: I dischi del Minollo – 2008

Line-up: Daniele Bertolini (chitarra, voce, drum-m), Lorenzo Cusinato (chitarra, voce), Andrea Toso (piano, synth, voci), Alessandro Bordone (basso), Stefano Mannoni (batteria)

Tracklist:

  1. Il male in quanto tale
  2. Colori Accesi
  3. Castore vs. Polluce
  4. Avenue
  5. Parigi
  6. Al mio risveglio
  7. Reprise

Links:Sito Ufficiale,MySpace

Ti potrebbe interessare...

IMG_5040

Sprecato – James Jonathan Clancy

La notte dell’anima non ha confini. Il castello del nostro Io più profondo non potrà …

Leave a Reply