Home / Editoriali / Sincronizzare il mio cuore con la musica: intervista ad Aris (Peter Kernel)

Sincronizzare il mio cuore con la musica: intervista ad Aris (Peter Kernel)

I Peter Kernel sono un progetto nato dalle esperienze di moviemaker della loro bassista Barbara Lehnhoff. Il gruppo svizzero propone un rock sperimentale che da un lato si dilata in direzione post-rock come soundtrack di cinema interiore e dall’altro si contrae nei colori di un pop-noise avvolgente. Il loro ultimo lavoro How to perform a funeral? parte dall’esigenza di superare un brutto momento della band e catalizzare l’esperienza in creatività sonora, il fruitore ne è coinvolto in una tempesta emozionale senza sosta. LostHighways ha avuto il piacere di intervistare Aris, toccando dei momenti di unica bellezza. L’intervista ha ceduto il passo ad un dialogo più in generale sulla musica come unica arte curatrice dell’anima.

How to perform a funeral è il titolo del vostro album d’esordio. Una scelta dettata dall’esigenza di cristallizzare in musica il superamento di un oscuro momento da parte di tutti voi della band. Raccontateci la genesi di quest’album?
I brani del disco li suonavamo dal vivo da un po’ di tempo. Grazie alle performance live li abbiamo riarrangiati, tagliati, rimescolati. È quando ti trovi anche una sola persona emozionata che capisci se il brano trasmette qualcosa oppure no. Non vogliono essere brani per piacere a tutti. Ci mancherebbe.
Ma ognuno di questi brani ha trovato riscontro positivo in almeno una persona nei nostri concerti. E questo ci è bastato per fare la scelta della scaletta del disco. Ad un certo punto abbiamo deciso di immortalare queste melodie. Pensate e realizzate in un periodo non troppo facile.
Appena c’è stato un miglioramento della nostra situazione privata abbiamo pensato bene di fare il disco per “esorcizzare” e chiudere ciò che avevamo passato. Quando qualcosa finisce, bene o male qualcos’altro inizia. E non per forza è completamente diverso.

La musica può aiutare a superare brutti momenti? Può essere vista come una “medicina emozionale”?
La musica può salvare la vita. Immagina di trascorrere la tua vita senza una colonna sonora. Sarebbe come vivere senza ricordi. Mi chiedo il senso. Quando sono giù ascolto musica triste come la maggior parte della gente. Questo mi permette di toccare il fondo con i piedi. Solo a quel punto posso darmi la spinta per risalire. L’emozione che dà la musica è speciale e molto personale. Quello che emoziona tantissimo me magari non emoziona te, ed è giusto che sia così e che esistano tantissime musiche diverse, per tutti. Per tutte le situazioni.
Posso però entrare un po’ di più nello specifico riguardo al potere della musica su di me. Siccome ho problemi con il ritmo del battito del cuore e ho dei colpi che vanno un po’ a caso, il fatto di suonare ad un certo volume e ad una certa velocità, mi permette di sincronizzare il mio cuore e stare meglio.Questo svela anche il perché di pezzi piuttosto lineari in fatto di velocità.

Happy to see you è il brano che mi ha più colpito del disco. C’è uno sperimentalismo non fine a se stesso, è pura traduzione emozionale. Com’è nato?
Quel pezzo inizialmente non era così. Aveva una struttura molto rigida. Poi quando ci siamo accorti che non ci trasmetteva più una certa sensazione abbiamo deciso di sventrarlo e di ricostruire una sorta di utero musicale. L’idea è che il nascituro ha problemi ad uscire. La cassa della batteria e il basso sono i battiti del cuore che lui sente all’interno. Gran parte del brano è improvvisato, perciò dal vivo a volte prende delle pieghe leggermente diverse dalla versione del disco.

Com’è nata l’artwork del CD veramente particolare?
Avevamo molte idee diverse per l’immagine che il disco doveva avere. Abbiamo fatto parecchi tentativi. Collage, illustrazioni, ma le foto ci sono più care. Soprattutto fatte da noi. In modo non professionale. Ed ecco che uno dei soliti nostri weekend di vino, disegni, realizzazione di magliette, realizzazione di video si tramuta in una serie lunghissima di fotografie dai toni bianchi e leggermente nudi. Barbara e Anita che si abbracciano con dei maglioni bianchi leggermente trasparenti.
In fondo fare un disco è come mettersi un po’ a nudo davanti alla gente. Ecco l’immagine.

Il vostro progetto è nato dalle esperienze di moviemaker sperimentale della vostra bassista Barbara. Quanto è importante rompere le frontiere tra diverse forme d’arte al fine di coinvolgere il fruitore in una maniera sempre più sinestetica?
È fondamentale. Non potrei pensare alla nostra musica senza i disegni, le foto, o i video che facciamo. E poi penso che la musica è inscindibile dall’immagine. Bene o male quando ti ascolti un disco stai guardando qualcosa. Che sia la copertina del disco, le tue scarpe, il vento che piega gli alberi, le bollette della luce o chissà cosa… ma il suono si sovrappone sempre ad immagini. E allora perché non proporre qualcosa in questo senso?

Se doveste definire la vostra musica attraverso un film, un libro ed un quadro?
È dura. Per il film El Topo di Jodorowsky (1971), il libro sarebbe Il piccione di Camus e il quadro sarebbe uno dipinto da mia madre negli anni ’70 che però non ha titolo.

Nella vostra Svizzera come se la passa la musica indipendente? In particolare quali band della vostra terra consigliereste di approfondire?
Da noi la musica se la passa come da voi, come dagli inglesi, dai cubani, dai rumeni… Insomma, come in qualsiasi posto. Ci sono cose fantastiche e progetti indicibili. Ma c’è sempre qualcosa.
Ci sono dei gruppi svizzeri che mi sento di consigliare. a parte quelli della On The Camper Records, che però mi sembra scontato da dire, ci sono gruppi come Honey for Petzi, Beautiful Leopard, Aie Ça Gicle e sicuramente altri che ora non mi vengono in mente…

MySpace ha effettivamente cambiato le regole di promozione della musica?
Purtroppo sì. E noi facciamo parte di questo schifo. Ma grazie a MySpace abbiamo trovato la booking agency di Berlino che ad ottobre ci fa fare un giro in centro Europa e un agente per la svizzera.
Ci sono giorni in cui vorrei cancellare il nostro account, ma poi avrei più difficoltà nell’organizzare certe cose.
Ecco. Sei stato molto gentile. Un abbraccio.

Happy to see you – Preview


Ti potrebbe interessare...

Vampire_Weekend_news

Vampire Weekend ritornano con un nuovo album “ONLY GOD WAS ABOVE US”

L’iconica band indie-rock della scena americana VAMPIRE WEEKEND   A distanza di 5 anni dall’ultimo …

Leave a Reply