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La rivoluzione della sincerità – S.E.N.S.

“Wege – nicht Werke”. “Itinerari – non opere”. In esergo all’edizione delle opere complete di Heidegger sta questo motto, che sembra potersi ascrivere allo spirito che percorre ed anima La rivoluzione della sincerità, quattro canti, quattro itinerari, quattro vie aperte e vagabonde che fanno di una ricerca, di un cammino in costante divenire, una musica. L’opera come percorso concluso, come finitezza e limite, non è desiderata, gli aneliti restano piuttosto rivolti alla bellezza che fluida s’incarna in mille forme, al pensiero in movimento. Amaricante e Atacama si mostrano come volti della malia esercitata dal trasfigurarsi e dallo scorrere dell’incanto. L’Illusione e la Divagazione svelano quest’anima mobile e trascinante che si annuncia già nell’acronimo scelto come nome dell’unione di quattro musicisti, S.E.N.S., parola custode di parole, segno in cui si condensano passaggi, sensi e tracce… Sentieri Erranti Nella Selva, Holzwege, Sentieri Interrotti, luogo in cui i passi non seguono ma aprono la strada, terra di pensieri raminghi, di perturbamenti e perdite, di arabeschi disorientanti, toccanti, affascinanti. Roberto Allegrini, Stefano Cavioni, Matteo Garlaschi e Marco Cusaro hanno scelto di dischiudere la propria essenza composta e complessa prendendo il nome di una preziosa opera di Martin Heidegger, riconoscendosi in un insieme fatto di segni difformi, che talvolta arrivano a sembrare dissonanti, segni che sembrano interrompersi reciprocamente eppure s’intrecciano, s’incastrano, mettendo il pensiero in condizione di vagare e di restare avviluppato dalle tracce. Anime diverse ma complementari e coese, i quattro si sono specchiati nelle parole del filosofo tedesco, nella sua convinzione che “I sentieri vanno errando. Ma non si smarriscono”. Il loro peregrinare disegna così linee intricate e al contempo percorribili, tratti lungo i quali intuire il tutto generato dall’incontro degli stessi, un tutto che nasce dalle asprezze e dalle oscurità di una selva di suoni materici, impetuosi, travolgenti, dalle voci oniriche, dalle parole vive come visioni. La scrittura evocativa a tratti si sposa con sonorità furiose per poi con-fluire insieme a note ipnotiche, quasi un etere o un liquido amniotico che ammanta e strega il sentire. Corde e pelli e metalli esplodono come bolle d’acqua viscosa o come astri, lasciando residui di luce e colori ancorati alle membra… carezze di un rock ruvido che non ignora la poesia.
L’universo visivo a cui il suono conduce si manifesta come matassa di luci e contrasti, di sfumature, La rivoluzione della sincerità la racchiude evocando un dipinto di Paul Signac da cui prende il nome, i suoi tocchi vividi che chiedono all’occhio di comporre immagini, di immaginare e fondere segni. “L’età dell’oro non è nel passato, è nel futuro”, questo scrivono i colori, desiderio e sogno r-accolto dalla musica, vissuto da questa affinché la bellezza trovi sempre davanti a sé l’eterno in cui dispiegarsi.

Credits

Label: Autoprodotto – 2007

Line-up: Roberto Allegroni (voce) – Stefano Cavioni (chitarra) – Marco Cusaro (basso) – Matteo Garlaschi (batteria)

Tracklist:

  1. Illusione
  2. Divagazione
  3. Amaricante
  4. Atacama

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