Home / Recensioni / Album / Lonelyplanet – Mambassa

Lonelyplanet – Mambassa

cover_lonelyplanetFinalmente! Finalmente il  nuovo disco dei Mambassa. Una lunga attesa durata sei anni da quel fortunato Mambassa del 2004, di cui Canzone d’odio è ormai diventata un inno. Dopo quindici anni di carriera e varie modifiche della line up intorno al nucleo centrale di Stefano Sardo e Fabrizio Napoli, i Mambassa tornano con un disco impeccabile, sotto tutti i profili. I numeri ci sono, gli argomenti anche e l’immancabile talento fa da perfetto legante. Lonelyplanet è un lungo viaggio verso l’umano bisogno, sviscerato in maniera profonda in ogni sua declinazione. È un passaggio in un tempo dilatato, tanto da superare le attese e le compensazioni, in cui il qui ed ora sono strettamente legati al passato e al futuro. È un tramonto di riflessione ed analisi acuta intorno alla solitudine che governa il mondo, concetto di cui è pregno non solo il titolo ma anche l’intera tracklist. Fin dalle prime battute tutto si fa bisbiglio e dolcezza, in un susseguirsi di emozioni e sentimenti ben precisi. L’intensità insistente delle voci di Stefano Sardo e Robertina Magnetti in La costruzione della notte arriva dritta allo stomaco, così come il pensiero malinconico di Nostalgia del futuro verso quei progetti per un domani immaginato e inaspettatamente perso: “sai la gente pensa a noi/ meno di quanto crediamo/ e il tempo vola via/ insieme a quello che perdiamo”. In Immolando si fa largo la richiesta di un compromesso, di fronte all’esame delle proprie scelte in rapporto alla propria disponibilità al cambiamento: “Mi tieni ancora un po’?/ Che forse ora mi sto/ immolando”. Il primo singolo estratto è Casting, una sorta di Truman Show visto attraverso gli occhi del protagonista, talmente manipolato da non potersi più neanche considerare tale: “non sono io a decidere come vivo/ non sono io che scrivo/ che cosa sarà di me, di noi/ non rientro nel novero di quei ruoli/ che chiamano principali/ è solo un cameo il mio,sai”. La pioggia di settembre è il pezzo che forse più raccoglie la tradizione del cantautorato italiano, dalla scelta melodica al testo particolarmente melanconico e subìto: “Sei felice almeno un po’/ ora che sai che il mio è un addio/…/ dì che sai che prima o poi/ sai che mi rimpiangerai”. Dispari è una biografia di Stefano Sardo, in cui le coincidenze della vita si mischiano alle scelte nell’arte. In Ora che non ci sei più tu l’assenza diventa libertà, facilità e spunto di miglioramento: “Ho deciso che sarò/ migliore di quanto tu non sai/ sarà facile vedrai/ ora che non ci sei”. Ma la verità è un sospiro ripetuto: “La verità è che penso a rimediare/ e a che farò se tu non cambi idea”. Mia è invece un modello di indipendenza e ribellione intelligente: “la sola legge che ascolta è la sua/… / qualunque sia il prezzo lei mostra il disprezzo/ per ogni prudenza, Mia vive così”. Oggi è il gioco dell’ambivalenza che svela la doppia faccia di ogni moneta: “Se scrivi non vivi/ ma se vivi, poi/ chi scriverà”. È il gioco del tempo in cui oggi non può essere ieri e non potrà essere domani. Il peso si fa liberatorio nei cori e nel finale strumentale. Non si può urlare Mi fido di te e così il piano sovrasta la voce, che si fa leggera per dichiarare l’abbandono di sé nelle mani di un altro, riconoscendo allo stesso tempo il rischio e la salvezza che si celano dietro la fiducia. Chiude il disco Alta marea, un canto solitario e, ancora una volta di più, di solitudine. Ancora la voce di Robertina Magnetti che si unisce egregiamente a quella di Stefano Sardo. È un finale ben scelto, ad ultima dimostrazione di una tracklist ben ponderata e misurata.
Il sound dei Mambassa si è ulteriormente affinato, grazie anche alle tastiere della new entry Fulvio Bosco. Lonelyplanet è un disco soft capace di unire sapientemente le influenze di ciascuno per creare un suono nuovo e riconoscibile, proprio dei Mambassa. L’inquietudine che muove le parole si trasforma, a livello strumentale, in un’esplosione di suoni sempre perfettamente accuditi e puliti. È un disco di morigerata misura in ogni sua parte. Un lavoro impeccabile.

Credits

Label: Emi – 2010

Line-up: Stefano Sardo (voce, chitarre) – Fabrizio Napoli (chitarre, cori) – Gianfranco Nasso (basso) – Fulvio Bosco (tastiere programmazioni) – Massimo Lorenzon (batteria) – Andrea Gergesio (programmazioni, tastiere) – Nino Azzarò (chitarre, cori) – Ru Catania (chitarre) – Fabio Giacchino (piano elettrico) – Robertina Magnetti (voce in track #1, #11) – Luca Begonia (flicorno in track #9) – Nicola Tescari (arrangiamenti archi in track #10)

Tracklist:

  1. La costruzione della notte
  2. Nostalgia del futuro
  3. Immolando
  4. Casting
  5. La pioggia di settembre
  6. Dispari
  7. Ora che non ci sei più tu
  8. Mia
  9. Oggi
  10. Mi fido di te
  11. Alta marea

Links:Sito Ufficiale,MySpace

Ti potrebbe interessare...

Genesis - The Lamb

The Lamb Lies Down on Broadway – Genesis

All’uscita di The Lamb lies down on Broadway, il 22 novembre del 1974, Peter Gabriel …

Leave a Reply