Guido Maria Grillo, pronipote del “principe” Totò,
avanguardia della canzone napoletana,
tra Murolo, Tenco e Jeff Buckley
Parentela con Antonio De Curtis, il “principe” Totò, canzone napoletana contemporanea, echi del Mediterraneo, tracce di elettronica e di musica araba, incontri tra culture e tradizioni: questo, in sintesi, è Guido Maria Grillo, giovane cantautore apolide.
Il primo singolo, “A chi tene ‘o core”, disponibile su tutte le piattaforme dal 20 gennaio, anticipa l’Ep che sarà pubblicato a marzo 2021. Si tratta di un’esortazione ad affrontare le difficoltà con coraggio e determinazione (cit. trad. “chi non ha cuore vive senza vita e muore senza nome”), ad adottare una forma di Resistenza attiva, individuale e collettiva, alle avversità, con prospettiva di sopravvivenza e rinascita, tanto più necessaria in questo tempo di affanno globale.
Il videoclip è interamente girato nei territori di Riace, Stignano e Caulonia, comuni della cosiddetta Costa dei Gelsomini, affacciata sul Mar Jonio, in provincia di Reggio Calabria. Luoghi che sono ancora oggi teatri di sbarchi anonimi di viaggiatori speranzosi che approdano sulle coste sud dell’Europa, provenienti da Nordafrica e Medio Oriente. Riace è noto nel mondo per le sue politiche di accoglienza ed integrazione e per aver dato vita ad un modello in grado di offrire una nuova prospettiva di gestione del fenomeno migratorio. Mimmo Lucano, cioè colui che lo ha ideato, allora Sindaco di un Comune di soli duemila abitanti, si è guadagnato un posto tra i 50 leader più influenti al mondo secondo la rivista Fortune, nel 2016.
Immerso nell’arte fin da piccolo (nella casa materna, della famiglia De Curtis, zeppa di quadri dello zio pittore, echeggiavano arie d’Opera intonate dal nonno, tenore e violinista, e da un altro zio, grande esperto di Giacomo Puccini), Guido Maria Grillo è cresciuto ascoltando Tenco, Jeff Buckley, la grande canzone napoletana, Fabrizio De Andrè (a cui ha dedicato la sua tesi di laurea in Filosofia). Da sua madre, pronipote del “principe” Totò e docente di Storia dell’arte, ha ereditato vocalità e passione per l’arte figurativa.
La sua musica è sintesi del mondo da cui proviene ed è intrisa di malinconia, romanticismo, tradizione, emotività e, contestualmente, offre una nuova prospettiva sulla contemporaneità. Suoni ed armonie classiche dialogano con elettronica e sonorità moderne, l’incontro tra contemporaneità e tradizione culmina nell’intreccio di italiano e dialetto napoletano, che si contaminano naturalmente, condividendo un suono, un timbro, una simbologia.
L’utilizzo del dialetto ed il richiamo ad armonie e sfumature melodiche tipiche della canzone partenopea classica raccontano la sua radice musicale, ne celebrano la bellezza e, contestualmente, la traghettano nella contemporaneità del suo personale mondo musicale.
Fonte: Comunicato Stampa