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Roberto Camurri: Il nome della madre

Roberto Camurri
Il nome della madre
NNEditore
2020
il nome della madre

Questo libro è per chi batte le mani per vedere le piume verdi di un fagiano che si alza in volo, per chi si lascia cullare da una Canzone quasi d’amore, per chi non teme lo sguardo penetrante della strega di Fabbrico, e per chi ha creduto di desiderare un futuro incerto, ma poi è rimasto a contemplare l’orizzonte di nuvola che segna il confine della sua pianura.

Un punto luce, quei piccoli diamanti il cui reticolo cristallino restituisce il chiarore come se al suo interno sostasse, inimagginabile, una stella: questo sono le 176 pagine di questa storia.
Resta sotto pelle, dopo aver preso il loro fiato, la voglia di reinventare da capo il significato di tatto, essenza, coraggio, silenzio, autenticità.
L’amore rotola attraverso le righe come una frana e come una frana lascia lì e porta via, in egual misura.
L’amore: quello che conduce altrove senza prendere treni; quello che ti avrà cambiato per sempre; quello che devi inventarlo, non potendotene ricordare; quello che sale come lava dalla pancia ai pugni e non ricordi più com’era prima di fare quel male (quel bene?) lì.
Dire una rivoluzione quando la rivoluzione è permettere alla normalità di resistere non è affatto semplice, così come non è semplice impedire al sentire di schierarsi anche dove sarebbe più opportuno aspettare, non capirci nulla, stare a vedere se il fumo del falò sale alto o si allarga, a dirci se la stagione sarà buona o cattiva. Se poi è proprio di normalità che stiamo parlando tutto si rivela straordinario, umile e straordinario, banale e meravigloso, prevedibile e impenetrabile.
Il nascondiglio che da bambini teniamo nascosto a tutti è un segreto che con il tempo ci permetterà, una volta padri, di rompere il silenzio e franare in pace, ma lo scopriremo solo per caso, solo dopo avere contato il primo passo dopo mille messi lì per caso o anche solo per andare, pur di andare.
La pianura – la terra, la nebbia, il vino – è una promessa, una cicatrice, un destino, delle volte una bugia: sono cose che non si possono scrivere sul retro di una cartolina, ma chiedono tempo e poesia e – ve lo garantisco – luce.

Colonna sonora 1

Francesco Guccini – Canzone delle domande consuete – Quello che non… EMI, 1990

Rimanere così, annaspare nel niente, custodire i ricordi, carezzare le età;
è uno stallo o un rifiuto crudele e incosciente del diritto alla felicità…

Colonna sonora 2

Counting Crows – Mercury – Recovering the Satellites, 1996 UMG Recordings, Inc.

She is trapped inside a month of gray
And they take a little every day
She is a victim of her own responses
Shackled to a heart that wants to settle
And then runs away
It’s a sin to be fading endlessly

Sinossi

Da quando sua moglie se n’è andata senza spiegazioni, Ettore vive da solo con il figlio piccolo a Fabbrico, nel cuore della pianura padana. L’assenza della moglie popola la mente di Ettore, che oscilla tra i teneri ricordi di lei, donna imperscrutabile e feroce, e gli sforzi furiosi di dimenticarla, di non vederla in ogni espressione del figlio, Pietro, che le assomiglia così tanto. Anni dopo sarà Pietro a ereditare questo vuoto, in perenne conflitto con il padre, con Fabbrico e i suoi campi vasti e opprimenti. Pietro vuole amare Miriam, la ragazza che lo fa sentire al sicuro, ma quella sicurezza lo spaventa, lasciandolo solo di fronte alle sue emozioni. E cresce nella speranza di trovare una traccia, un ricordo, un indizio per provare a capire la donna che li ha abbandonati e di cui lui non ha memoria, per poter immaginare un futuro, il suo, che continuamente gli sfugge.

Dopo le storie di amicizia di A misura d’uomo, Roberto Camurri torna con un romanzo intimo e familiare, e con voce sincera e appassionata ci parla di sentimenti espressi a fatica, spesso condivisi in silenzio, che palpitano sotto la pelle dei personaggi guidandoli alla ricerca del loro posto nel mondo.

Roberto Camurri è nato nel 1982, undici giorni dopo la finale dei Mondiali a Madrid. Vive a Parma ma è di Fabbrico, un paese triste e magnifico di cui è innamorato forse perché è riuscito a scappare. È sposato con Francesca e hanno una figlia. Lavora con i matti e crede ci sia un motivo, ma non vuole sapere quale. Scrive da pochi anni, anche se avrebbe voluto scrivere da sempre. A misura d’uomo è il suo primo romanzo.

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