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Festival Musica Distesa 2018: intervista a Giuliano Dottori

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Torna il Festival Musica Distesa. Come una fenice risorge nonostante al termine di ogni edizione scaramanticamente tu dica sempre “Questa è l’ultima!”. Invece, anche quest’anno il festival abbraccerà Cupramontana (AN). Cosa vi ispira e spinge prima di tutto: ostinazione, resistenza, passione, necessità?
Sicuramente tanta ostinazione nel voler portare avanti un progetto che da sempre ha significato qualcosa in più di un semplice Festival. In Musica Distesa c’è una visione molto aperta su alcuni dei temi che personalmente reputo fondamentali: la musica, ovviamente, ma anche il vino inteso come artigianato, la cura e la valorizzazione del territorio, l’idea di poter seminare qualcosa che possa durare e resistere alle intemperie politiche e culturali che stiamo vivendo in questo momento drammatico.

Quest’anno il programma del Musica Distesa sembra essere guidato dalla femminilità: tante donne si alterneranno sulla vostra scena e offriranno al pubblico le loro storie artistiche, professionali e umane. Raccontami questa tematica dettata dalla tua direzione artistica…
Si tratta di un tema voluto con forza. In origine avrei voluto un festival al 100% femminile, ma non ci sono riuscito. C’è un problema evidente di disparità di genere nei festival musicali e tutto il collettivo di Musica Distesa si è trovato compatto nel dire la propria a riguardo. E credo che l’unica scelta possibile oggi sia agire, comunicare con forza le proprie scelte.

Il tema femminile è ripreso con molta grazia anche nella bellissima locandina: a chi va il merito e come è nato il concept di tutta la veste grafica del Musica Distesa?
Quest’anno abbiamo ripreso una tradizione di Musica Distesa degli esordi, ovvero chiedere a un illustratore di disegnare il manifesto, interpretando in modo personale ciò che è il festival. Ho scelto Fortuna Todisco, che conoscevo già da tempo. È stato un caso che abbia disegnato una ragazza, ma la cosa mi ha in qualche modo confermato di essere sulla strada giusta. Credo sia un’illustrazione meravigliosa.

Da sempre sosteniamo il Musica Distesa, lo conosciamo bene. Forse ciò che più apprezziamo del festival è l’equilibrio tra tutti gli elementi che lo compongono: non solo musica ma anche vino, cibo, arte visuale, performance, approfondimenti e laboratori. Su quali di questi temi e su quali interventi ponete maggiori aspettative?
Quest’anno abbiamo, la domenica, tre lab molto belli in cui crediamo fortemente. In particolare quello sul vino “al femminile”, con quattro vignaiole da tutta Italia. Ma in generale credo che Musica Distesa si distingua, in positivo, per la ricchezza dell’offerta: ci sono i concerti, i laboratori, le installazioni, ma credo che anche solo stare sdraiati sul prato a guardare le stelle oggi sia un’esperienza che ti arricchisce.

Il territorio, inteso nella natura e nella sua geografica, ma anche nella sua vita sociale, ha un ruolo fondamentale nella riuscita del Musica Distesa. A distanza di oltre dieci anni dalla prima edizione, come pensi si sia sviluppato e integrato questo rapporto? Cosa avete dato e cosa avete ricevuto?
Penso che Musica Distesa abbia dato e ricevuto tanto. Ora che è diventata una realtà più consolidata, banalmente, riempiamo i b&b del paese in un weekend che di solito non è molto affollato. Ma più in generale, credo che anno dopo anno sia divenuto un piccolo punto di riferimento per la provincia di Ancona e di Macerata, per la qualità della proposta artistica e per un certo tipo di storytelling che abbiamo costruito intorno al vino e al territorio.

Una delle stelle più splendenti di questa edizione è Cristina Donà, un nome importantissimo della musica italiana. Vi conosciamo, e possiamo dire che non fate nulla per caso: perché questa scelta? Perché Cristina Donà?
Giocando sul tema femminile ho pensato a moltissimi nomi che potessero fare da headliner del Festival. E devo dire che Cristina Donà è il nome che sin da subito ha convinto tutti, per la storia e per l’incredibile livello artistico. Un po’ spiace dirlo, ma nessuna delle nuove voci femminili del panorama musicale attuale può competere con la sua grazia.

Personalmente posso dire che dal programma musicale pomeridiano del Musica Distesa ho ricevuto le maggiori sorprese: non solo headliner di altissimo livello (la citata Donà, le splendide I’m not a blonde), ma anche sorprendenti artisti giovanissimi e nomi che giungeranno a Cupramontana da oltre confine. Ci puoi introdurre alcuni di questi?
Nel reparto giovani non posso non citare gli Hit-kunle e i Les Enfants, anche se non sono certo nomi totalmente sconosciuti. Ma in generale vorrei fare di più anno dopo anno, creando occasioni di ascolto e visibilità per chi credo meriti.

Per ultimo ti chiedo: il vino quest’anno com’è?
Non vedo l’ora di scoprirlo!

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