Spazio – Leo Pari

Maria Concetta Botrugno Album, Recensioni Lascia un commento

Spazio, nuovo album del cantautore romano Leo Pari, è il luogo della musica pop. La musica che parla del quotidiano, non banale ma leggera. Quella che si infila in un pensiero attraverso un ritornello o una melodia, perché si fa veicolo delle parole che vorresti dire o di quelle che vorresti sentirti dire. Leo Pari si fa portavoce di tutto questo per l’appunto e non sbaglia un colpo, confezionando un disco omogeneo di dieci brani synth-pop che guardano con nostalgia agli anni’80, ovvero gli anni della sua infanzia e di indimenticabili colonne sonore (vedi La Storia Infinita e Giorgio Moroder), che intende omaggiare con i suoni piuttosto che con i testi. Ma si percepisce anche l’influenza di un grande mito della musica leggera italiana come Lucio Battisti, che ritroviamo persino nel timbro vocale dello stesso Leo. Il massiccio uso di sintetizzatori va a supporto quindi di temi quali l’amore: quello passionale e agli albori che fa morire la tristezza e riaccendere ogni colore (Bacia brucia ama usa) e quello più maturo che tratta degli arnesi più idonei alla cura e alla crescita di un rapporto (Arnesi), la perdita dei valori nei ritmi fitti e frenetici di Ave Maria (dove la voce di Leo diventa a tratti metallica) o il ruolo dei cantautori nelle atmosfere da pathos per lo sbarco sulla luna de I cantautori.
“Vicino di casa” di band e cantautori contemporanei che hanno intrapreso simili territori musicali fatti di revival e liriche che restano facilmente nella mente, Spazio riesce ad emergere comunque con una propria identità, rivolgendosi ad una fetta di pubblico anagraficamente più matura rispetto ai suddetti. E questo perché Leo Pari porta a termine la “missione” di cui parla nel brano I cantautori, indossando le vesti di quel depuratore della società schiacciata dal tempo, dai traguardi da raggiungere (senza prestare attenzione ai percorsi) e dalla perdita dei valori e della semplicità, alleggerendoci senza pretesa alcuna da quei macigni che ognuno di noi porta sul cuore.