Per chi, come me, nei primi anni ’90 iniziava a prendere consapevolezza del panorama musicale scegliendo coscientemente cosa ascoltare, ci sono nomi che hanno fatto la storia: i Bluvertigo sono uno di questi. Il loro sound, che mescola suoni rock con l’elettronica degli anni ’80, è difficilmente incanalabile in un unico genere e questo è stato da sempre uno dei loro punti di forza.
La band è nata dall’incontro di Marco “Morgan” Castoldi e Andrea “Andy” Fumagalli alla fine degli anni ’80, prima come Smoking Cocks e in seguito diventati Golden Age. Con l’arrivo di Sergio Carnevale alla batteria e Marco Pancaldi alla chitarra, nel 1994 nascono ufficialmente i Bluvertigo. Dopo alcuni anni arriva un altro cambio di formazione e Livio Magnini sostituisce Marco Pancaldi. Per farla breve, nel giro di cinque anni, la band di Monza produce tre album: Acidi e Basi, Metallo non Metallo e Zero. Dopo la partecipazione, nel 2001, al Festival di Sanremo, la band di Castoldi & Co viene “congelata”: salvo alcune brevi reunion (una nel 2008), i vari componenti del gruppo si dedicano ad altri progetti, almeno fino al 2014, anno in cui si sono ritrovati per un tour estivo denominato FasTour e il 10 settembre sono approdati a Reggio Emilia con la data di chiusura di questa serie di live che li ha portati in giro per tutta l’estate.
Negli anni si sono viste diverse operazioni di reunion, di “scongelamento” di band più o meno storiche dettate più dalla voglia di far soldi che altro. Per questo motivo sono sempre portata a guardare con scetticismo a questi tour, almeno finchè non ho assistito alla data dei Bluvertigo.
La prima cosa che si è notata sul palco di FestaReggio è stato l’affiatamento tra i membri della band, per l’occasione diventati in cinque con l’aggiunta di Marco Pancaldi alla seconda chitarra. Vedendo Morgan, Andy, Sergio e Livio sul palcoscenico, sembrava fossero passati quindici giorni dall’ultima volta che li avevo visti dal vivo insieme e non quindici anni.
I Bluvertigo hanno regalato alle cinquemila persone presenti al Campovolo uno spettacolo degno di nota: le aspettative erano tante, l’attesa era quella destinata ai grandi eventi e la band lombarda non ha affatto deluso i suoi sostenitori, arrivati sotto il palco per sostenerli. Due ore in cui Morgan e soci hanno raccontato la loro storia attraverso pezzi storici e il pubblico ha cantato, ballato e saltato tutto il tempo.
Brani come Sono = Sono, Fuori dal tempo, Altre forme di vita, Sovrapensiero, La crisi hanno acceso il pubblico, alternandosi a pezzi più intimi con Complicità, Ideaplatonica e la splendida Cieli neri, durante la quale Morgan ha usufruito di una passerella improvvisata per avvicinarsi al pubblico.
Castoldi, a discapito di chi lo dava ormai per avviato verso il declino, sul palco ha dimostrato di essere in gran forma, suonando, muovendosi con energia e interagendo molto col pubblico. Non sono mancati diversi cali di voce che però sono stati soccorsi alla perfezione da uno strepitoso Andy Fumagalli. Guardare il tastierista sul palco è ipnotico: il suo modo di suonare, di muoversi incanta e la voce è impeccabile. Livio Magnini, Marco Pancaldi e Sergio Carnevale hanno dimostrato di non aver perso la loro stoffa, regalando assoli capaci di incantare la platea.
Rivedere i Bluvertigo su un palco è stata un’esperienza unica. Osservare gli sguardi, gli abbracci che si scambiavano tra loro è stato emozionante.
Sotto un cielo dominato da una Super Luna che ha tenuto lontano le nuvole, le note sprigionate dai musicisti hanno regalato troppe emozioni che però non hanno reso impassibili, ma, al contrario, hanno animato il pubblico. Per una sera, i Bluvertigo hanno convinto i presenti che, se sono capaci di far uscire certi suoni dai loro strumenti, allora è davvero praticamente ovvio che esistano altre forme di vita.
Home / Editoriali / Troppe emozioni per altre forme di vita: Bluvertigo @ FestaReggio (RE) 10/09/2014
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