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Vent’anni di live : Frogstock 27-30 agosto 2014 @Riolo Terme (RA)

frogstock2014_IMG1Per il ventesimo anno consecutivo a Riolo Terme, sulfurea e bucolica cittadina della provincia romagnola, si è svolto il Frogstock: 4 giorni di musica live, completamente gratuiti, in uno scenario da funny muddy festival di fine estate.
Vent’anni, sì. La storia del Frogstock inizia nel 1994, negli anni ha ottenuto il patrocinio, oltre a quello del comune che ospita la manifestazione, della provincia di Ravenna e della regione Emilia Romagna, entrando a far parte del circuito “E… state in collina”.
Un palco che negli anni ha visto avvicendarsi nomi importanti: Toto, Deep Purple, Jethro Tull, Simple Minds, Elisa, Linea 77, Negramaro, Caparezza e via ad libitum sfumando (sfumo non per importanza di nomi ma per l’enorme quantità).
Questanno, dal 27 al 30 agosto su quel palco son saliti: Management del dolore post operatorio, Zen Circus, Nobraino e Perturbazione, oltre a gruppi di apertura un po’ meno alla ribalta, ma di notevole qualità: The bronze bananas, Harem, Silence exile and cunning, Delay Lama, Moma, Jaspers, Figli del Papa, The talking bugs e Fantasia pura italiana.
Nonostante il cartellone carente di grossi nomi internazionali, ed un clima non proprio caraibico delle serate di questa fine finta estate 2014, il pubblico del Frogstock non ha abbandonato la manifestazione. Io ho assistito ai live del venerdì e del sabato, dei quali vi riassumo un po’ il mood.
Nobraino e teatralità. Un’ora e quaranta minuti di spettacolo. Sottolineo un’ora e 40 e sottolineo festival ad ingresso gratuito. Sottolineo inoltre la parola spettacolo. Già, perchè partecipare ad un live della band riccionese non presuppone soltanto ascolare la loro musica, significa immergersi in un delirio ponderato di tetralità scenica e stilistica. Lorenzo Kruger, frontman e voce del gruppo, è inarrestabile: si arrampica sulle impalcature, fluttua, sulle braccia di un pubblico delirante, in stage diving degni dei migliori concerti zarri anni 90; usa scale, corde trasformate in altalene e s’improvvisa parrucchiere rasando a zero un suo giovane adepto facente parte dell’esercito dei propri fans (per chi non capisse bene puo’ andarsi a vedere qualche video sul web). Teatralità, a volte forse troppo enfatizzata ma pur sempre accattivante. I musicisti dal vivo sono perfetti, così come la voce di Lorenzo, che questa sera non perde mai un’intonazione nonostante tutti gli sforzi fisici. Un live adrenalinico, ipnotizzante e, soprattutto per le prime file, pieno di lividi da poghi irrefrenabili.
The talking bugs hanno aperto la serata del sabato; quartetto romagnolo, acustico, in cui le corde delle chitarre classiche e del contrabbasso si amalgamano perfettamente con percussioni morbide e suadenti, incastonandosi con melodie evocatrici e sognanti. I talking ci hanno regalato i brani del loro ultimo album, View of a nonsense: 40 minuti di intimismo emozionale e vibrante.
Dopo di loro, sul palco, i Fantasia Pura Italiana, accolti da uno stuolo di banane gonfiabili colorate. Il gruppo viene da Prato e mischia canzone popolare e cantautorato con intattenimento di matrice teatrale, guidato dal tipico umorismo toscano. Le banane gonfiabili di cui sopra, distribuite al pubblico prima del live, ne sono una lampante dimostrazione.
Eleganza, semplicità, misura ed umiltà: sono questi gli aggettivi che dovrebbero venire in mente difronte ad un’esibizione dei Perturbazione. Anche il gruppo piemontese guidato da Tommaso Cerasuolo ha regalato al pubblico un’ora e mezzo di live, in cui l’estrema precisione di esecuzione si è fusa alla percezione di umiltà e semplicità data da tutti i musicisti. Tommaso alla fine del live è sceso dal palco, e costretto da un microfono jackato, si è unito ai propri fans per cantare le ultime note annullando la tipica e pseudo insormortabile distanza artista-spettatore. Una fusione di ruoli, di percezioni ed emozioni. Un live toccante nella sua linearità e pulizia, a riprova che, spesso, gli artifici, servono a ben poco se quel che si ha da trasmettere è così profondo e sincero.
Le luci del palco si spengono, il fumo vola in alto a confondersi con le stelle di una notte umida di fine finta-estate. Ci vediamo il prossimo anno Frogstock.

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