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Il cuore vivo del freddo: intervista a Umberto Maria Giardini

umbertogiardini_inter020614Lo abbiamo incontrato molte volte. Ci piace entrare nei mondi che abita, sanno di creature trasparenti e misteriose, di alberi che sussurrano e mari tempestosi, di memoria e veggenze. Ha scritto frammenti di luccicante bellezza, canzoni meravigliose che spingono un immaginario a metà tra carne e delicatezza, tra aria e fuoco. Siamo andati insieme a lui in un’altra dimesione, per sentire il cuore gentile del freddo e raccogliere indizi sul disco in lavorazione. A volte le cose si scoprono altrove, per pura suggestione. Così abbiamo voluto fare insieme ad Umberto Maria Giardini per aspettare Protestantesima.

In medias res, ti chiedo gli ingredienti chiave di Protestantesima
Severità, concentrazione, empatia ma contemporaneamente tolleranza, amore, precisione e pignoleria.
Sono questi gli ingredienti di Protestantesima, applicati ad un lavoro rigido ma serenamente concreto

Prima di continuare con domande che sfiorino la realtà concreta del tuo prossimo disco, ti chiedo di andare oltre e immaginare una dimensione diversa che sveli solo spunti di suggestione. Andiamo?
Andiamo…

Dove ci troviamo? Indicami un luogo del mondo che potrebbe rappresentare Protestantesima
Qualsiasi posto del mondo purchè sia a nord. Lontani dal sole.

In quale tempo della storia dell’uomo ci troviamo?
Domani mattina

Sento della musica. Cosa stiamo ascoltando? Indicami una “musica” che potrebbe parlare di Protestantesima
Nessuna musica mi ricorda le note di Protestantesima, forse il suono del freddo, qualsiasi freddo.

umbertogiardini_inter030614Davanti a noi c’è un quadro. Me lo racconti? C’è un’iconografia di Protestantesima?
Potrebbe essere un quadro ad olio di fine ottocento, dove l’unico soggetto è il mare tempestoso e il cielo nuvoloso. Si abbracciano e rivendicano giustizia… onestà intellettuale e verità, tutto ciò che manca nella musica indie (e non) italiana.

Che animale è Protestantesima?
Assolutamente un Beluga.

E ora torniamo a questa dimesione. Puoi svelarmi qualcosa sulla scelta del titolo. Ha in sé un riferimento al processo di “riforma”, in senso strettamente personale, oppure no?
La scelta del titolo in realtà è molto più banale di ciò che si pensi. In Italia siamo abbastanza abituati a leggere titoli dei dischi discretamente patetici e banali. Non bisogna essere originali sempre e per forza ma ci si accontenta spesso della mediocrità del mercato, tant’è che si finisce sempre o quasi per giudicare album scarsi dei capolavori assoluti, già a partire dal titolo. Ovviamente il mio non è un tentativo di redimere l’opinione pubblica su ciò che è bello e ciò che non lo è nella musica, nonchè un processo di riforma in corso attraverso il quale descrivere ciò che va amato. È solo un semplice modo per coccolarmi.
I miei dischi sono sempre fatti per le mie orecchie, non per quelle degli altri.

Quanti brani conterrà questo nuovo corso discografico?
Non lo so ancora. Credo 11, forse più, forse meno…

Se tu dovessi usare pochissime parole per i testi di questo disco, quali sceglieresti?
Miei testi, ben fatti, ben scritti.

E una sola parola per il suono?
Freddo.

Raccontaci come si stanno svolgendo le registrazioni…
Si stanno svolgendo in un clima sereno, scherzoso ma professionalmente alto. Il produttore, Antonio Cooper Cupertino, ci conosce, mi conosce molto bene, sa cosa voglio e lo traduce sempre in modo perfetto ed equilibrato. È questo il motivo per il quale mi affido ancora oggi a lui.
Abbiamo dovuto per cause di forza maggiore registrare l’album in due session, una pochi giorni fa e una nel prossimo Ottobre, poichè avendo rinnovato la mia band non ho avuto il giusto tempo per scrivere tutto come volevo. Grazie a Luca Tacconi del Sotto il mare Studio di Verona è stato tutto molto semplice e diretto, abbiamo registrato tutto così come pensavamo e il risultato è stato quello che speravamo.
Questo è il primo atto di Protestantesima.

umbertogiardini_inter0010614C’è una data ufficiale per l’uscita?
Non esistono date ufficiali,. Quelle stupidaggini le lascio alle band di culto della musica nostrana.

Regalami un verso, uno solo che sia una piccola serratura dietro cui aspettarti…
Protestantesima nei bimbi che domani diventeranno trans.

Cinque canzoni che accompagnano la tua vita…
L’America (The Doors), Well I wonder (The Smiths), Place to be (Nick Drake), Waltz #2 (Elliott Smith), Moon river (Henry Mancini)

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