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Apocalypse Town – The Gentlemen’s Agreement

recensione_ TheGentlemensAgreement-ApocalypseTown_IMG_201405Apocalypse Town è il terzo disco dei campani The Gentlemen’s Agreement. Un disco autoprodotto con l’originale antico metodo del baratto. Sì, proprio baratto e non crowdfunding. I musicisti partenopei hanno, per esempio, gestito il club Lanificio 25 a Napoli in cambio di un appartamento in cui vivere e provare, inoltre hanno lavorato per un mese alla costruzione di una delle sale dello studio SudEstStudio in cambio di un mese di registrazione. Così hanno dato vita alla loro terza opera, appunto Apocalypse Town, concept album sulla vita di un operaio in fabbrica che si chiuderà con i cancelli serrati di Moloch e la nuova vita sotto il cielo lontano dai muri sterili e da asfittici rumori. Le sonorità dell’album, che si costruiscono tra strumenti musicali e no (trapani, macina bulloni, lucidatrici), si dipanano tra prog rock, samba, afrobeat, il tutto sostenuto dai fiati. Il racconto si svolge in quattro atti segnati da altrettanti leitmotiv strumentali. L’ascolto parte con un’ossessiva e inquietante traccia strumentale, Leitmotiv #1 Incubo, che richiama subito alla mente l’immagine di un enorme mostro metallico che fagocita esseri umani: la fabbrica. Nella traccia successiva, Moloch!, il mostro diventa divinità che annichilisce esistenze creando ingranaggi umani a cui non resta che sognare giorni senza turni fuori dall’alienante vivere giorni sempre uguali (Il milione). L’album continua il suo racconto passando per il rapporto con il datore di lavoro a senso unico (“perdo tempo per te ma tu non perdi mai” in Dire…direttore), la quasi resa in Rumore su Rumori e il colpo si scena di Mordi! Prendi! Vivi!: botta adrenalinica sulla consapevolezza di essere umano ed individuo che scorre nelle vene fino al secondo strumentale Leitmotiv #2 Consapevolezza. La fabbrica chiude lo smarrimento iniziale; la perdita di stabilità si trasforma nella samba delle nuove possibilità (KABOOM! Chiude la fabbrica) fino al Leitmotiv #3 Risveglio con la ri-conquista della propria libertà, il tempo del sogno in cui si cerca di nuovo il se reale come si evince in Come l’acqua (“siedi, vivi, cerca, scopri, guardati dentro, viaggia, torna, cura il tuo centro, prova, riuscirai perché la vita è un momento” – Il tempo del sogno). Il quarto strumentale, infine, ci informa che questa è l’Evoluzione.
Apocalypse Town è il racconto di una nuova possibilità di vita che va oltre il luogo fabbrica, è il racconto della possibilità di vivere una vita più umana fuori dalle catene del sistema che ci ha presi da bambini e messi su una strada che sembra segnata in ogni suo passo. È la possibilità di riprendersi la libertà di essere individui e non ingranaggi del sistema.

Credits

Label: Subcava Sonora, 2014

Line-up: Raffaele Giglio (Voce, Chitarra) – Antonio Gomez (Contrabbasso, Basso elettrico, Cori) – Gibbone (Percussioni, Pedaliere proto-industriale, Rumori, Cori) – Mauro Caso (Batteria, Rumori)-  Pepo Giroffi (Sax baritono, Sax tenore, Sax soprano, Clarinetto, Flauto traverso)

Tracklist:

  1. Leitmotiv #1 Incubo
  2. Moloch!
  3. Il milione
  4. Dire…direttore!
  5. Rumore su Rumori
  6. Mordi! Prendi! Vivi!
  7. Leitmotiv #2 Consapevolezza
  8. Kaboom! Chiude la fabbrica
  9. I piedi lo sanno
  10. Leitmotiv #3 Risveglio
  11. Adeus
  12. Come l’acqua
  13. Il tempo del sogno
  14. Leitmotiv #3 Evoluzione

Link: Facebook

Dire… Direttore! – video

Apocalypse Town – streaming

 

 

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