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Wireframe – Sixthminor

Ci sono dei dichi, degli artisti, degli autori che non fanno troppa fatica ad inquadrarsi, almeno sommariamente, in un genere musicale predefinito, che si parli di blues, rock, pop o quant’altro. Ci sono dei canoni ricorrenti, degli scenari ridondanti che ti fanno allungare la mano, prendere metaforicamente quella canzone, e depositarla con più o meno interesse, nel cassetto del genere stabilito.
Arrivano poi quei pezzi, quegli Ep, quegli album, invece, che sono composti da un incontro multicolor e multifaccia di generi, di mood, di suoni; ecco così che quella mano che si accingeva decisa verso il cassetto del genere prestabilito diventa titubante, altalenante e perdutamente perplessa. Deo gratias, aggiungo io.
È proprio il caso dei Sixthminor, alias Andrea Gallo e Renato Longobardi: duo napoletano formatosi nel 2007 che arriva con Wireframe, pubblicato dalla label indipendente Megaphone Records.
Quaranta minuti in cui la vostra mano ondeggerà tra il cassatto del dub-step, dell’elettronica e del post rock, per poi confondersi con l’industrial e con l’ambient.
Eser ti trasporta in un mix ritmato di synt, batterie pesanti e riff di chitarre, con un incedere ai confini tra malinconia e psicopatia. Frozen ci accoglie con un’atmosfera sospesa ed indefinita, elettronica e nebbiosa, in cui prendono confidenza e spazio, con la giusta e pacata mira, suoni alienanti e sinteticamente ricercati. Un viaggio fuori e dentro se stessi, coaudiuvato dal ritmo del rullante, lo stesso del cuore umano.
Hexagone vi dà il ritmo già della prime battute, quel ritmo che ricorda il dubstep, il post rock e che vi scuote con travolgente energia. Gli inframezzi vocali, sintetici anche quelli, aiutano a rarefare ancora di più il mood creato. Bello il dialogo alternato tra l’analogico della chitarra elettrica e il digitale del buon synth.
Internazionalità, nel senso che non ci si aspetta un lavoro del genere da un gruppo di casa nostra; voglia di sperimentare ed allontanarsi da ogni schema musicale, dagli stereotipi e dal déjà vu, o entendu, in questo caso. Un album che cerca di amalgamare e di fondere, tessendo trame intrecciate, analogico e digitale, corde e sintetizzatori, nitidezza e caos.

Credits

Label: Megaphone records – 2013

Line-up: Andrea Gallo – Renato Longobardi

Tracklist:

  1. Eser
  2. Blackwood
  3. Frozen
  4. Etif
  5. Last day on heart
  6. Exagone
  7. Greyhues
  8. Outro

Links:Sito Ufficiale, Facebook

Last day on earth (Wireframe teaser version )

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