Apro una bottiglia di whiskey d’annata. Ne verso due dita in un bicchiere basso, di cristallo. Il profumo caldo invade lo spazio. Play. “Sono il tuo pastore figliolo, tu la pecora smarrita / Ti riporterò al gregge e libererò la tua anima/ Ma solo se sei eterosessuale”. Ascolto e compio un gesto da pellicola: faccio roteare il liquido color ambra nel bicchiere, fisso un punto preciso nella stanza e sorrido un sorriso amaro. “Togli quelle puttane dalla nostra vista / Contaminano le strade sui marciapiedi là fuori”. Bevo un sorso. Mi brucia la gola. Alla pelle ci pensa Dead and Gone, me la brucia via come fanno gli schiaffi, a tradimento. “Le nostre anime sono morte e sepolte. I nostri cuori sono morti e sepolti”. Poso il bicchiere e ascolto. Ascolto come fossi io l’anima morta, il cuore sepolto. Lo sono. È la mia nazione, la mia vita, il mio amore quello che Daniele Tenca canta con la sua voce densa e solida, autentica di una lucidità rara. Sono io la squillo, il prosivendolo, la sete, l’esilio, la testa caduta, l’emarginato, la poltrona calda occupata ai miei stessi danni. Riconosco il passo e la misura di accordi che si inseguono con lo stile del sangue, blu come i lividi, rosso come un bisogno di verità. “Perché le ferite rimangono / qualsiasi cosa tu faccia / puoi persino raccontarti / che alla fine ce l’hai fatta / ma le ferite rimangono”. Vedo la ferita e le mie mani tremano: di quella ferita sono complice; se non mi alzo, se non faccio o dico qualcosa di vero, adesso, quella ferita l’ho inferta io. Wake up Nation tiene in grembo una durezza e una dolcezza smisurate: la durezza della realtà, del nostro essere animali sociali, sedotti e corrotti dal corso della storia; la dolcezza di uno sguardo trasversale attraverso i sapori dello stare al mondo: la solitudine, l’amore viscerale, la rabbia atavica, il dissenso. Non c’è rassegnazione, se non laddove è il cuore che ama dettare le regole. Silver dress mette le lacrime, inutile girarci intorno. Default Boogie indovina l’umore dello stomaco quando si rompe in due e non può davvero tacere la propria versione dei fatti. Johnny Cash si siede sul tappeto, proprio di fronte a me. Stringe la mano a Bob Dylan, Jerry Hannan, Seasick Steve. Loro il whiskey lo sorseggiano dalla bottiglia. Penso a una definizione di blues che si sposi con lo spasmo rock che gioca con le mie giunture dacché ho bevuto il primo sorso di questi pezzi. Ci penso e non la trovo. Meglio così. Trovatela voi, una definizione. La trovi il tempo la definizione adatta: qualcosa che dica dell’emozione, dell’esperienza, del farlo davvero questo benedetto passo avanti. Daniele Tenca e la sua musica sono il passo avanti, quello della poesia quando si sporca le mani e la musica la scrive lei, nuda e cruda, maledetta e sanguigna, accattivante e tragica; fossero una stagione, sarebbero la quinta stagione, quella che ancora deve venire eppure è già rivoluzione. Ambrato e dal sapore intenso, Wake Up Nation è un lavoro impeccabile, corale e sanguigno. Godetene: il male che potrebbe farvi è cosa sana e giusta.
Credits
Label: Route 61 Music – 2013
Line-up: Daniele Tenca (vocals, acoustic and electric guitar, parlour guitar, three strings guitar, diddley bo, lap steel, harmonica, stompbox, backing vocals), Leo Ghiringhelli (acoustic and electric guitars), Pablo Leoni (drums, percussions, frattoir), Luca Tonani (bass), Heggy Vezzano (acoustic and electric guitar, parlour guitar); con la partecipazione di: Alex Aliprandi (banjo tracks 4 e 10), Paolo Bonfanti (electric guitar track 8), Deborah Bosio, Alex Cambise e Lisa “Liz” Petty (backing vocals track 5), Alessandra Cantarella e Daniela Fedeli (backing vocals track 2), Fabrizio Coppola ( backing vocals e harmonica track 1), Antonio Cooper Cupertino (backing vocals track 7, percussions track 1 e 7, farfisa horgan tracks 4 e 8), Andy J. Forest (harmonica track 3), Maurizio Glielmo “Gnola” (electric guitar track 7), Silvia Leprai (backing vocals track 4), Riccardo Maccabruni (fender Rhodes track 5, accordion track 10), Alice Scalambrino (alternate lead vocals track 2) . Canzoni di Daniele Tenca, tranne Last Po’ Man (Seasick Steve, 2006), It’s all good (Bob Dylan, 2009), Society (Jerry Hannan, 2007). Prodotto da Antonio Cooper Cupertino e Daniele Tenca. Produzione esecutiva: Daniele Tenca e Ermanno Labianca | Route 61 Music.
Tracklist:
- Dead And Gone
- Big Daddy
- What ain’t got
- The Wounds Stay With You
- Silver Dress
- Default Boogie
- Last Po’ Man
- What Did You Do?
- Wake Up Nation
- It’s All Good
- Society