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L’oscurità di un pop seducente: intervista a Hannah Thurlow (2:54)

“Sono senza sforzo, non sono un prodotto falso. Hanno grazie ed eleganza affianco a quella brutalità, sono come colpire qualcosa  con un coltello che poi rivela un fiore!”. Questo ha detto Hayden Thorpe, leader dei Wild Beast, indie-rock band che ha girato con le 2:54. Non ci sono  parole migliori per descrivere la musica della band delle sorelle Thurlow. C’è qualcosa di veramente diverso e originale nella loro scrittura, qualcosa che sa di seduzione nel raccontare lo spleen dei nostri tempi malati. Qualcosa che è nella scia di progetti made in UK degli ultimi anni come gli XX e le Warpaint ma con un’attitudine e naturalezza creativa superiore. Abbiamo incontrato Hannah ed abbiamo avuto la conferma della simbiosi artistica e musicale che accomuna queste due sorelle dall’infanzia e che getta una luce diversa su questo progetto, liberandolo dai classici scetticismi verso tutte le proposte di terra di Albione, spinte ad arte dai media senza un’effettiva qualità artistica. LostHighways scommette sulle 2:54 che in questi giorni di luglio gireranno live in alcune città italiane per la promozione dell’album di debutto omonimo.

Perchè avete scelto l’indicazione temporale 2:54 come nome della band?
Noi siamo ossessionate da certi passaggi nelle canzoni da quando eravamo adolescenti. Il nome della band proviene proprio da uno di questi, in particolare il passaggio che avviene a 2 minuti e 54 secondi nel brano A hystory of bad men dall’album A senile Animal dei Melvins, dove la linea del basso si trasforma doomy e sognante…  si può semplicemente svanire in quel passaggio.

Ritengo il vostro progetto di una straordinaria originalità nell’immaginario e nella scrittura. Riuscite a fondere il dolore ed il cinismo seducente della società di oggi…
Il nostro sentire è oscurità che può essere pesante in alcuni passaggi ma allo stesso tempo anche densa di sensibilità pop. Tutto questo è del tutto naturale per noi.

Rob Ellis e David Pye hanno lavorato a questo vostro disco di debutto. Mi parli di questa collaborazione?
Siamo state molto fortunate a lavorare con Rob e David, è stata un’esperienza formativa per noi. Colette ed io avevamo molto chiare le idee su come volevamo uscisse il suono delle canzoni nel processo di registrazione. Eravamo molto eccitate all’idea di poter catturare il suono in uno studio professionale. Comprendere la scienza del suono è incredibile!

Come è nata Easy Undercover?
Easy Undercover è venuta fuori veramente in maniera istintiva e naturale. Abbiamo subito sentito che funzionava perfettamente.

Potresti spiegare il testo di Creeping?
In generale, Colette è molto ispirata dalla musica quando scrive i testi. E’ flusso.

Quale canzone del disco preferisci?
Io le amo tutte allo stesso modo, sono come una famiglia, non mi potrei mai separare da loro!

Quali sono le principali band del passato che vi hanno ispirato?
Colette ed io abbiamo tratto molta ispirazione l’una dall’altra e dai posti in cui siamo cresciute. Sicuramente siamo state ispirate dalle band che abbiamo ascoltato crescendo sino ad oggi, band come i Fleetwood Mac, Queens of the Stone Age, Earth, Deftones, The Wipers.

Cosa rappresenta la copertina del vostro disco?
L’immagine di copertina del nostro disco è  uno scatto in Co.Clare sulla costa ovest dell’Irlanda, dove abbiamo trascorso le nostri estati da bambine. E’ un posto selvaggio, una scogliera turbolenta con precipizi, isole e mari tempestosi. Un luogo mistico, duro e bellissimo.

Cinque canzoni collegate a particolari momenti della tua vita…
I Queens of stone age sono stati per molto tempo della mia crescita una magnifica colonna sonora, come anche molte canzoni dei Metallica. Inoltre The Band, Rory Gallagher hanno segnato momenti particolari della mia vita.

Creeping – Video

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