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Il talento che non si provincializza: intervista a Missincat

L’Italia è sempre brava a non riconoscere i propri talenti. E’ il caso di Caterina Barbieri aka Missincat, una giovane cantautrice milanese che vive a Berlino. Missincat ha raccolto consensi in Germania ed in USA con il suo disco d’esordio Back On My Feet, ed è arrivata ad essere selezionata come opening act di uno degli ultimi tour di Amy Winehouse. A dicembre è uscito il suo secondo disco Wow che ha mostrato i possibili colori alternativi del suo indie-pop dalla dolcezza folk. Missincat è l’esempio del talento che non si provincializza e LostHighways non poteva non incontrarla!

Possiamo dire che Wow è il disco della tua maturità artistica? Il disco è un perfetto equilibrio tra pop e folk con arrangiamenti sublimi che vestono magicamente il tuo indubbio talento vocale e cantautorale.
Onorata del complimento.. .grazie! In realtà non credo nella maurità artistica, credo nella mutabilitità artistica… ogni disco è un episodio a sè… che riflette il momento in cui è stato creato. Nente è più elettrizzante di stare a guardare come cambia il proprio stile e il modo di scrivere, io assecondo solo un processo che è già nel mio inconscio.

Quali sono le principali differenze tra il precedente tuo lavoro e Wow?
Con Wow ho fatto una maggiore ricerca sui suoni, ho cercato dei colori diversi, strumenti con molto carattere, ho cercato all’interno della canzone il momento ideale per farli intervenire. Arrangiare è come cucire un vestito addosso ad una canzone, in Back on my feet i pezzi erano seminudi direi, con Wow mi sono sbizzarrita con colori e caratteri diversi.

Il singolo Capita con Dente. Ci puoi raccontare come è nato il brano e la collaborazione?
Abbiamo appena pubblicato un piccolo video casalingo per rievocare come il pezzo è stato scritto. Io a Berlino, Dente a Milano, via skype.
Il desiderio di fare qualcosa insieme c’è sempre stato, poi un giorno ho scritto un pezzo che mi sembrava perfetto per un testo di Dente, e anche lui lo ha scritto con maestria. Poi l’abbiamo duettato. E’ stato divertente, consiglio a tutti di provare a duettare su skype!

The house by the river come è nata?
In molti pensano che sia autobiografico quello che canto in quel pezzo. Mi sono ispirata ad un fatto per così dire di attualità, faccio ironia sulla favola di Cenerentola, sul principe azzurro che aspettiamo che ci porti a vivere in una casetta sul fiume e ci prometta di amarci per sempre, nella buona e nella cattiva sorte, anche se in questo caso sono io che porto i pantaloni e vado a lavorare!

Hai recentemente terminato un tour in Italia. Come è stata la risposta del pubblico dei club? Qual è stata la data che ricordi di più?

Un tour di 22 date! La risposta è stata stupenda… oltre alla bellezza di vedere così tanta Italia nelle sue diversità, mari, monti, paesini, città, nord, sud. Episodi che ricordo in particolare? Amore spassionato per la Sicilia e il pubblico siciliano… Catania alla Chiave… Milano al Magnolia, a casa da milanese che sono.

Quanto è stato doloroso lasciare l’Italia per poterti realizzare artisticamente?
Assolutamente per niente doloroso, sono esterofila e nomade consenziente… Odio la provincialità, che è sempre in agguato, anche nelle grandi città. Muoversi, aprire la mente, mettersi in gioco mi fa bene allo spirito!

Potresti descrivere le possibilità in più che ha un artista in Germania (Berlino) rispetto all’Italia?
Qui ti senti libero di creare in pace, di essere quello che sei e basta.

Quali sono i tuoi miti musicali e perché?
Adoro la scena newyorkese dei primi anni settanta, se solo potessi fare un salto nel tempo mi affitterei una stanza al Chelsie Hotel… Patty Smith e Leonard Cohen… Lou Reed… in quegli anni non avevano idea di ciò a cui stavano dando vita…

Cos’è il viaggio per te?
Esperienza, nuovo punto di vista, soulfood: cibo per l’anima.

Caterina e Missincat sono la stessa persona?
Direi proprio di sì!

Video – Capita

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