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L’urgenza di chi segue l’istinto: intervista a Joseph Arthur

Incontri la sua musica e ne scopri l’urgenza. Del dire. Del fare. Del sentire. Artista statunitense prolifico, Joseph Arthur. Non puoi limitarti ad ascoltare, a guardare. Ti poni delle domande sul suo conto perché ti arriva dritto in qualche posto dell’anima che tutto nasce da un bisogno, a priori. “Ho molto da dire. Quindi non lascio che la paura mi blocchi o mi interrompa”. Ecco, è qui la conferma di un’intuizione, del senso stesso delle sua canzoni, del tratto che contraddistingue le sue opere, della sua innata voglia di comunicare. E dietro tutto… dimora la sua grazia. Scoperto da Peter Gabriel, amato da Micheal Stipe e dai suoi REM per cui ha aperto varie date tra Canada, Stati Uniti e Europa, Arthur ha conquistato la scena con set ogni volta affascinanti dove è l’esperienza creativa a guidarlo. Fondatore, insieme a Dhani Harrison e Ben Harper, della super band Fistful of Mercy, ad un certo punto decide di tenere la guida della sua musica con una propria etichetta: la Lonely Astronaut Record. In questo 2011 è tornato con The Graduation Ceremony, un disco che è un inno alla melodia, dove il gioco della parti è condotto con rara e sapiente maestria. Abbiamo incontrato Joseph da qualche parte di quest’autunno, per un’insolita intervista in cui le parole restano in versi-immagini, per un patto che ci piace rispettare. (Face In the Crowd è in streaming autorizzato; si ringraziano Peter Wark – Management e Roberta Accettulli per la traduzione)

Mi spieghi il titolo del tuo nuovo disco? Perché proprio The graduation ceremony? Spunta in Love Never Asks You To Lie…
Racconta di un momento difficile
Perdere qualcuno
E la tua mente
E scoprire che non eri quello che pensavi
O eri quello che non eri
O tornare a casa e scoprire che era bruciata
E passeggiare per le ceneri delle tue certezze
E cadere nel vuoto senza muoverti
O fluttuare come una mela nel sangue dell’universo
Quanto il diavolo ti addenta
E ti risputa in un campo di papaveri
Mentre la musica hippie ti porta ad assopirti
E poi ti svegli ed è tutto diverso
Ti sei laureato
E tutto ciò era una cerimonia

Cosa ha ispirato un disco così delicato e armonioso?
Incontrare la bellezza e la semplicità e dopo dirgli arrivederci.

Mi parli di Horses?
I cavalli sono magnifici
E le relazioni sono come le corse dei cavalli
Corriamo attorno ad una pista
Distanti l’uno dall’altro
E aspettiamo di vedere chi sarà il vincitore
E cerchiamo di trovare la nostra strada nel cerchio
E’ la gara dell’amore
E le illusioni crollano
Quando gli animali tagliano il traguardo
Talvolta h il ricordo vivido della scrittura di alcune canzoni
Come se le avessi appena scritte
Horses è una di quelle

D’istinto Face In the Crowd per me è una sorta di punto energetico, la percepisco come una canzone centrale nell’album.  Tu, cosa mi dici a proposito?
Io credo che tutte e dodici le canzoni abbiano lo stesso peso
E direi
Face in the crowd
E’ come quando diventiamo invisibili mentre cerchiamo di essere notati
Noi diventiamo come tutto e tutti quando raggiungiamo un amore

C’è un brano  che credi particolarmente rappresentativo del disco?
Tutti, ma Watch our shadows run è stata un momento cardine per me
Quella è la canzone che mi ha indicato la vera direzione del disco

Tu sei anche un pittore. I colori per te hanno un sognificato speciale. Dimmi un colore per The Graduation Ceremony
Tutti
Con il blu che emerge nelle crepe
E poi le crepe si chiudono
Solo per riaprirsi più ampie di prima
Con il blu che diventa più scuro ma più vivido

La copertina è una tua opera. Me ne parli?
Un angelo sopra un uomo dormiente
Uno spirito che lascia chi è morto
Un sogno fatto visibile dalla luce sacra della perdita
Un fardello che fluttua via con tutto ciò che mai avresti sperato di avere
Realizzare che l’amore è finito, e tu sei finito con lui

Mi parli del legame musica-pittura?
Si fondono in una cosa sola
Tutto parte dello stesso scopo di sopravvivere come artista in momenti difficili
Entrambe nascono dall’istinto, nessuno migliora con i pensieri
Quindi io tendo a lasciarli così come vengono
Nella purezza dell’istinto
Nell’abbandono dell’inconsapevole
Sapendo che non c’è mai stato nulla da perdere
E che ora c’è ancor meno da perdere

Il tuo talento ha incontrato nomi illustri, da Peter Gabriel ai REM. Cosa pensi oggi della tua carriera?
Cosa c’è da pensarci?
Vivo la mia vita alla giornata
E faccio quello che devo per sopravvivere
Resto fuori dalle domande e dentro all’adesso
E’ di aiuto avere il supporto di grandi persone e sono grato per questo.

Tu sei un musicista prolifico, si avverte un’urgenza e una voglia di comunicare in tutto ciò che fai. Parlami di questo fervore…
L’urgenza arriva dalla volontà di sopravvivere
Io vivo su quel limite
Non per scelta
Ma non mi lamento
Credo di essere fortunato
Ho molto da dire
Quindi non lascio che la paura mi blocchi o mi interrompa
Si tratta di sfidare te stesso ad essere impavido
E poi l’essere impavido diventa
Importante come tutto il resto
E allora ti spingi fino al limite
Esistendo in uno spazio
Dove nessun altro è stato

Cos’è per te la dimensione live? Cosa provi durante i tuoi set?
Cerco di non pensarci ma piuttosto cerco di essere in un momento creativo
Di trovare il momento d’ispirazione al suo interno
Di essere il battito che ci scuote dentro
Di riempire lo spazio con colla invisibile che ci congiunga tutti
Nel flusso di una melodia sconosciuta

Sono stata  molto impressionata dai tuoi video. Mi racconti di quello di Love Never Asks You To Lie?
Sono mio nipote Cyrus e la sua fidanzatina dal palazzo in cui lui vive a Brooklyn
Li ho ripresi per più di due giorni
E adesso ogni volta che vado lì vuole sapere quando lo metterò in un altro video. I ragazzi sono star in erba.

Per  il video di Call c’è stata recentemente un’anteprima web. Parlami del tuo rapporto, come musicista, con questo mezzo di comunicazione…
Credo sia il mezzo principale per divulgare le esplorazioni creative e sta diventando sempre più folle col passar del tempo. Perché non condividerlo?
io tendo ad amare tutto ciò che estende la libertà creativa, e finora il web lo ha fato.

Ti piacerebbe tornare in Italia? In quale delle nostre città?
Naturalmente!
Milano, Roma
Meraviglioso paese, gente appassionata
Non sono stato abbastanza in Italia, questo è certo
Inoltre i migliori abiti sono italiani
Il cappotto che indosso ora è stato fatto da voi
Quindi l’Italia mi mette in movimento
Credo di avere un debito da saldare

Che musica stai ascoltando adesso?
Una band di strada, si tratta dell’ensamble congolese Staff Benda Bilili
L’album è Tres Tres Fort
E’ bellissimo ed ispira
Inoltre la storia dietro di loro è più che particolare
Una band composta da vittime disabili per via poliomelite e da bambini abbandonati
Cercali
Non te ne pentirai

Accetto il consiglio. Ascolterò con piacere. Grazie per queste dodici splendide canzoni. Di questa delicatezza c’è un gran bisogno.  E grazie mille per l’intervista!
Sei troppo gentile. Grazie mille!

Face In the Crowd – Preview

Love Never Asks You To Lie – Video

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