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Ignote melodie – Maria Lapi

Domenica pomeriggio di primavera, sonnacchiosa e rilassata in compagnia del divano e della musica. Il disco che suona è Ignote melodie di una giovane cantautrice milanese, elegante e delicata, Maria Lapi. Fin dal primissimo ascolto appare chiara l’atmosfera generale dell’album e la sua collocazione tra il cantautorato, il pop raffinato e il jazz. Musica da piccolo club, da ascolto solitario e intimistico ma per nulla incline alla malinconia, anzi.
La titletrack è autobiografica. Maria Lapi ci racconta la sua passione per la musica che come un coro di mille sirene l’ha cullata verso ignote melodie, sciogliendola dalle antiche catene di un percorso professionale già stabilito e che forse soffocava un desiderio, evidentemente troppo forte. La sua storia personale emerge in maniera evidente in questo disco nei testi di molte canzoni ma anche nelle scelte melodiche. Il ritmo è sempre molto fresco, leggiadro, vitale, come se lei stessa si fosse in qualche modo ripresa la sua vita e si sentisse più leggera. E le sue canzoni diventano un invito a prenderti i tuoi spazi, a capire cosa vuoi davvero. Per esempio ne L’inventario canta: “non perdere di vista la possibilità di scegliere una via di fuga… ricordati di fare sempre un inventario di ciò che è bene o male per te. Non farti soffocare dall’immobilità. Scegli la tua via di fuga e ora seguila, ed ora abbracciala”. Il registro della leggerezza incontra l’ironia ne La chiave giusta. Puro frutto dell’interpretazione personale ma immagino una giovane donna che, stanca di stare dietro ai pensieri di chi le sta vicino si arrende: “non ci riuscirò mai a capire se esiste una logica nella dinamica dei tuoi ragionamenti”. L’interpretazione del testo mi sembra poi ottima, divertente e scanzonata. La tonalità vocale cambia totalmente in Mani dove la donna indipendente del pezzo precedente diventa dolce e malinconica nel ricordo di un amore perduto. Ma non cede mai alla tristezza Maria Lapi. I brutti pensieri sono Come Gocce di pioggia destinate a finire presto. Il disco si chiude con una bonus track, Luna nascente ed è abbastanza evidente la differenza con il resto del lavoro. La melodia è più scura, più notturna rispetto alle assolate atmosfere del resto dell’album.
L’immagine più vivida che questo disco lascia è di grande positività, di grande ottimismo verso la vita e le sue possibilità. Sembra che ogni canzone sia stata scritta quasi di getto, come se qualcuno le avesse liberato testa e mani all’improvviso. C’è un però, proprio l’evidenza del tratto autobiografico, del bisogno di esprimere se stessi può far sì che il disco non arrivi a tutti. Se chi ascolta riesce ad entrare in sintonia con questi sentimenti troverà un bel lavoro, una bella e interessante voce. Se invece si rimane ad ascoltare dal di fuori si può avvertire un album un po’ leggero, da ascoltare distrattamente.

Credits

Label: Effettonote – 2011

Line-up: Maria Lapi (voce e cori) – Matteo Giudici (chitarre acustiche ed elettriche) – Simone Bollini: (pianoforte, rhodes e tastiere) – Lele Palimento (basso elettrico) – Cristiano Bacherotti (batteria)

Tracklist:

  1. Ignote melodie
  2. Pochi istanti
  3. L’Inventario
  4. Lezioni di retorica
  5. La chiave giusta
  6. Mani
  7. Come gocce
  8. Il tempo
  9. Gravità
  10. L’inatteso
  11. Luna nascente (bonus track)

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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