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Chemical Love Crush – The Filmakers

the-filmakersAtmosfere  inquiete, buio e squarci di luce improvvisi… immagini evocate da note che diventano una nuova e parallela forma d’arte. Luca Solbiati decide di associare cortometraggi ai suoi pezzi. Di lì a poco l’incontro con il polistrumentista e produttore olandese RnO, nascono i The Filmakers.
Note che divengono fotogrammi… frames che sono musica.
ChemicalLoveCrush, dodici brani  di ballate pop rock intrise di elettronica che fin da Taken, energico pezzo d’inizio, fa da contrappunto alla voce intensa e calda di Luca Solbiati. Suggestioni e riferimenti alla migliore produzione della musica internazionale emergono spontanei ma rielaborati in un progetto assolutamente originale, di grande intensità emotiva e raffinatezza musicale.
Risuonano echi dei Radiohead in How To Destroy (your devastating acts). Pezzo intenso e bruciante, How to destroy trasporta in oscuri e liquidi mondi onirici dove l’iterazione di frasi musicali e verbali diventa una sorta di mantra icastico, nota comune a tutto l’album che trascina l’ascoltatore in un vortice di drammatica ineluttabilità. Splendido la dolcissima The Street Between Us, qui è la voce stessa ad accarezzare il suono della chitarra in struggenti picchi che strappano commozione quasi e scavano percorsi nell’anima, come fiumi che smuovono la terra al loro passaggio. Ma questo è un album dai sorprendenti cambi di registro e dall’apprezzabile varietà degli arrangiamenti… In America, TransOceanica come in Last Summer sembra di sentire accenni ai primi U2, immersi, però, in un’opera totalmente nuova dalle sonorità fresche e di cristallina bellezza. Sonorità che sembrano davvero in Last Summer dipingere il vento di una giornata d’estate, il viso ne è sfiorato come da un ricordo, come dalla mano di chi amandoti non ti abbandonerà mai quando ne hai più bisogno… My Shoes originale, energico,coinvolgente.  Poi ci sono V.I.R.U.S. e la malinconica sensualità sussurrata di Gone (“However I now miss you call my name”).
Drake’s Dream è evocazione misteriosa di elettronica, rap e melodia fusi in battiti di respiri inquieti.
Appagati da un disco di tale ricchezza,  mai ci si aspetterebbe lo stordimento che Blown riesce a suscitare, per bellezza e pathos, in  un enfatico, struggente e trascinante finale… corse folli all’inseguimento di qualcuno o qualcosa… poi gli arpeggi di una chitarra sognante inducono ad una calma che è malinconia e calore indicibili quando d’un tratto una scossa d’elettronica irruentemente rock viene a mutare nuovamente lo spirito di questo pezzo talmente entusiasmante che vorresti già conoscerlo per urlarlo a piena voce, è il climax finale che si spegne in accorati sussurri carichi d’attesa. Un’attesa che per noi sarà quella dei prossimi lavori di questo duo dalla bravura disarmante. “Watch the sun, crash the dawn, be free to reveal all the bad things wrong. Be free to be healed”.

Credits

Label: Halidon – 2010

Line-up: Luca Solbiati (vocals, guitars, bass) – RnO (keyboards, programming)

Tracklist:

  1. Taken
  2. How To Destroy (your devastating acts)
  3. The Street Between Us
  4. My Shoes
  5. America
  6. Last Summer
  7. TransOceanica
  8. V.I.R.U.S.
  9. Gone
  10. Drake’s Dream
  11. Octopus Mantra
  12. Blown

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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