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Marco Notari: Lucia ha una pistola

In collaborazione con Libellula Music, in esclusiva il settimo racconto e l’illustrazione contenuti in Babele:noir di Marco Notari.

7) Lucia ha una pistola – storia e testo: M.Notari

“Scrivo questa lettera per chi mi troverà, quando mi troverà. La scrivo nella lingua del mio paese, per quanto poco mi ci senta legata, perché non sarei in grado di scriverla in olandese o in inglese. Quindi forse chi la leggerà non capirà. Non sono folle, né impazzita, e non mi ritengo una vigliacca.
Cristiano se ne è andato da un mese, e da quando sono sola ho avuto molto tempo per pensare. Credevo di poter cambiare almeno una briciola di questo mondo malato, di poter salvare almeno una persona, ma non è stato così. Ho messo in campo tutte le mie forze per questo, mi sono tuffata come in un bungee-jumping prima di accorgermi che non ero legata a nessun elastico. Così sono precipitata giù, disintegrata contro una società di morti viventi.
Credevo di essere libera. Non lo credo più. Non c’è nulla che io possa fare per cambiare le cose, siamo tutti prigionieri di una gabbia che ci siamo costruiti da soli.

Ah, quasi dimenticavo, c’è anche un bambino. E’ qui nel mio grembo, figlio inconsapevole di un uomo inconsapevole e di un mondo inconsapevole.
Non voglio che anche lui debba passare attraverso tutto questo. Non credo che avrei il coraggio di metterlo al mondo, forse non avrei nemmeno i soldi per mantenerlo, non lo so.
Ho sentito dire a molte persone che il suicidio è la più grande viltà, che è possibile solo in uno stato di follia ed altre sciocchezze simili, talvolta anche la frase priva di senso secondo la quale il suicidio sarebbe “ingiusto”.
No.
Almeno questa libertà mi rimane. La libertà di decidere come disporre della mia persona e del mio corpo. La libertà di decidere che non ha alcun senso vivere in questo mondo.
Non sento dolore. Non più. Sento tristezza, tristezza per tutto ciò che mi circonda.

TAKE CARE OF THE CAT WHEN YOU WILL FIND ME. HIS NAME IS ULISSE, HE IS MY ONLY FAMILY. HE EATS ONLY ANCHOVIES AND HE’S A VERY TENDER CAT.”

Si infila l’i-pod nelle orecchie, scorre la playlist, poi seleziona Luigi Tenco, poi sceglie Ciao amore ciao, poi clicca play.
Lascia la lettera sul tavolo, apre un cassetto della cucina ed estrae la pistola.
Si siede per terra. Ha indosso un vestito porpora.
Punta la pistola alla tempia. Poi aspetta, senza fare nulla. E’ come se il tempo non esistesse più, è una sensazione strana che le fa tornare alla mente la traversata del fiume IJ il giorno in cui era arrivata ad Amsterdam.

Preme il grilletto e ha un istante per chiedersi da dove arriva quell’istinto che le solleva la mano in un estremo tentativo di salvarle la vita.

© Ale Giorgini (Clicca sull’immagine per ingrandire)

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