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La forza creativa è ovunque: intervista a Jeff Parker (Tortoise)

tortoise_inter01“Il rock americano è rimasto fermo alla nozione di canzone come storia, come confessione autobiografica o ritratto pseudo-letterario. Per questo la musica dei Tortoise è in controtendenza” (Melody Maker). Ad oggi la musica strumentale dei Tortoise costituisce uno dei capitoli più importanti della storia del rock e del “dopo” rock. Tra le più influenti formazioni di tutti gli anni ’90, i Tortoise sono riusciti sin dal loro esordio, nel 1994 a Chicago, a direzionare tutte le molteplici ed incredibili influenze (la scuola del rock alternativo americana, la tradizione jazz e blues di Chicago, la lezione della scuola di Canterbury, la psichedelica, il kraut rock tedesco, il free-jazz e la musica d’avanguardia) verso la creazione di un sound completamente nuovo, che sa amalgamare le diverse sorgenti in un flusso omogeneo che scorre sempre con naturalezza disarmante e che sentirà costantemente il bisogno di rinnovare se stesso. Dalle sperimentazioni ritmiche, molto vicine al dub, degli esordi, siamo passati per capolavori indiscussi della storia della musica e per prove un po’ meno convincenti, ma sempre con l’obiettivo di innovare, sperimentare, creando le premesse di un nuovo genere dal quale nasceranno e prenderanno spunto tantissimi artisti.

Oggi i Tortoise tornano, a cinque anni dall’ultimo lavoro di materiale inedito It’s All Around You, con Beacons of Ancestorship, un disco che suona diverso, ruvido, macchinoso, complesso, un intrecciarsi e compenetrarsi di segmenti che formano strutture amorfe, ma che risulta un ulteriore esperimento stilistico, un altro dei molteplici e affascinanti idiomi legati al mondo dei Tortoise. Ne parliamo con Jeff Parker, chitarrista della band e, in attesa delle date imminenti che li vedranno protagonisti in Italia dal 25 al 28 Novembre tra Roma, Firenze, Bologna e Milano, ci godiamo due brani in streaming autorizzato: Prepare Your Coffin e Charteroak Foundation. (Si ringraziano Anthea Leyland e Thrill Joy Records per la splendida disponibilità.

Beacons of Ancestorship è uscito a cinque anni di distanza dal precedente It’s All Around You e suona completamente diverso: più sintetizzatori, meno vibrafono, più elettronica e una maggiore complessità strutturale. Un sound spinoso e differente rispetto al passato tanto da far credere quasi di non appartenere ad un album dei Tortoise. Cosa vi ha guidati verso la ricerca di questo tipo di sound? E’ stato un processo lungo e come si è articolato?
Siamo giunti al nostro sound attuale semplicemente perché sentivamo che il nostro “vecchio” sound stava diventando troppo come un cruccio per noi, ossia qualcosa cui restavamo aggrappati. Il processo di realizzazione di Beacons of Ancestorship è passato attraverso varie fasi, da una sperimentazione senza obiettivi a improvvisazioni di gruppo, finchè abbiamo realizzato che avevamo bisogno di sederci a tavolino e scrivere qualche canzone alla vecchia amata maniera. Sapevamo di voler fare qualcosa di differente però e questo ci ha spinti a lasciare fuori il vibrafono e la marimba. I sintetizzatori sono venuti in maniera davvero naturale, considerando che molti di noi hanno fatto musica in proprio o con altri progetti un po’ più di elettronica e legata ai beat.

tortoise_inter03Generalmente cosa accade nel vostro processo compositivo? Che cosa o chi, nella vita di tutti i giorni, può ispirare la vostra musica?
Prendiamo ispirazione da molti luoghi differenti…la vita stessa ci ispira a volte. I suoni della vita di tutti i giorni trovano il loro spazio ed hanno la loro importanza nella nostra musica. Abbiamo sviluppato una sorta di rete ispiratrice con persone creative attraverso gli anni, qui a casa nostra, a Chicago, ma anche in tutto il mondo. La forza creativa è ovunque. Noi componiamo in maniere molto diverse. La cosa che proviamo sempre a fare, in generale, è di partire da idee molto piccole e di espanderle fino a farle diventare grandi idee.

Sicuramente i Tortoise non sono mai stati identici a se stessi. Cosa credete sia cambiato in voi come persone e nel vostro modo di vedere, pensare e creare musica da quando avete iniziato ai giorni d’oggi?
Negli anni il modo in cui abbiamo creato la nostra musica non è cambiato molto. Siamo una band democratica, nel senso che il parere di ognuno ha uguale importanza nel modo in cui la nostra musica viene sviluppata. Siamo una band che si riunisce assieme per lavorare sulle idee che abbiamo. Siamo tutti davvero interessati a molti aspetti diversi della musica e in particolare della creazione del suono. Siamo anche tutti studiosi della musica e del suono, cresciamo e impariamo costantemente e, man mano che acquistiamo nuova conoscenza, la musica può crescere insieme a noi stessi come individui.

Voi siete stati un punto di riferimento fondamentale per tutti gli anni ’90, riuscendo ad essere innovativi semplicemente rimanendo voi stessi. Siete diventati fonte d’ispirazione ispirazione per moltissime band ma forse soprattutto per voi stessi, provando sempre a sperimentare nuove soluzioni per compiere nuovi passi in avanti. Cosa significa essere ancora qui, oggi, avere l’opportunità di dire la vostra ma con tutto il peso del passato sulle spalle?
Proviamo a non soffermarci troppo sul nostro lavoro passato. Siamo molto grati perchè la nostra musica è significativa per le persone. Abbiamo sempre provato a fare la musica che volevamo sentire, e fiduciosamente la gente che l’ascolta ha voglia di procedere con il viaggio. Tortoise è diventato come un modo per sperimentare. Vediamo ancora la nostra band come un esperimento.

La vostra musica ha sempre avuto la caratteristica fondamentale di mescolare differenti stili e generi musicali. Il risultato è qualcosa di completamente nuovo ed innovativo che la gente ha provato a definire nei modi più disparati. Addirittura il Sunday Times ha descritto la vostra musica con la definizione eclectic-jazzy-avantgarde-postpunk-rasta friendly“. Ma voi come descrivereste la vostra musica dal vostro punto di vista?
Non proviamo a descrivere la nostra musica, non l’abbiamo mai fatto. Tutta la musica è il risultato delle influenze ed esperienze di qualunque individuo la stia creando.

Durante gli anni, oltre ad influenzare moltissime band, sicuramente avrete tratto ispirazione da altre band. Che tipo di ascolti, attuali e passati, piacciono ai Tortoise?
Una lista davvero breve di artisti che abbiamo ascoltato moltissimo: Kraftwerk, Alice Coltrane, John Coltrane, ZZ Top, Erik Satie, King Tubby, The Gap Band, Television, Minutemen, Sun Ra, Roy Orbison, Morton Subotnick, Autechre, James Yancey, Hound Dog Taylor, Charlie Parker, Misfits, The Stooges, Black Sabbath, Pig Destroyer, Soft Machine.

Voi siete quasi tutti polistrumentisti. Cosa comporta questa condizione in fase di composizione e quando vi esibite dal vivo?
Dan Bitney è probabilmente l’unico vero polistrumentista nella nostra band. Lui suona tutti gli strumenti con lo stesso grado di abilità e competenza. Nei concerti saltiamo da uno strumento all’altro perché dobbiamo farlo. E’ il solo modo nel quale possiamo eseguire la nostra musica, poichè stratifichiamo moltissime trame una sull’altra durante il processo di registrazione.

tortoise_inter02Cosa potete dirmi riguardo i live shows? Dopo tutti questi anni, provate sempre le stesse emozioni quando vi esibite?
Amiamo suonare dal vivo. Credo che il sound della nostra band sia il migliore di sempre adesso, e parte dell’ispirazione per il nostro approccio a Beacons of Ancestorship è venuta proprio dal fatto che finalmente abbiamo sviluppato un modo di esibirci dal vivo uniti insieme, dopo tutti questi anni. Ci nutriamo dell’energia del pubblico.

Cosa saranno i Tortoise in futuro?
Speriamo di riuscire ancora a fare della musica creativa in futuro. Continuando a spingerci oltre i limiti. Forse un giorno, questi limiti, esploderanno e si spalancheranno!

Tortoise – Preview

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