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La bellezza dell’alternarsi di colori e oscurità: intervista ai Controluce

controluce_inter02Simona Rotolo e Miky Marrocco presentano in questo autunno il loro album d’esordio, Aprile. Un disco variegato e ricco di spunti, che gioca sui contrasti e sulle sfumature, sospeso tra la leggerezza del pop e il peso della canzone d’autore. LostHighways li ha incontrati, per conoscere questo progetto, in tutti i suoi colori. Un’intervista corposa e ricca, che si accompagna allo streaming esclusivo di due brani estratti dalla loro fatica discografica, Ego e Fotosintesi, in duetto con Lele Battista.

Prima di tutto, presentiamo Controluce ai lettori di LostHighways: quale percorso vi ha condotti sino ad Aprile? Miky: I Controluce nascono da una passione viscerale per la musica che ci accomuna sin dall’adolescenza. Dopo alcune esperienze maturate in altre band, abbiamo sentito la necessità di staccarci dal concetto classico di formazione pop-rock; da qui la scelta di formare un duo e lavorare con un approccio diverso.

Abbiamo sperimentato soluzioni compositive e di arrangiamento molto personali, confluite nei nostri primi lavori interamente autoprodotti. Durante la collaborazione in studio con Yuri Beretta abbiamo avuto modo di fare ascoltare i nostri brani a Lele Battista che si è subito interessato al progetto ed è poi diventato produttore artistico di Aprile. Poi c’è stato l’incontro con Novunque, una label fatta di persone che, nonostante la crisi del settore, lavora ancora con passione ed entusiasmo. In questo clima stimolante e familiare abbiamo dato alla luce il nostro primo album. Simona: Dal momento in cui abbiamo preso la decisione di lavorare in duo, abbiamo iniziato a comporre in maniera diversa. Sentendoci più liberi di esprimerci, i nostri brani hanno acquistato originalità e trovato via via la dimensione più adatta. Tutto intorno a noi ha iniziato a prendere la direzione giusta. Abbiamo cominciato a suonare di più nei locali, a conoscere artisti e addetti ai lavori interessati al progetto, fino ad arrivare a collaborare con Lele Battista.

La vostra opera mi è parsa da subito ricca di sfaccettature, di dualismi: leggerezza pop e ricercatezza della canzone d’autore, atmosfere luminose e chiusure più cupe, toni e ispirazioni differenti. Ci raccontate la genesi di questo album? Come siete arrivati ad un album così eterogeneo? Miky: Nell’album ci sono brani dall’andamento solare con testi introspettivi, altri con liriche appassionate e accompagnamenti nostalgici o sperimentali. E’ una rappresentazione molto vicina all’esperienza reale degli stati d’animo e dei sentimenti. Ci è piaciuta l’idea di tracciare un quadro originale che si staccasse dalla classica “canzone d’amore” oppure “canzone di protesta”. La vita reale non è mai così schematica e abbiamo voluto ritrarre soggetti vivi, non stereotipi. Simona: Le differenze non ci spaventano e ci siamo sentiti liberi di ostentarle. Abbiamo scelto il nome Controluce proprio perché ci piacciono i chiaroscuri, le verità nascoste dietro le ombre, la bellezza dell’alternarsi di colori e oscurità. Un’amica che si è occupata della grafica del disco è rimasta così colpita da alcune frasi dei nostri testi da volerle riprodurre su una foglia autunnale con uno stile a china: è nata così la copertina. Il titolo primaverile, poi, è un omaggio a un film di Nanni Moretti che adoriamo entrambi.  A quel punto è scattata l’irresistibile voglia di continuare a giocare con le diversità. Per le foto promozionali abbiamo scelto di vestirci allo stesso modo ma con una maglietta differente che andasse a sottolineare il nostro “contrasto” uomo/donna. Questi chiaroscuri ci sono sembrati gli strumenti ideali per descrivere il paradosso che contrappone la ricerca della tranquillità al fascino misterioso del caos con cui siamo quotidianamente chiamati a convivere.

controluce_inter01Nel vostro disco avete sintetizzato molte ispirazioni diverse, le avete rielaborate in modo personale e il risultato è un’opera propria, con un gusto originale che lascia però intravedere alcuni spunti. Quali sono, se ci sono, gli artisti che hanno influenzato il vostro fare musica fino a qui? Miky: Amiamo i cantautori italiani, i Beatles, il dark ma anche i Radiohead, il post-rock, l’indie straniero e quello nostrano. Tutto questo è confluito nei brani del disco, senza particolari pianificazioni. Dietro ogni canzone c’è una contaminazione culturale che desideriamo sottolineare come forma di espressione e appartenenza. Siamo convinti che il risultato finale sia assolutamente originale ma non nascondiamo le nostre influenze. Sentirci accostati, nella vostra recensione, a questi grandi riferimenti è stato per noi lusinghiero. L’istinto creativo è sempre una scintilla preziosa ma chi scrive canzoni, secondo me, non dovrebbe mai trascurare l’ascolto di artisti imprescindibili come Beatles, Radiohead e i grandi cantautori. Simona: Aprile è una parte di noi. Le canzoni sono un pretesto per liberarci delle voci isteriche che sentiamo dentro e abbiamo deciso di rappresentarle spontaneamente, come proiezione e rielaborazione personale degli ascolti che ci accompagnano da sempre. Siamo veri appassionati di musica: seguiamo critica, nuove uscite, concerti e questa continua assimilazione di suoni e liriche ha contribuito a valorizzare anche la nostra interpretazione e cura dei testi.

Come vi dividete gli “oneri” compositivi, come date vita ai vostri brani? Simona:  Non c’è uno schema predefinito. Ci sentiamo molto liberi di esprimere quello che abbiamo dentro e in più di un’occasione, la canzone è nata di getto. Teniamo molto al fatto che ogni brano piaccia a tutti e due in egual misura, a prescindere da chi abbia apportato un maggiore contributo compositivo. La nostra forza sta nel fatto di avere, dal punto di vista musicale, un’identità definita e condivisa che rende ogni spunto un modo per riavvicinarci e ritrovare nell’altro i propri gusti/ascolti. Miky: Siamo entrambi autori e cerchiamo di distillare il meglio dalle nostre intuizioni. In Aprile i nostri contributi creativi si intersecano in maniera complementare. E’ un procedimento molto semplice: ci confrontiamo su tutto e se un brano non ci soddisfa completamente ci rimettiamo in gioco fino a quando non siamo entrambi convinti del risultato.

Linguaggio semplice, testi che parlano direttamente ed evocano immagini chiare. La semplicità è una scelta voluta o un’espressione spontanea? Miky: La semplicità è frutto di una maturazione artistica che ci ha portati a cercare una comunicazione diretta con l’ascoltatore. I nostri testi mantengono dei margini interpretativi ma sono, il più possibile, senza orpelli. Anche se può sembrare un procedimento facile, è vero il contrario: a volte è più comodo nascondersi dietro un linguaggio complicato. Noi cerchiamo di descrivere emozioni e stati d’animo complessi utilizzando il linguaggio semplice del quotidiano oppure quello simbolico del nostro inconscio che spesso si manifesta nell’esperienza del sogno. Anche musicalmente siamo dello stesso parere: meglio un buon pezzo con un arrangiamento scarno che una brutta canzone nascosta dietro un accompagnamento pomposo. Simona: Penso che la spontaneità sia indispensabile nella stesura dei testi. Costruire a tavolino il proprio modo di scrivere porta a poco: gli ascoltatori (e tra questi mi includo) si accorgono dello stratagemma. L’unica strada percorribile è quella della genuinità, e farlo richiede coraggio: gli slogan ad effetto spesso colpiscono solo l’ascoltatore superficiale.

Personalmente mi ha colpito molto Ego: La trovo una canzone molto intensa, suggestiva. Un racconto semplice ma molto efficace… Ce ne parlate un po’? Miky: Il protagonista del brano soffre di una forte introspezione che gli impedisce di comunicare con l’esterno, è sfiduciato e disilluso. Nel fluire delle sue riflessioni rievoca una relazione sentimentale ormai conclusa che continua a rivivere come un’ossessione. Inizia a dubitare che questa storia d’amore sia mai esistita realmente: si domanda se sia stata davvero importante oppure se questi sentimenti siano soltanto uno ‘scherzo’ della sua immaginazione. Musicalmente parlando la sua lavorazione è uno dei momenti più significativi della collaborazione con Lele, era uno dei primi giorni in studio con lui ed eravamo ancora un po’ intimiditi dalla situazione. Volevamo dare al pezzo un’atmosfera diversa da quella della pre-produzione, lui si è semplicemente seduto al piano, ha iniziato a suonarla in un’altra tonalità e ci ha proposto soluzioni di arrangiamento che ci hanno sbalordito. Il risultato è un pezzo intimo e raffinato, con intrecci di piano, mellotron e uno splendido contributo di Giorgio Mastrocola alla chitarra acustica. Simona: Cantare sopra una base così ispirata è uno dei ricordi più intensi che conservo della registrazione di Aprile. La stesura di questo brano ha fatto in modo che si creasse la giusta intesa fra noi e Lele, da li in poi la collaborazione si è fatta sempre più fitta e produttiva.

Prendiamo spunto da quest’ultima canzone per parlare anche delle vostre collaborazioni, a partire proprio da quella con Lele Battista che, oltre ad arrangiare il brano, nel disco canta e produce… Simona: Nel corso delle registrazioni, la produzione artistica di Lele Battista è sfociata in una vera e propria collaborazione, lui è un polistrumentista impressionante! Nell’album ha suonato pianoforte, tastiere, chitarre, sintetizzatori, percussioni.. ha inciso alcuni cori e ha duettato con me nel brano Fotosintesi. Si è creata fra noi un’intesa sul piano artistico e personale che ha generato un clima disteso e creativo e che ha sicuramente influito sul risultato. In due brani suona anche Giorgio Mastrocola, chitarrista straordinario che collabora da sempre con Lele ed è stato in tour con Franco Battiato. Il suo tocco ha davvero impreziosito le nostre composizioni. Infine, in Rosso (primo brano estratto dal disco) c’è la voce di Yuri Beretta, un cantautore di grande talento che seguiamo e stimiamo dal suo esordio con i Genialando Minimamente.

controluce_inter03Progetti futuri: porterete il vostro lavoro in viaggio dal vivo? Se si, che spettacolo dovrà aspettarsi chi viene ad assistervi? Simona: Il live è la nostra dimensione ideale e lo spettacolo sarà prevalentemente in duo. Chi verrà a vederci in concerto scoprirà che il mio cantato, così dolce e malinconico nel disco, dal vivo sa farsi potente e grintoso. Miky ama giocare con i suoni utilizzando in maniera creativa gli effetti sulla chitarra acustica e manipolando un piccolo sintetizzatore. Nel frattempo abbiamo scritto alcune canzoni nuove che inizieremo a proporre insieme a quelle di Aprile e che, ci auguriamo, sapranno soddisfare le aspettative di quanti hanno scoperto i Controluce soltanto adesso. Miky: I nostri concerti sono molto diretti e “sanguigni”, porteremo con noi la determinazione che ci ha condotti alla pubblicazione di Aprile e tutto l’entusiasmo di questo momento, condiviso dalle persone coinvolte nel progetto. In alcune occasioni speciali, ci saranno con noi sul palco anche Lele Battista, Giorgio Mastrocola e Yuri Beretta.

Controluce – Preview

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