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Non siamo scesi ad alcun compromesso: interevista ad Alessandra Perna (Luminal)

luminal_inter02I Luminal. Una delle nuove realtà del nostro panorama musicale e una di quelle più interessanti. Il loro disco, Canzoni di tattica e disciplina, si sta facendo notare per le splendide sonorità e per i testi a metà tra poesia ermetica e introspezione. Uno dei lavori migliori dello scorso anno ed anche uno di quelli più fastidiosi, per la deprecabile (o fenomenale che dir si voglia) capacità di restare nelle orecchie fin dal primo ascolto. Un  disco che non solo “spacca” ma che ha la capacità di unire un suono e delle sonorità ipnotiche e al tempo stesso grezze e potenti con dei testi che sembrano avere qualcosa di quella poesia metropolitana che mancava dalle nostre scene musicali da tanto, troppo, tempo.
Facciamo quattro chiacchiere con Alessandra Perna, voce e chitarra della band. (L’uomo bicentenario è in streaming autorizzato)

La prima cosa che salta “all’occhio” in Canzoni di tattica e disciplina sono, a parte la musica, i testi. Alcuni decisamente forti, altri quasi ermetici. Comunque sembrano estremamente privati e personali. Quanto conta il senso della frase e quanto l’interpretazione che può dare l’ascoltatore ad un vostro testo?
Un disco (come qualsiasi opera d’arte), una volta finito, vive di vita propria. Se ne va per i fatti suoi a fare danni, e tu in qualche modo non c’entri più nulla. Gli avevi dato un senso, e quel senso viene stravolto almeno un milione di volte, prima nella tua testa, poi in quella di chi ti ascolta. Il pubblico completa un discorso che tu hai iniziato. O lo distrugge. O lo sublima.  E’ questo il bello della storia.

Hai parlato di pubblico. Ultimamente, in Italia, sembra ci sia un forte disinteresse per la musica “altra” e l’unica maniera, per una band, di farsi notare sembra sia suonare in giro il più possibile. Eppure il mezzo radiofonico è ancora il canale di massima distribuzione della musica. Come procede la vita di Canzoni di tattica e disciplina?
Facciamoci la domanda opposta: perchè ci dovrebbe essere interesse per la musica “altra”? Come sono i gruppi? Hanno qualcosa da dire? Suonano bene? Quant’è importante per loro suonare? La colpa è sempre da entrambe le parti. Ci vuole pazienza, focalizzazione e abnegazione. I risultati arrivano, anche in Italia, anche nel ventunesimo secolo. La vita del disco procede alla grande. La stampa gli vuole bene, le radio lo trasmettono, le persone lo cercano. Come disco d’esordio direi che se la sta cavando egregiamente.

luminal_inter03Forse perchè, al di là delle varie etichette affisse a un dato genere, ci si dovrebbe interessare alla musica “altra” proprio perchè non appiattita da una certa conformità di pensiero e di stile. Quella conformità che non ho trovato nei Luminal, quel senso della comunicazione che siete riusciti a trasmettere in maniera, a mio avviso, egregia. Ma è interessante ciò che dici. Sembra un attacco e una giustificazione. Allora quali sono le realtà musicali che si stanno facendo notare in italia e perchè?
In Italia ci sono molti gruppi che si stanno facendo conoscere per il loro lavoro. I testi e la composizione ne sono i tratti distintivi. Mi vengono in mente gruppi come gli Zen Circus, gli A toys orchestra, i Betty Poison, i (P)itch, i Surgery, ma te ne potrei citare molti altri che ancora non hanno delle uscite ufficiali. Sono proprio curiosa di sapere come cambieranno le cose da qui ai prossimi anni.

Interessanti i nomi che citi. Siccome dicevi che il vostro è il disco d’esordio, mi viene in mente che un disco d’esordio è una tappa importantissima per una band. Spesso, però, bisogna scendere a compromessi, stemperare i suoni, trovare un equilibrio. A voi com’è andata la lavorazione? Ci sono state scelte che rimpiangi o pensi sia stato tutto perfetto?
La lavorazione del disco è stata semplice ed immediata. In questo ci ha aiutato anche Cristiano, con la sua professionalità, il suo ordine e la capacità di metterci a nostro agio. Il disco suona potente ed elegante, esattamente come lo volevamo. Non siamo scesi ad alcun compromesso nè nell’arrangiamento dei pezzi nè nella regitrazione.

Dei nomi che hai citato poco fa, molti hanno sviluppato diversi stili musicali, ma i più si esprimono in inglese. Pensate che in Italiano si sia più “raggiungibili”, sia più facile esprimersi?
No, non credo. Sicuramente in italiano ci si può far comprendere in maniera immediata, e se usi l’italiano hai la possibilità di esprimerti con la libertà che ti concede la conoscenza della tua lingua e delle sue sfumature. Ma è anche vero che la lingua è uno strumento che viene scelto a seconda di quello che vuoi esprimere e di come lo vuoi esprimere e se le idee sono chiare, la lingua è solo un mezzo, non un fine.

Torniamo ai Luminal. Riesco a sentire alcune sonorità riconoscibili, alcuni stili musicali. Ma chi sono i Luminal? Come nascono e come mai hanno deciso di suonare invece che di diventare astronauiti o cowboys?
I Luminal nascono tre anni fa dalla volontà di suonare e di creare qualcosa di bello insieme. I Luminal sono giovani e sono eccitati, sono esaltati ed esaltanti, fanno sempre quello che non deve essere fatto, quando non deve essere fatto. Si ispirano ad un passato che scalcia, ad un presente che urla e ad un futuro che brilla, e suonano semplicemente perchè non potrebbero fare altro.

Cosa ne pensa, questa band giovane ed eccitata, della distribuzione della musica in rete?
Dopo aver fatto sacrifici per mettere al mondo un disco, trovarselo in giro per la rete senza permesso (come capita a tante band) non sarebbe divertente. A parte gli scherzi, cosa ne pensate della diffusione della musica in rete? I suoi pregi e i suoi difetti…

Non esiste prova diretta che il file sharing, di per sè, stia danneggiando l’intero settore musicale, nonostante le case discografiche sbandierino questa teoria monocorde per spiegare tutti i problemi radicati di un business sorpassato, che ormai è alla fine dei suoi giorni. Credo che il file sharing sia la forma più economica di marketing mai esistita. Il problema è altrove, il discorso è lungo e complicato. Nel mondo della musica c’è una crisi commerciale e una crisi culturale. I negozi non sono più un luogo di aggregazione e consultazione. Il brusco calo di vendite dei cd non è compensato dalla crescita degli altri canali di distribuzione. Non ci dobbiamo sentire inferiori rispetto al passato se vendiamo meno dischi. Non è un termine di paragone per capire quanto valga un artista. Il contesto è diverso, il mercato è diverso e quindi i criteri di valutazione sono altri. L’industria discografica e i musicisti che ne fanno parte devono capire fino in fondo che internet è solo una delle tante risorse, non un ostacolo.

luminal_inetr01Per chiudere, dimmi un poco quali sono i prossimi progetti dei Luminal. Dove sarete, cosa farete in futuro?
In questo periodo stiamo preparando i pezzi nuovi. Storie “alla Luminal”, quelle che ci è sempre piaciuto raccontare. Per il resto, non so ancora nè dove saremo nè cosa faremo. O meglio, abbiamo un bel po’ di idee e progetti interessanti sia per quel che riguarda i live che la fase di registrazione, stiamo a vedere cosa succederà.  Quel che è certo è che cercheremo sempre di fare il miglior rock possibile.

L’uomo bicentenario – Preview

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