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Nella lista delle cattive abitudini – Velvet

velvetUn disco di rottura, a più livelli, collaboratori nuovi, un’etichetta propria ed un proprio studio. Una rivoluzione endogena che porta ad un nuovo punto di partenza. Nella lista delle cattive abitudini: un’attitudine nuova con cui avvicinarsi alla propria musica. Un sound più diretto e tagliente, lontano dai momenti più pop del passato, senza però essere mai disordinato. Un ruolo fondamentale in questa rivoluzione lo gioca sicuramente Ale Bavo, nella duplice veste di musicista e di produttore. Carichi dei loro brani, infatti, i Velvet sono approdati a Casasonica ed è proprio qui che l’opera ha preso la sua veste definitiva e definitivamente nuova. Accordi modificati a stravolgere le melodie, testi che finalmente trovano il loro incastro perfetto, suoni che si sporcano e contaminano, formando un preciso tappeto di chitarre ruvide, synth prepotenti, voci distorte e tempi accelerati. Chi si ricorda dei Velvet come di una band squisitamente pop avrà da ricredersi da subito.
I nuovi emergenti è il brano d’apertura, perfetto manifesto del quinto album della band romana: incalzante, aggressivo, rock ed elettronica sporcati insieme e messi al servizio di un testo brillante. Ed è solo l’inizio. Quello che sai dimenticalo è alta tensione che sfocia in un cantato quasi gridato e sostenuto da una chitarra che, qui e in tutto il disco, si gioca il ruolo da protagonista sfidando il suono dei synth. Il torto dei beati è un intenso brano che muta mentre scorre: da momenti più delicati, di voce e piano, cresce dando spazio anche a brillanti incursioni strumentali, da cui emerge un senso di urgenza espressiva. Cattive abitudini dice addio ad un ritornello che non sarebbe all’altezza delle strofe. Nascosto dietro un vetro si veste a nuovo dopo molti anni. E poi Mille modi per sparire, il racconto di Aurora che scivola sulla mediocrità che la circonda imparando a destreggiarsi nelle proprie tempeste. Qui mi fermo a pensare che questa Aurora, che abita un mondo mediocre dove non è affatto scontato poter essere felici, mi sembra di averla incontrata già in passato. E mi fermo a considerare che a tratti il suono liberato dai Velvet è vagamente subsonico, tipico di Terrestre, drammaticamente contrastante con la realtà assopita che raccontava e voleva scuotere.
Si fa notare la cura per i testi, mai lasciati al caso. I messaggi sono chiari, misurati al punto giusto per essere decisi senza mai sfociare nella critica fine a se stessa. Intorno a noi qualcosa non va e lo si percepisce sin dal singolo di lancio, Tutti a casa, accompagnato da un video molto eloquente in cui un folle pagliaccio ritaglia e manipola parole, mostrandoci quanto sia facile corrompere un significato modificando pochi elementi. Nella lista delle cattive abitudini è un disco intelligente che parla di ognuno di noi e di noi tutti insieme. Un disco che racconta promesse mai mantenute e speranze deluse (“sarò il voto andato perso, tanto fanno tutti schifo… Io rido di me che sono sempre stato convinto che per spostare il mondo bastasse saltare”). Informazione pilotata, ipocrisia, mancanza di stimoli, distacco, abitudine e la nostra apparente incoscienza della gravità della situazione in cui ci troviamo. Non è un concept album, anche se c’è un malessere di fondo che fa da filo conduttore nei brani, un desiderio di darsi da fare che si batte con la paura di non riuscire; la necessità di un cambiamento solido e non di chiacchiere: “sarò la rivoluzione che ha la forza della ragione”. Se ancora non fosse abbastanza, l’album è stato pubblicato anche in un’edizione limitata in vinile, che contiene tre duetti con Beatrice Antolini, Corveleno e Gatto Ciliegia contro il grande freddo. Onore al merito anche per aver scelto un packaging riciclabile, riducendo le plastiche, perchè la coscienza del cambiamento passa anche da qui. Gli ingredienti ci sono tutti: ottima musica, testi acuti e riflessivi, autoironici e coscienti, un suono accattivante. Non rimane che scorrere la lista delle cattive abitudini, ascoltare l’album tutto d’un fiato e poi fermarsi a riflettere. Perché questa musica bella sopravvive sempre più a fatica. Difendiamola.

Credits

Label: Cosecomuni – 2009

Line-up: Pierluigi Ferrantini (Voce e Chitarra) – Pierfrancesco Bazzoffi (Basso) – Alessandro Sgreccia (Chitarra) – Giancarlo Cornetta (Batteria)

Tracklist:

  1. I nuovi emergenti
  2. Quello che sai dimenticalo
  3. Crollasse pure il mondo
  4. In continuo movimento
  5. Tutti a casa
  6. Il torto dei beati
  7. Mille modi per sparire
  8. Se non parli mai
  9. Cattive abitudini
  10. Nascosto dietro un vetro

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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