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Flying saucer for recreation – Silvia’s magic hands

silviasmagichandAlcuni miti narrano di abitanti di altri pianeti giunti sulla terra per mezzo di dischi volanti. Dalle popolazioni indigene erano visti come degli dei mentre solcavano il cielo con i loro veicoli di fuoco. I giovani Silvia’s magic hands risplendono allo stesso modo illuminando il nebuloso firmamento musicale italiano con la luminosità di quei grandi del rock inglese ed americano che tanto hanno lasciato il segno nella storia. La loro musica è un incrocio di folk e rock che trova ispirazione in divinità “pagane” come Bob Dylan o il compianto Jeff Buckley. Ciò che distingue i Silvia’s magic hands dai tanti giovani che si avvicinano a questo genere di musica (i cui paragoni possono diventare talvolta addirittura imbarazzanti) è l’assoluta spontaneità, impressionante e genuina. Usciti dal tempo, appassionati e vibranti, i tre giovani fanno scivolare le note una dopo l’altra in brani che hanno il retrogusto del vino rosso e il calore del sole. Tutto questo può capitare quando un ragazzo inglese (James Wood III) incontra un chitarrista italiano (Giuseppe Lovreglio) scoprendo di riuscire a creare insieme qualcosa di univoco e incredibilmente affascinante, seguendo quel particolare “sogno americano” presente nel DNA di tutti gli amanti del rock. La necessità di dare spessore alle musiche fa sì che Gianluca Casamassima si aggiunga stabilmente alla band, andando a completare il gruppo con la sua batteria discreta ed essenziale. Non si può comprendere tutto ciò che l’album offre dalla sola apertura con A soldier’s lament, un canto a tratti graffiante e a momenti angelico si fonde con le chitarre acide di For a kiss or two e con la dolce l’intensità di This pain inside, passando per la moderna rivisitazione delle struggenti ballatone grunge con Rocket grave. Sembra nata dalla stessa passione di Terje Nordgarden la ritmata e coinvolgente Predilection for the blues che anticipa appena il brano più emozionante ovvero Blues skies: armonica, voce sognante, corde carezzate come fossero capelli di angelo sono gli ingredienti di un incantesimo capace di incastonare nel cuore tutte le note, una per volta. While sailing ’round the ocean è un viaggio psichedelico nel quale le voci echeggiano cullate dal mare sonoro della chitarra. Up in the crow’s nest e You changed your mind chiudono l’album nel migliore dei modi, ponendo nell’ascoltatore il dubbio di essere stato preso per i fondelli: questo disco non può essere vero, almeno non può esserlo ora, nel 2009.
Il rock, da un verso stupisce ed intriga quando si mette alla prova superando i muri delle convenzioni e dei cliché, dall’altro, quando fatto con così tanta spontaneità, non riesce mai a perdere il fascino della sua natura più intima e originaria. Forse il disco volante dei tre giovani non serve per viaggiare nello spazio, ma nel tempo, e con il loro album di debutto i Silvia’s magic hands ci offrono un passaggio: un’occasione da non perdere!

Credits

Label: Irma Record – 2009

Line-up: Giuseppe Lovreglio (voci, chitarre acust 6/12 trattate e non, percussioni, kazoo, groove_box, tastierine giocattolo, loop, pedali) – James Wood III (voce, armoniche, chitarre acustiche, megafono) – Gianluca Casamassima (batteria)

Tracklist:

  1. A soldier’s lament
  2. Rocket grave
  3. For a kiss or two
  4. This pain inside
  5. Predilection for the blues
  6. Blue skies
  7. Eyes on the prize
  8. While sailing ’round the ocean
  9. Up in the crow’s nest
  10. You changed you mind

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