Home / Recensioni / Album / Glasvegas – Glasvegas

Glasvegas – Glasvegas

glasvegasLa notte della tempesta sociale. La notte che ci guarda dentro. Da un cielo apocalittico le chitarre dei Glasvegas impetuosamente spalancano le nubi per gridare il grosso buco di solitudine e vuoto che ammanta la nostra società. Il dramma domestico di una famiglia che troppo presto ha perso un giovane figlio di Flowers and Football tops. In questa società dove tutto sembra senza solidarietà i nostri eroi sono Geraldine, quegli assistenti sociali che tutti dimenticano  ma, quando siamo perduti profondamente nell’oscurità, solo le loro parole ci possono condurre sani e salvi a casa. Il catalogo degli sconfitti del 2008 continua con It’s My Own Cheating Heart That Makes Me dove il nuovo adolescente si scava dentro e ammette che l’infedeltà e l’estasi non funzionano per colmare il grosso buco di nulla che  gli attanaglia l’anima. Un vuoto inarginabile generato da quella catena del fottersi a vicenda  da cui si può uscire solo con il grande finale dove il cattivo ragazzo va giù e muore. Una generazione sbandata che fatica ad avere ideali perché molto spesso abbandonata dalle figure importanti come un padre andato via presto dalla famiglia (Daddy’s gone) o che cade nel bullismo (Go Square Go). Un nuovo modo di suonare il rock. Un rock dilatato tra i moderni Sigur  Rós e gli U2 anni ottanta. Un rock si tinge di atmosfere epiche alla Editors mentre si cristallizzano note di chitarra shoegaze su un cantato alla Smith che spesso diventa tipicamente sixty. C’è luce vitale in questo album d’esordio dei Glasvegas che al momento sono i veri outsiders in UK. Accordare liriche poetico-sociali a innovazione rock è cosa da pochi. Sorprende l’immediatezza melodica senza mai essere banali. La genialità di questi scozzesi Glasvegas è in Stabbed dove La sonata al chiaro di luna di Beethoven è il sottofondo della speranza in fondo al tunnel di questi ritratti della decadenza sociale… dove c’è la riaffermazione dell’importanza della vita nella fuga di un ragazzo da una gang della nuova cultura inglese del coltello. I Glasvegas avrebbero potuto scrivere la colonna sonora di Trainspotting. Insomma un capolavoro rock di sostanza e di attitudine… questa volta il mainstream arriva prima di tutti e fa centro. Run Rabbit Run!!

Credits

Label: Sony BMG – 2008

Line-up: James Allan (vocals) – Rab Allan (guitar) – Paul Donoghue (bass) – Caroline McKay (drums)

Tracklist:

  1. Flowers And Football Tops
  2. Geraldine
  3. It’s My Own Cheating Heart That Makes Me Cry
  4. Lonesome Swan
  5. Go Square Go
  6. Polmont On My Mind
  7. Daddy’s Gone
  8. Stabbed
  9. SAD Light
  10. Ice Cream Van

Links: MySpace

Ti potrebbe interessare...

Travis_LA_Times_album_cover_artwork_review

L.A. Times – Travis

Succede che trascorrono 25 anni in un soffio e ti ritrovi a fare i conti …

2 commenti

  1. Questi sono veramente forti, credo da qui a poco avranno un grande seguito anche fuori casa.
    Gran sound, finalmente un pò di rock come solo i britannici sanno fare!
    Grande Vlady, non potevano mancare tra le pagine di Lost Highways…

    P.S. l’artwork mi piace un sacco :)

Leave a Reply