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Calore e nuove sfumature: Superpartner tra Villafranca e Bologna

L’inverno non fa paura: Superpartner @ Arci Kroen – Villafranca (VR) 22/11/08 (Giulia Gasparato)

Mai perdere il gusto di sorprendersi. Lasciare che le serate, le persone e la musica cambino le convinzioni. Mettersi in macchina, in quella che sembra la più gelida serata che la memoria ricordi, per raggiungere un locale che il navigatore non vuole trovare, in una via che nessun passante conosce, sentendosi scemi a forza di girare intorno. E quando inizi a credere che il locale non esista, ecco che lo trovi. Temperatura gelida anche all’interno, ma presto il freddo si farà sentire appena. All’arrivo non c’è ancora quasi nessuno, solo i ragazzi che lavorano e le band che provano. La voce di Rosita si diffonde nel locale dalla piccola sala in cui si trovano, scende le scale e riempie l’aria. I Superpartner sono davvero una band sorprendente, piena di sfumature diverse, e la dolcezza della loro musica ne riflette solo una. Basta il tempo di qualche chiacchiera a mostrare tutta la loro solarità e freschezza. Caffè e poi si comincia il live: tutti i sei componenti si stringono sul piccolo palco di questo inusuale locale e di nuovo iniziano a stupire.

La band è numerosa, tanto da potersi permettere la scelta di abbandonare dal vivo tutte le computerizzazioni, approcciando le loro canzoni in modo completamente strumentale. Scelta interessante ed emozionante, decisione di verità. Dal vivo portano tutto il loro disco, Love Hotel, arricchendolo di due inediti presenti nell’edizione giapponese. Molto affiatati, sfidano qualche piccolo problema tecnico con grande maestria, guidati dal ciclone Rosita che conduce le melodie. Si divertono, sono appassionati e un po’ sembrano stupiti dagli applausi. Rotto il ghiaccio, procedono sicuri, mettendo in fila le loro canzoni con precisione, allontanandosi un pochino dalla pulizia e dalla delicatezza del disco. Il pubblico segue incuriosito questa band, vedo piedi che tengono il tempo per terra e sguardi attenti. Nella scaletta trova posto anche una deliziosa cover di Sapore di sale, a metà tra il romantico e l’ironico, che davvero riesce per qualche minuto a far dimenticare la temperatura così ostile della serata. Il suono vibra forte, le tastiere ricamano sulle note di due chitarre decise.
La band riesce a dare alle proprie canzoni un’energia nuova. Spruzzi di colore deciso rafforzano le tonalità tenui dell’album, donando a queste musiche uno splendido calore e nuove sfumature. Questi Superpartner fanno bene al cuore.

Un segno indelebile: Superpartner @ Arci SestoSenso (B0) 27/11/08 (Emanuele Gessi)

La delicatezza sorprende sempre, ovunque. Quando si manifesta in un bambino o in un cucciolo a quattro zampe, l’emozione è grande, ma in realtà è negli adulti che stupisce, spiazzando completamente. Talvolta sconvolge. Lascia un segno indelebile, e profumato. La band leccese riesce ad unire la simpatia ed il calore della loro terra di origine all’eleganza affascinante che la mia mente immediatamente associa a paesi come Francia e Gran Bretagna. Evidentemente, vittima del mondo dell’immagine, associo certe sensazioni ad alcuni volti ed atmosfere del passato, cercando parallelismi con icone del cinema, della musica e della letteratura. I Superpartner sono questo: un orologio che si è rotto, impossibile da aggiustare, ma troppo troppo troppo bello per essere buttato. E così lo si tiene appoggiato su un mobile vicine al letto, in modo che ogni mattina lo si possa vedere. Ogni sguardo che va a posarsi su di esso evoca ricordi, sensazioni, magica nostalgia. Cullati dalla dolcezza del passato, la mente si perde, le note si creano da sole nell’aria, unendosi una all’altra con armonia e leggerezza.
Al SestoSenso di Bologna il gruppo è costretto ad offrire uno spettacolo semi-acustico, dai toni caldi, lasciando da parte i colori brillanti del loro solito set elettrico. Questa sera sono pastelli su carta ruvida, tenui, morbidi, timidi. Però, come dice Rosita Garzia, anche il raffreddore si fa sentire meno dopo i primi applausi che il pubblico offre con curiosità. Lo stesso vale per la sicurezza che la band acquista subito dopo essersi guadagnata l’attenzione con i loro pezzi più famosi: Pink Girl, Song for Sarah e Do you remember the hill? La scaletta ricalca l’ordine dei brani presenti nell’album, andando quindi a ricrearlo in una versione più soffice, che mai esplode, ma culla e solletica. Le note delle tastiere di Cristiano Longo sono protagoniste della serata, insieme alle voce femminile di Rosita e a quella maschile di Francesco Lanferdini, che nel loro splendido contrasto timbrico sembrano corteggiarsi. La chitarra solista soffre della mancata possibilità di riempire davvero il suono della band, ma Vincenzo Carluccio è bravo nel trattenersi e reinventarsi, concedendo talvolta gli assoli alla voce di Rosita, come nella splendida Lady Swimmer. Francesco Fiore lascia la batteria a riposo ed accompagna il resto della band con semplici cimbali, mentre il basso di Gianpaolo D’Errico, quasi di nascosto, offre il suo importantissimo apporto alla solidità della musica. In questa serata lieve ed aggraziata, la sessione ritmica della band scandisce tempi ed arricchisce di “luccichii” un live davvero insolito, abbandonando la potenza, ma vincendo in intimità ed espressività. I Superpartner strappano sorrisi ed applausi, confermandosi qualcosa di raro e magico, come biglie colorate che sanno trasformarsi in preziose ed eleganti perle.

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