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Tigermilk – Belle & Sebastian

Dai placidi paesaggi campestri scozzesi, da vite parallele fatte di attesa per una svolta e trascorse a sbarcare il lunario facendo il custode o girando a zonzo per la città a bordo di un pullman, da cuori tranquilli e portatori del germe incestuoso e dolcissimo del fare musica pop nasce il progetto Belle & Sebastian, quasi come succede nelle vere favole. Un combo di musicisti non virtuosi, ma preparatissimi e soprattutto sulla stessa lunghezza d’onda, quella di una generazione disorientata che riscopre le proprie sensibilità mai morte e le vuole trasformare in un linguaggio che sappia ancora essere universale. Si incontra e inizia tutto così. Tigermilk doveva essere un demo per un concorso musicale, poi diventa un intero disco ed in pochi anni addirittura un vero oggetto di culto per migliaia di fan. Tigermilk è un disco incontaminato, direttissimo, per alcuni versi ancora acerbo, ma scorrevolissimo. Non tradisce nessuno dei suoi amori Stuart Murdoch, leader (tra virgolette) della band, dai Beatles agli Smiths, dai Rolling Stones fino a quel Bob Dylan che è nel DNA di quella generazione di sognatori disposti a far tutto tranne che smettere di sognare in quest’ultimo scorcio di millennio. The state I am in è un pezzo gradevolissimo ed eclettico che sembra fare l’occhiolino al Bob Dylan di I want you; se Expectations punta sul piano più folk e intenso, la beatlesiana She’s losing it è puro divertimento. Un tuffo nostalgico nel passato con la bellissima Electronic Renaissance a ricordare la new wave adolescenziale dei New Order. Ancora sorprese con il piglio sognante di I could be dreaming di ispirazione più psichedelica. Poi Belle & Sebastian si guardano negli occhi… We rule the school, una promessa per la vita e anche oltre, colonna sonora dei momenti più intensi, un brano che impari ad amare col crescere degli ascolti: romantico, teso, dolcissimo, che ti tocca dritto l’anima. Questi sono i Belle & Sebastian! Continuano le emozioni con un brano di ampio respiro: My wandering days are over, ancora con echi dylaniani; in chiave indie-pop la pizzicata I don’t love anyone sa farti saltellare come un bambino. La chiusura di questo piccolo capolavoro è affidata alla bellissima Mary Jo, a conferma di un talento che è pura sensibilità, quasi figlia di quegli Smiths che furono la sorgente di tutto. Un acquisto vivamente consigliato. Un disco che merita un posto sul nostro scaffale e nei nostri cuori.

Credits

Label: Electric Honey – 1996

Line-up: Stuart Murdoch (chitarra acustica, tastiere, voce) – Stuart David (basso) – Isobel Campbell (violoncello, voce) – Stevie Jackson (chitarra, voce) – Chris Geddes (tastiere) – Sarah Martin (violino, voce) – Richard Colburn (batteria)

Tracklist:

  1. State I Am In
  2. Expactations
  3. She’s Losing It
  4. You’re Just A Baby
  5. Electronic Renaisaance
  6. I Could Be Dreaming
  7. We Rule the School
  8. My Wandering Days Are Over
  9. I Don’t Love Anyone
  10. Mary Jo

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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